LA GRANDE RAPINA

Giovanna Canzano dialoga con Giovanni Lubrano

A PARLAR MALE DI GARIBALDI SI FA PECCATO PERO’…

CANZANO – Si è spesso sentito parlare di prelevamenti illeciti da parte dei garibaldini sui fondi pubblici del regno delle Due Sicilie depositati nelle banche dei borboni…

LUBRANO – Con un decreto dittatoriale del 7 settembre del 1860 Garibaldi si attribuì mano libera sui depositi pubblici delle Banche delle Due Sicilie. Ricorderemo ricevute esistenti, a firma Garibaldi, per il prelievo, in unica soluzione, di circa un milione di ducati – pari a circa 450 miliardi di lire – dal Banco di Sicilia e più del doppio – mille miliardi di lire – dal Banco di Napoli ‘per la causa’ ovvero per le spese della spedizione dei Mille; senza dimenticare i prelievi dei luogo tenenti di Garibaldi in Sicilia ‘per le necessità di governo della dittatura’. *
Andiamo avanti.
25 settembre: Garibaldi assegna una pensione vitalizia di 60 ducati pari a 13000 euro alla figlia di Carlo Pisacane.
29 settembre: elargizione di 2000 ducati, (450000 euro) alle sorelle di Agesilao Milano, giustiziato per aver attentato nel 1857 alla vita di Ferdinando II di Borbone.
1 ottobre: viene concesso a due società toscane l’appalto di tutte le ferrovie meridionali. Esse sono di proprietà di Augusto Adami, pisano e Adriano Lemmi grande frammassone, livornese e cognato dell’Adami.
5 ottobre: 60 milioni di euro all’armatore Rubattino per le perdite dei piroscafi ‘Cagliari’ (spedizione di Carlo Pisacane) e del ‘Piemonte’ e del ‘Lombardo’ piroscafi restituiti e pagati prima del loro sequestro. L’intrallazzo si perfezionò dopo l’incontro a Modena tra il Rubatino, Vittorio Emanuele II e Cavour in cui l’armatore genovese aveva chiesto che fossero loro a garantire il pagamento delle navi: l’atto venne stipulato il 3 o 4 maggio dal notaio torinese Gioacchino Vincenzo Baldioli, nella sua abitazione privata di via Po.
19 ottobre: Garibaldi abolisce i dazi protezionistici.
23 ottobre: decreto che toglie dai beni della Casa Reale sei milioni di ducati pari a 1350 milioni di euro da distribuire a coloro che avevano subito ‘ingiustizie e persecuzioni dai Borboni’.
Altre perle: 60.000 ducati pari a 13.500.000 euro a Raffaele Conforti, ministro ‘costituzionale’ per soli 40 giorni, come se avesse rivestito tale carica ininterrottamente per 12 anni. **
Antonio Scialoja assegna a se e a suo padre la ‘modica’ somma di 200.000 ducati, pari a 40.505.000 euro firmando da solo l’ordine di prelevamento.
Aurelio Saliceti si fa assegnare, con soli 10 anni di servizio nella magistratura, la pensione di 2250 ducati, equivalenti a 52.500.000 euro pari a quella di un Consigliere di Cassazione con 40 anni di servizio.
Alexandre Dumas è nominato sovrintendente degli scavi archeologici di Pompei e di Ercolano: viene strapagato, presentando il conto al ministero dell’Istruzione. Alla fine del suo impegno napoletano, che durò fino al novembre del 1860 quando fu cacciato dal ‘galantuomo’, consegnò al governo piemontese una nota spesa di 86690 lire piemontesi che gli venne pagata. Poi ne chiese altre 7743, oltre a proporre di scrivere un libro sulle ‘malefatte’ dei Borboni con un modesto anticipo di 40.000 ducati. Sembra – secondo Montanelli e Nozza – che avesse ricavato anche quattrini dalla vendita al dettaglio di armi che Bertani, strettissimo ed influente consigliere di Garibaldi, gli aveva già pagato con 500.000 ducati.
Alla camorra, ‘da distribuire ai bisognosi del popolino’ vengono assegnati 75.000 ducati pari a 17 milioni di euro.
Con un ennesimo decreto del 26 ottobre, Garibaldi attribuisce una pensione vitalizia di 12 ducati mensili (2700 euro) a Marianna de Crescenzo, detta Marianna la sangiovannara, sorella del capo della camorra Salvatore, ‘uomo di fiducia’ Liborio Romano; a Antonietta Pace, Carmela Faucitano, Costanza Leipnecher e Pasquarella Proto, cioè all’intero vertice femminile della camorra. Il ‘prelievo’ avviene con un semplice biglietto scritto e senza alcuna giustificazione. Nel giro di due mesi le casse dei Borboni vengono ripulite perché i garibaldini hanno messo le mani su 90 milioni di ducati pari ad oltre 2 miliardi e mezzo di euro. (4° continua)

