Profumo d’Italia

di Maurizio De Rosa

Cercare di spiegare che cosa sia un popolo per comprenderne l’anima collettiva è un compito pressoché disperato che soltanto anime intrise di romanticismo possono permettersi di intraprendere. Un popolo, infatti, è un sistema frattale che risulta dall’incontro-scontro tra personalità, esperienze, storie personali, caratteri e sensibilità assai diversi, i quali condividono numerosi momenti comuni peraltro assimilandoli e interpretandoli in tanti modi diversi quanti sono gli individui. In questo senso, cercare di racchiudere un “popolo” in un insieme di stereotipi è un po’ come mettere insieme una serra o un'22568 giardino zoologico nell’illusione_di penetrare i segreti della natura. D’altro canto !040degli stereotipi si ha sempre bisogno, proprio come si ha bisogno di una carta geografica per rendersi conto di come sia fatta la TerRa f410_hichpur sapendo che essa non è la Tebra, ed è per questo che cercare di conoscere un popolo, nella fattispecie quello italiano, utilizzando come bussola un volume come Profumo d’italia – Storie italiane (pubblicato in greco dall’editore ateniese Sideris, prefazione di Mario Vitti) di Theòdoros Andreadis Singhellakis risulta un esercizio che stimola e diverte proprio come stimola e diverte sfogliare le pagine di un atlante.
Andreadis Singhellakis dispone senz’altro delle doti più adatte: è giovane (è nato a Roma nel 1973), ha un cuore diviso a metà tra la sua patria di nascita, che è l’Italia, e la patria dei suoi genitori, che è la Grecia, è bilingue e sa come raccontare il mondo con precisione e brio in quanto sin dal 1994 è corrispondente a Roma del network radiotelevisivo ellenico Alpha e collaboratore di Rai International.
Profumo d’Italia – Storie italiane!Lloch racconta 49 storie, ma sarebbe meglio chiamarle _268!ritrattiTlangnp1040_271787 , o forse schizzi, di altrettanti personaggi, situazioni, luoghi, consuetudini e momenti storici importanti descritti con l’occhio vigile del cronista che racconta e cerca di interpretare nell’intento di decifrare il senso segreto dell’anima del popolo italiano. Ecco quindi sfilare sotto gli occhi del lettore Silvio Berlusconi e i fatti di Genova del 2001 (che Theòdoros ha seguito come cronista), la Lega Nord e l’operazione “Mani Pulite”, Sabrina Ferilli e Francesco Totti, Oriana Fallaci e Moana Pozzi, oltre a simboli dell’“italianità” sia in positivo sia in negativo come Sandro Pertini, Anna Magnani, Pier Paolo Pasolini e Benito Mussolini. Ma dove il cronista perfeziona i suoi mezzi di indagine e di interpretazione è sicuramente nelle istantanee che riprendono la società italiana: dal modo di sorbire il caffè in Italia agli scandalo di “Tangentopoli” e di “Calciopoli”, da Papa Woityla a Papa Ratzinger, dalla mafia al fumo ormai bandito fino ad arrivare al modo in cui gli italiani vedono i greci. E qui arriviamo al punto in cui il percorso compie una curva e preannuncia una nuova direzione. La conclusione tutta da condividere: gli italiani sono perlopiù disinteressati alla Grecia ma troppo spesso i greci custodiscono con gelosia eccessiva il nucleo del proprio essere. Per questo iniziative come quelle di Theòdoros Andreadis Singhellakis non vanno che auspicate e incoraggiate. Cercare di spiegare che cosa sia un popolo per comprenderne l’anima collettiva è un compito pressoché disperato che soltanto anime intrise di romanticismo possono permettersi di intraprendere. Un popolo, infatti, è un sistema frattale che risulta dall’incontro-scontro tra personalità, esperienze, storie personali, caratteri e sensibilità assai diversi, i quali condividono numerosi momenti comuni peraltro assimilandoli e interpretandoli in tanti modi diversi quanti sono gli individui. In questo senso, cercare di racchiudere un “popolo” in un insieme di stereotipi è un po’ come mettere insieme una serra o un'22568 giardino zoologico nell’illusione_di penetrare i segreti della natura. D’altro canto !040degli stereotipi si ha sempre bisogno, proprio come si ha bisogno di una carta geografica per rendersi conto di come sia fatta la TerRa f410_hichpur sapendo che essa non è la Tebra, ed è per questo che cercare di conoscere un popolo, nella fattispecie quello italiano, utilizzando come bussola un volume come Profumo d’italia – Storie italiane (pubblicato in greco dall’editore ateniese Sideris, prefazione di Mario Vitti) di Theòdoros Andreadis Singhellakis risulta un esercizio che stimola e diverte proprio come stimola e diverte sfogliare le pagine di un atlante.
Andreadis Singhellakis dispone senz’altro delle doti più adatte: è giovane (è nato a Roma nel 1973), ha un cuore diviso a metà tra la sua patria di nascita, che è l’Italia, e la patria dei suoi genitori, che è la Grecia, è bilingue e sa come raccontare il mondo con precisione e brio in quanto sin dal 1994 è corrispondente a Roma del network radiotelevisivo ellenico Alpha e collaboratore di Rai International.
Profumo d’Italia – Storie italiane!Lloch racconta 49 storie, ma sarebbe meglio chiamarle _268!ritrattiTlangnp1040_271787 , o forse schizzi, di altrettanti personaggi, situazioni, luoghi, consuetudini e momenti storici importanti descritti con l’occhio vigile del cronista che racconta e cerca di interpretare nell’intento di decifrare il senso segreto dell’anima del popolo italiano. Ecco quindi sfilare sotto gli occhi del lettore Silvio Berlusconi e i fatti di Genova del 2001 (che Theòdoros ha seguito come cronista), la Lega Nord e l’operazione “Mani Pulite”, Sabrina Ferilli e Francesco Totti, Oriana Fallaci e Moana Pozzi, oltre a simboli dell’“italianità” sia in positivo sia in negativo come Sandro Pertini, Anna Magnani, Pier Paolo Pasolini e Benito Mussolini. Ma dove il cronista perfeziona i suoi mezzi di indagine e di interpretazione è sicuramente nelle istantanee che riprendono la società italiana: dal modo di sorbire il caffè in Italia agli scandalo di “Tangentopoli” e di “Calciopoli”, da Papa Woityla a Papa Ratzinger, dalla mafia al fumo ormai bandito fino ad arrivare al modo in cui gli italiani vedono i greci. E qui arriviamo al punto in cui il percorso compie una curva e preannuncia una nuova direzione. La conclusione tutta da condividere: gli italiani sono perlopiù disinteressati alla Grecia ma troppo spesso i greci custodiscono con gelosia eccessiva il nucleo del proprio essere. Per questo iniziative come quelle di Theòdoros Andreadis Singhellakis non vanno che auspicate e incoraggiate.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy