Largo sui comodini, e’ arrivato "Il grande mutuo"

di Alberto Leoncini

Se avete spazio residuo sul vostro comodino, è giunto il momento di colmarlo, se invece non ne avete, ricavatelo. Le dimensioni non sono improponibili, ma il contenuto è straordinario; si viene attratti dalla fascetta gialla che ci invita ad indagare perché 400.000 famiglie italiane non riusciranno a pagare le rate del mutuo nel 2008, ma ben presto ci si accorgerà che le questioni da dirimere sono ben più ampie.

“Il grande mutuo” (Editori Riuniti, pp.197, € 12,00), ultimo scritto in ordine di tempo di Nino Galloni, economista italiano dalla vasta esperienza internazionale che in pochi capitoli ci spiega il perché degli aumenti di pignoramenti ai mutuatari, delle insolvenze generalizzate e di cosa dobbiamo aspettarci dalla crisi dei mutui “sub prime” e, più in generale, dalla spinta all’indebitamento delle famiglie, oltre a spiegare cosa l’abbia generata.

I grandi luoghi comuni dell’economia sono ribaltati, demistificati, direi che viene sottratta all’economia ed alla finanza quell’aura sacrale che circonda i banchieri, nuovi sacerdoti e porporati del dio denaro.

La grande finanza internazionale non ha più freni, limitazioni od ostacoli, solo il desiderio, o più propriamente la necessità, come lo stesso Galloni fa trasparire dal libro, di continuare a giustificare se stessa sulle spalle dei quattro quinti della popolazione mondiale ridotta alla fame e del restante quinto che, per un presunto benessere i cui corollari sono inquinamento, disfacimento sociale, ipercompetitività e ricerca del profitto ad ogni costo, fa da reggicoda, svendendo il proprio lavoro, la propria dignità ed intelletto.

Marco Della Luna, autore di “Euroschiavi”, firma l’introduzione enumerando i problemi aperti, i nodi venuti al pettine nonostante le anacronistiche censure dei media, che in ogni modo cercano di minimizzare e nascondere la realtà dei fatti, consci della pericolosità della consapevolezza su vasta scala.

Il testo senza dubbio è rigoroso e puntuale nelle analisi, supportato da una bibliografia di grande respiro e presentato da un editore il cui marchio è sinonimo di autorevolezza, come peraltro lo era Rubbettino che aveva proposto “Misteri dell’euro, misfatti della finanza”, sempre di Galloni.

Quest’opera, insomma, ha il pregio di sottrarre alla demagogia un certo dibattito sulla moneta, la sua proprietà, gli interessi che ruotano dietro l’integrazione europea etc… L’auspicio è, ovviamente che il testimone della divulgazione venga raccolto anche da altre realtà informative, come televisioni locali, giornali cartacei, editori, ma specialmente al passaparola fra le persone, dal momento che la presa di coscienza in merito a questi temi è contagiosa.

L’economia, come dicevo, non è un monolite, un dogma, o perfino una punizione conseguente alla mela di Adamo ed Eva, come talora ci appare ogni qualvolta vediamo il solone di turno entrare senza permesso nei nostri salotti e cucine, tramite la TV, e spiegarci che “la situazione è questa e i tagli sono inevitabili perché ce li chiede l’Europa”, come se l’Europa fosse quella prosperosa donna che talvolta si trova raffigurata per godere le grazie della quale, ogni prezzo è lecito pagare. L’approccio, tuttavia è dialettico e problematico, e dunque il progressivo dipanarsi delle argomentazioni permette anche al neofita di prendere consapevolezza del colossale inganno generalizzato di cui è vittima. L’obiettività di Galloni si evince in modo chiaro sul cruciale nodo “signoraggio”, ed io, concordando in pieno, riporto la sua posizione in merito a quella che più correttamente dovrebbe essere chiamata “validazione monetaria”, cioè nei fatti espropriazione della sovranità pubblica sulla moneta con la conseguente emissione su criteri privatistici a fronte di spese di produzione pressoché nulle, difatti sarebbe già un grande passo in avanti se ancor oggi si potesse parlare di signoraggio, poiché vorrebbe dire che solo una parte dei costi di emissione della moneta verrebbe stornata a guadagno, qui invece si tratta di un vero e proprio esproprio della facoltà stessa di emettere moneta, nemmeno basata sulla “fiducia” dal momento che alternative non ce ne sono, sia che la loro etichetta porti la scritta Bankitalia, BCE o altro…

Galloni, nell’approciarsi al problema legato al ruolo delle banche e dell’accesso al credito, tratteggia un ideale di banca che faccia da volano per lo sviluppo e che conceda il credito non in virtù di un profitto interno bensì di un vantaggio per l’economia reale; ovviamente nessun economista serio può negare l’importanza del credito, trattandosi di un legame tra presente e futuro come rileva Galloni, e le sue ricadute sul tessuto sociale; ciò deve per forza essere attuato tramite una banca, o almeno tramite un istituto atto a tale scopo, che abbia comunque caratteristiche contabili, giuridiche e strutturali assai diverse dalle attuali.

Cosa fare dunque per pensare ad un cambiamento? Quali provvedimenti prendere? Trattandosi di un’annunciata catastrofe verrebbe da dire “aspettiamo l’implosione”, prima o poi arriverà… I provvedimenti tampone, invece, secondo me, non servono a rendere più morbido il laccio, come taluni sostengono, bensì a far aprire gli occhi, ad abbattere con una misera fionda il Golia che minaccia le nostre vite. Le monete complementari, come anche tentativi di rinegoziazione dei mutui, come quella lanciata dal “No Euro” di recente (se ne può trovare traccia su www.noeuro.it ), sono espedienti che forse potranno minare il castello di carte che i meccanismi finanziari hanno innestato, oppure la prospettiva della “Carbon Currency” (www.carboncurrencyfoundation.org moneta il cui valore sia determinato dall’estensione delle foreste, al taglio delle stesse il valore cala).

Mi si permetta infine una digressione personale, scaturita dall’introduzione di Della Luna, nella quale questi dichiara Galloni come un uomo autenticamente di “sinistra” (poiché si espone per l’interesse collettivo in opposizione a quello elitario) e “cristiano”, “se essere cristiano è servire il prossimo anziché il principio del profitto per il profitto”. Non v’è dubbio che un tale dibattito meriterebbe ben maggiore approfondimento di queste poche righe, certo è che appare davvero difficile per il credente consapevole non guardare all’attuale situazione finanziaria e monetaria come ad una manifestazione mefistofelica, anzi come la manifestazione demoniaca in senso primigenio, poiché ogni altro dramma della contemporaneità è, in realtà, riconducibile allo stato di cose di cui sopra.(Criticamente.it)

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