L’operazione condotta nelle ultime ore dalla Guardia di Finanza, su disposizione della DDA di Catanzaro, ha inciso pesantemente sulle cosche mafiose Gentile e Muto del Tirreno cosentino. La scarcerazione del boss della ‘ndrangheta, Francesco Muto, capo dell’omonima cosca, avvenuta nel settembre 2007, e da me fortemente criticata anche attraverso la presentazione di un atto ispettivo parlamentare, non poteva non far prevedere il proseguimento del potere che la stessa cosca Muto, insieme alle altre cosche provinciali cosentine e non solo, avrebbe continuato ad esercitare sul territorio.
Va dato atto dell’importante ed egregio lavoro di contrasto che la DDA di Catanzaro sta attuando e dal quale emergono le grandi collusioni che la ‘ndrangheta ha in Calabria con buona parte del mondo politico, nella gestione delle varie attività.
In tempi non sospetti ho denunziato la pervasività della ‘ndrangheta e delle sue collusioni nell’intera Regione Calabria; sono, infatti, sempre stata convinta che la pericolosità della ‘ndrangheta non ha punti vuoti in Calabria e che la sua pervasività è rintracciabile in tutte le attività dei vari Enti Locali.
Componente Commissione Nazionale Antimafia