Spigolature: Defeat!

di Renzo Balmelli

Spigolatura 1 – LA BOLGIA. Sconfitto in tutte le lingue. Defeat. Verlier. Vaincu. Questa è l’immagine di Berlusconi diffusa dalla stampa europea dopo il voto al Senato. Ma il Cavaliere, che per sua natura è convinto di non avere sbagliato mai, non ci sta e replica ai duri attacchi degli alleati cavando dal cilindro l’ultimo colpo di scena, forse quello della disperazione. Da attore consumato, in una grande bolgia, attorniato da un tifo da stadio, il leader di FI presenta la sua nuova creatura, il “Partito del popolo italiano della libertà”, un partito aperto che “è contro i parrucconi della vecchia politica”. Senti chi parla. L’iniziativa non pare suscitare grande entusiasmo nelle altre componenti della CdL. La “cosa due” di Berlusconi nasce da una sconfinata, ma sterile, sete di rivincita e rappresenta l’implicito riconoscimento della sconfitta. Per carità, magari saranno anche vere le cifre mirabolanti sulla raccolta di firme per mandare a casa il governo. Non si puo’ mai dire. I piu’ scettici ricordano pero’ il famoso milione di nuovi posti di lavoro che nessuno ha mai visto. Ma ormai il Paese è stanco e disorientato. Voler trasformare la vita degli italiani in una continua campagna elettorale e in un duello all’ultimo sangue contro Prodi, non rappresenta un’alternativa seria, ma soltanto un’ossessione.

Spigolatura 2 – LAMBERTOW. Se la destra piange, il centro-sinistra non ride. La maggioranza vince una prova significativa, ma resta ancora fragile, senza una visione comune, mentre cresce il disagio tra le sue fila. Le bizze di Dini, attratto dall’idea di accasarsi in un’area isolata della politica di governo, sono un motivo di preoccupazione. Per gli alleati Lambertow è tuttavia senza sponde. Ne pare convinto anche Bossi che si orienta verso le riforme si prepara a scaricare Berlusconi, “un illuso che ha sbagliato tutto”. E se lo dice lui…

Gauche caviar, Le retour

Spigolatura 3 – IMITAZIONI. Il colossal “Il ritorno di Berlusconi, la vendetta” aveva quale protagonista di riferimento l’ascesa di Nicolas Sarkozy che a sua volta, per alcuni osservatori, ricalca i comportamenti del Cavaliere. Vero o no che sia, Sarko sembra però di già sulla buona strada: promette quasi tutto cio’ che non riesce a mantenere. A sei mesi dall’elezione, il nuovo inquilino dell’Eliseo finora ha portato a casa soltanto una modesta riforma fiscale, tra l'altro non proprio da Robin Hood. Intanto in Francia cresce il malessere sociale. E la sinistra, che si era fatta abbacinare dal verbo del vincitore, comincia a ricredersi. C’è chi pensa che Sarkozy sia un falso mito.

Spigolatura 4 – UN SEGNALE. Dopo il dramma di Arezzo occorreva un segnale, un segnale forte che per un istante riuscisse a rendere meno insopportabile l’orrore per una tragedia tanto assurda. Ed è arrivato. Scozia-Italia in quest’ottica è stata una lezione di civile comportamento sportivo che dovrebbe insegnare qualcosa a tutti coloro che strumentalizzano il tifo violento. La posta in palio era altissima, la qualifica agli europei, eppure la correttezza in campo e il rispetto sugli spalti ci sono parsi esemplari. Ma scambiare l’edificante episodio come una decisiva inversione di rotta nel carosello di interessi inconfessabili che avvelenano il mondo del calcio vuol solo dire coltivare illusioni. L’Italia ha vinto, con merito, ma nessuno si nasconda dietro il successo degli azzurri per rinviare quella spallata che qui, diversamente da quella di Silvio, sarebbe davvero salutare.(ADL)

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