di Wanda Castelnuovo
Oltreché grande commediografo Carlo Goldoni (Venezia 1707-Parigi 1793) è grande innovatore: si deve infatti a lui il passaggio dalla ‘commedia dell’arte’ (in cui gli attori non seguivano un copione scritto e sul filo conduttore della trama si affidavano all’estro del momento) alla ‘commedia di carattere’ in cui gli attori devono recitare battute scritte. “Occorre studiare” si lagna più volte l’Arlecchino ne Il teatro comico. ‘Rivoluzione copernicana’ poiché la riforma goldoniana pone come punto di riferimento l’autore e non più l’attore che diviene soltanto interprete più o meno grande, più o meno acclamato. Opera quindi garbatamente didascalica Il teatro comico può essere definito un ‘manifesto da palcoscenico’ con il quale Goldoni vuole ‘educare’ gli spettatori alla novità ed è logica premessa alle 16 commedie di carattere da lui prodotte per la stagione 1750-1751 del veneziano Teatro S. Angelo. Scritto nel 1750, Il teatro comico (debutto a Milano nell’estate dello stesso anno) ha la formula del ‘teatro nel teatro’: Orazio, il capocomico, (un ottimo ed efficace Carlo Simoni) sta provando una commedia (Il padre rivale del figlio) da mandare in scena il giorno successivo e nello stesso tempo illustra ai singoli attori, chi entusiasta e chi abbastanza riottoso di fronte alla novità, il passaggio alla ‘commedia di carattere’. L’ipotetica commedia è perciò solo un pretesto per portare in primo piano quei ‘caratteri’ che poi ritroveremo nella produzione goldoniana, e per evidenziare la trasformazione in tale ottica di personaggi ripresi dalla ‘commedia dell’arte’ (Arlecchino, Pantalone, Rosaura, Brighella, …), lanciando nello stesso tempo uno sguardo sulle rivalità da palcoscenico: godibilissima quella tra ‘comici’ e ‘musicante’, quasi emblematico scontro tra ‘ il nuovo’ e ‘i vecchi retaggi’ del Seicento. Nell’esemplificare il diverso modo di far commedia non poteva mancare l’apparizione di una figura che non esisteva e diviene ora indispensabile: il suggeritore (uno spassosissimo Maurizio Ranieri). Il teatro comico è a un tempo commedia-manifesto e commedia-didascalica e bene ha fatto quindi il regista Marco Bernardi a riproporlo nello spirito originale, senza alcuna modernizzazione, in questo caso stravolgente. www.2righe.com