Per chi voteranno gli ispanici?

Repubblicani e Democratici si pongono con ansia questa domanda

HOUSTON, TEXAS – Una domanda che molti si pongono in Italia in occasione delle elezioni politiche è quella di quali partiti appoggino due potenti organizzazioni quali la Chiesa cattolica ed il crimine organizzato. In America, invece, ci si chiede per chi voterebbero le minoranze e, fra queste, quella ispanica che sta diventando col passare del tempo sempre più grande, potente e politicamente influente. Secondo le ultime stime, dal luglio dello scorso anno ad oggi il supporto ispanico al partito democratico sarebbe aumentato in percentuale di ben otto punti, mentre quello per il partito repubblicano sarebbe sceso di cinque.
Da tempo negli Stati Uniti si dibatte lo spinoso problema degli immigrati ispanici illegali che assieme ai loro conterranei, divenuti ora cittadini della repubblica a stelle e strisce, sono giunti a rappresentare una delle minoranze più numerose e più influenti. Da recente in Florida, nel corso di un dibattito, politici conservatori come Giuliani e Romney sono venuti ai ferri corti proprio sulla politica d’adottare con gli Ispanici entrati in America irregolarmente e che lavorano di nascosto producendo ricchezza di cui beneficiano tutti. Gli Americani pero’, secondo le statistiche, nella stragrande maggioranza dei casi non li vogliono, ne’ desiderano che il Congresso passi leggi a loro favore e che conceda loro benefici. Moltissimi, forse a causa dell’attuale inflazione e del grande aumento del costo della vita, sono pure favorevoli all’idea che vengano rintracciati al più presto dagli agenti dell’Immigration ed espulsi subito.
Adesso i candidati alle presidenziali dei due schieramenti si trovano a giocare una partita che è difficile o anzi quasi impossibile vincere. Per rastrellare ancora più voti, tanto degli Americani che degli Ispanici che votano, dovrebbero promettere cose inconciliabili ed in totale contrasto fra loro: fermezza da una parte e tolleranza e disponibilità dall’altra e ciò, naturalmente, non e’ possibile. Gli Stati Uniti hanno sempre oscillato fra isolazionismo ed apertura e ciclicamente, quando l’economia segna il passo, si vorrebbe fare in modo che il sogno americano fosse riservato solo a chi ne ha titolo. Molti non dimenticano pero’ che questa è, in effetti, una nazione composta da immigrati, non se la sentono di sbattere la porta in faccia a chi bussa e si varano sanatorie, molto contestate dagli irriducibili xenofobi, per regolarizzare chi è ormai diventato un ingranaggio utile della macchina produttiva americana.
Da recente i piani del Presidente Bush per una di queste sanatorie non si sono potuti attuare e ciò, come si può ricordare, ha innescato in una serie di dimostrazioni degli Ispanici in molte città importanti prima, ed un progressivo avvicinamento di questi ai Democratici dopo.
Qualche analista repubblicano non aveva visto di buon occhio, per le sue probabili ricadute negative, la mancata concessione della sanatoria agli “indocumentados” ed ora, a distanza di poco tempo, si viene ad avere conferma di quanto si sa da tempo e, vale a dire, che i politici come i genitori farebbero bene a non fare promesse a vuoto e che non sono poi in grado di mantenere.
Col passare del tempo, i parenti e gli amici degli immigrati illegali ispanici che vedono costruire muri di divisione tra USA e Messico in televisione, potenziare gli effettivi della Guardia confinaria, ed intervenire in alcuni casi persino la Guardia Nazionale, hanno cominciato ad accostarsi sempre di più a Hillary Clinton ed al suo partito facendo venir meno progressivamente il proprio supporto per i Repubblicani.
Con l’approssimarsi delle elezioni presidenziali del prossimo anno, si comincia a capire, dunque, per chi potrebbero votare gli Ispanici, mentre sembra chiaro che per gli tutti gli altri Americani la priorità certamente più importante rimane quella della sicurezza dei confini nazionali.
Proprio in questi giorni, in cui si discute a proposito dell’Iran, di minacce reali e di minacce poco probabili, dagli ambienti preposti alla sicurezza è emerso inequivocabilmente che gli attacchi come quelli di New York possono ancora ripetersi e che uno dei modi più efficaci per scongiurarli è quello di tenere gli occhi bene aperti sul confine del nord col Canada e su quello a sud col Messico. E’ quindi inevitabile che le maglie della rete che si fa più impenetrabile per bloccare i terroristi, vengano pure a stringersi attorno al sogno americano di molti Ispanici che, fino ad oggi, erano riusciti ad entrare irregolarmente negli Stati Uniti senza rimanere invischiati nelle difficoltà non meno temibili presentate a chi vuole emigrare in America dalle pastoie burocratiche che regolano l’immigrazione.

Direttore INFO USA Magazine

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