Dopo il lungo ed importante lavoro svolto da alcuni mesi, quale coordinatrice del Comitato sui Testimoni di giustizia della Commissione Nazionale Antimafia, sono fortemente preoccupata per la revoca del programma di protezione al Testimone Giuseppe Grasso. Da sempre sono stata convinta dell’importanza che hanno i testimoni di giustizia nel contrasto alla criminalità organizzata: la loro denunzia ed il loro coraggio sono risultati fondamentali per assicurare alla giustizia coloro che usurpano, attraverso racket ed usura, il bene altrui,quasi sempre conquistato con anni di lavoro e di sacrifici.
Le audizioni in Commissione Parlamentare di numerosi testimoni di giustizia mi hanno convinta della necessità di tutelare, con maggiori garanzie, di tali figure, rispetto a quanto previsto dalla apposita legge n. 45/2001 e proprio in tal senso ho approntato una relazione che verrà discussa e mi auguro approvata, entro il corrente anno dall’intera Commissione.
Ma proprio perché dovrebbe essere riconosciuta pienamente la specificità della figura del Testimone di giustizia e lo Stato dovrebbe essere maggiormente rispettoso di tale ruolo, non posso condividere la decisione della revoca del programma di protezione per Giuseppe Grasso. So che l’uomo non ha un carattere “facile”, ma come è possibile accettare la scelta della Commissione centrale, decisa l’8 novembre 2007, all’indomani della sentenza di condanna a otto anni di Pantaleone Mancuso, uno dei capi dell’omonima cosca, conseguente proprio all’accusa di Grasso? Non solo, ma Giuseppe Grasso, il 21 novembre u.s., ha ancora testimoniato nell’importante processo “Odissea” contro i La Rosa di Tropea, per ben 4 ore ed il 4 dicembre p.v., dovrà essere sentito, insieme alla signora Franzè Francesca, alla quale non è stato revocato il programma di protezione, sempre nel citato processo “Odissea”.
Saranno forse pure coincidenze le date di riunione e di deliberati della Commissione centrale, ma la decisone di revoca non può che apparire punitiva per il Grasso, negando quasi il coraggio che lo stesso ha avuto e sta continuando ad avere nel testimoniare contro gli uomini della ‘ndrangheta vibonese.
Continuerò ad essere a fianco di Giuseppe Grasso e di tutta la sua famiglia e dell’episodio, che, ripeto, reputo grave, ho già provveduto ad informare la Commissione Nazionale Antimafia, invitando il Presidente on. Forgione, ad intervenire per sanare la grave situazione.