Migliaia di tonnellate di rifiuti che nessuno vuole.

Lo slogan di alcuni decenni fa suonava cosi’ : “ vedi Napoli e poi muori “ Oggi lo stesso slogan suona in modo del tutto diverso …morire dalla puzza. Mi ritornano in mente le parole del cantautore Pino Daniele: “Napule’e n’carta sporca e nisciune se n’porta”. Dal ‘94 le istituzioni non hanno fatto altro che spazzare “ l’emergenza rifiuti partenopea ” sotto il tappeto. I cittadini ( contribuenti ) non ne possono piu’. Al di la’ delle guerriglie urbane, che tra l’ altro non fanno altro che riempire pagine di giornali, alimentano strumentalizzazioni e abbondarsi in parole futili nei salottini politici, come nel caso di Porta a Porta con risultati di nulla di fatto. Le domande che il cittadino italiano in Patria e all’ estero dovrebbe porsi sono le seguenti:
( 1 ) la diossina prodotta dalla combustione finira’ sulla nostra tavola ?
( 2 ) Cosa puo’ fare nel suo piccolo il cittadino per indurre il legislatore ad agire tempestivamente ?
Ovviamente non occorre essere degli emeriti in materia, per arrivare a delle semplici considerazioni: la diossina sprigionata va su’ e poi ritorna giu’ e probabilmente finira’ sulla nostra tavola. Dopo aver assistito a tanto menefreghismo istituzionale, in qualita’ di consumatore, credo di sentirmi leggittimamente allarmato quando mi reco al supermercato. Nell’ incertezza, forse, farei meglio per un po’ di tempo ad evitare ( per dirne una ) la “ caprese “ .
Abbiamo gia’ detto che le rivolte servono solo a riempire le pagine dei giornali….e allora quale sarebbe l’ alternativa ?
Dire che basterebbe abolire regioni e province apparirebbe demagocico. Il rapporto Stato -comuni e’ una realta’ funzionante solo nel mondo anglosassone. Aprendo una parentesi, a Londra dove risiedo, lo smaltimento dei rifiuti e’ gestito da enti comunali e privati in perfetta simbiosi e competivita’, se un cittadino ha qualcosa extra da smaltire, (per dirne un’ altra) la lascia in mezzo alla strada ed informa il comune. All’ indomani, siamone certi, sara’ ritirata.
E’ possibile che in Campania, dopo tanti commissariati straordinari e tanti milioni di euro spesi o sperperati si e’ ancora alla conclusione, che e’ tutta colpa del “Babba’”? Detto cio’, costutituzionalmente ogni cittadino ha diritti e doveri cui adempiere. Sia per il comune mortale contribuente che per il legislatore. Cosa succede quando il comune mortale adempie ai suoi diritti nel pagare le tasse e le istituzioni non adempiono altrettando ai loro doveri ? La risposta e’ stata proposta l’ anno scorso da Umberto Bossi : “ lo sciopero fiscale “ Nel caso specifico dei nostri corregionali, anche a loro viene imposto l’ I.C.I. ( imposta comunale sugli immobili ) senza nessuna alternativa. E allora, perche’ pagare una tassa per un servizio non “adeguatamente ricevuto” ? Come avrebbe detto il nostro caro e compianto Toto’ : “ paghero’ a babbo morto “ …o meglio paghero’ con i dovuti arretrati… a strade pulite. Proviamo ad immagginare se questa linea fosse stata intrapresa dai campani alcuni anni fa. Senz’altro la situazione avrebbe preso un altra piega. Altro che manifestazioni strumentalizzate e guerriglie pilotate!

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