* Aldo Servidio, ‘L’Imbroglio Nazionale – Unità e unificazione dell’italia (1860-2000) Alfredo Guida editore Napoli 2002.

** 1848 Ferdinando II di Borbone aveva concesso una nuova costituzione , anticipando di alcuni mesi il ‘cuginetto’ Carlo Alberto di Savoia, quello del ‘Fatal Novara’.

BIOBIBLIOGRAFIA

Giovanni Lubrano di Scorpaniello (si firma GL) è giornalista professionista e storico.
Nato a Tripoli di Libia, si è laureato a Roma, università degli studi, facoltà di scienze politiche, nel 1970. Ha lavorato nella direzione nazionale del partito socialista italiano quale funzionario addetto alla segreteria generale con il sen prof. Francesco De Martino dal 1964-72. Nel periodo della unificazione socialista tra psi e psdi, per designazione della segreteria socialista, svolse funzione di raccordo tra le segreterie del psi-psdi unificati ed il presidente del nuovo soggetto politico, vice presidente del consiglio, on. Pietro Nenni. Esperienza maturata tra il 1966 ed il 1969. Nel 1968 Lubrano preferì di rimanere a lavorare nella direzione socialista, benché lo stesso De Martino, entrato a far parte del Ministero Rumor in qualità di vice presidente del consiglio, desiderasse fortemente la sua presenza nel gab inetto presidenziale di Palazzo Ghigi. Per l’infausta scissione del 1969 de Martino, appena tornato al timone del psi, volle che Lubrano continuasse a collaborare direttamente con lui. Nel frattempo Lubrano, con Giorgio Cabibbe, Mimmo Liguoro, Agostino Saccà e Enzo Leone aveva dato un decisivo impulso all’’alleanza tra dematiniani e manciniani che, nella federazione giovanile socialista italiana, avrebbe di gran lunga anticipato la svolta politica nota col documento ‘De Martino-Mancini-Giolitti-Viglianesi e, nell’estate del 1969 avrebbe provocato il rovesciamento del segretario del partito socialista unificato Mauro Ferri. Lubrano seguì De Martino a Palazzo Ghigi nei governi Rumor e Colombo e, successivamente, fu eletto membro del comitato centrale socialista per la corrente De Martiniana nei congressi di Genova 1972 Roma 1976 Torino 1978.Negli anni in cui De Martino dopo la svolta del Midas fu costretto al ruolo di minoranza nel psi di Craxi, Lubrano diresse l’agenzia di stampa del la corrente demartiniana o di quel che ne rimaneva, che si chiamava ‘Unità e Riscossa socialista’.
Da molti anni Lubrano segue come storico le vicende militari e politiche della patria Italia ed è commendatore della Repubblica dal 2 giugno 2003.

giovanna.canzano@email.it
skype: giovanna canzano roma
messanger: giovanna.canzano@hotmail.it

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