Intervista a Filippo Giannini

di Giovanna Canzano

…“la sinistra si vede scavalcata dalle innumerevoli realizzazioni sociali di Cianetti, di Rossoni, di Bottai e, infine,

anche di Bombacci e così di seguito, oltre, ovviamente di Mussolini stesso.

Quelle realizzazioni sociali che i nostri bolscevichi avevano garantito e che, invece, si sono rivelate un sanguinoso fallimento. Il centro destra, d’altra parte, sa bene che un serio confronto su quel che riuscì al Fascismo potrebbe

risultare rovinoso; e allora ecco i due schieramenti perfettamente allineati sul termine:

“Fascismo, male assoluto”…. (Filippo Giannini)

CANZANO – Oltre ad essere un di architetto romano classe 1931 ed aver lavorato sia in Italia che all’estero, cosa mi può raccontare dei suoi anni giovanili? quale è il suo passato?

GIANNINI – Il passato remoto: Balilla.

CANZANO – E il suo passato prossimo?

GIANNINI – Prossimo in senso relativo: in quanto, affascinato dalla creazione di uno Stato Corporativo, fui uno dei primi iscritti al Msi. Avevo 16 anni.

CANZANO: Come nacque in lei la passione per la storia, dato che i suoi studi avevano radici così diverse?

GIANNINI – Debbo fare una premessa: abbandonai l’attività politica negli anni ’50 perché ero assorbito da altri impegni, fra i quali la frequenza nella facoltà di Architettura era, allora, obbligatoria. Dato che avevo fatto il biennio in Italia, completai gli studi in Australia dove, poi, vissi e lavorai a lungo. Tornai in Italia, con la mia famiglia, nel 1985.

CANZANO – Trentatré anni filati?

GIANNINI – Con interruzioni. Proprio durante uno miei rientri, era il 1980, mi capitò una cosa, diciamo piuttosto curiosa. Come missino mi ero interessato soltanto al presente, con ispirazione al sociale, come le ho detto, e molto poco alla storia del fascismo e di Mussolini. In quel 1980 mi capitò di ascoltare alla radio un servizio sul terremoto che allora aveva devastato l’Irpinia. Un cronista stava intervistando un contadino il quale raccontò che a seguito di quel disastro aveva perduto la casa e una figlia. Il cronista chiese se tutto il paese fosse andato distrutto. Il contadino rispose che tutto era stato raso al suolo, tranne quelle costruzioni edificate in segui to al terremoto del luglio 1930. Fu a questo punto che la trasmissione si interruppe improvvisamente, per riprendere poi, a sbalzi.

CANZANO – Interruzione democratica?

GIANNINI – Certamente non era una interruzione di carattere tecnico, ma chiaramente voluta. Quel contadino aveva richiamato alla memoria un terremoto, del quale io mai avevo sentito parlare, che aveva distrutto la stragrande maggioranza delle abitazioni e le uniche rimaste in piedi o leggermente danneggiate erano quelle “costruite dopo il terremoto del 1930”. Fu quella interruzione che suscitò il mio interesse e che mi spinse ad indagare.

CANZANO – In che senso?

GIANNINI – Come ho detto prima, io non sono uno storico. Proprio questa mia mancanza ha fatto sì che io mi dedicassi alla storia come la intendevo io: cioè scrivendo solo su documentazioni. Con questa impostazione ho iniziato a fare ricerche partendo proprio da quel sisma del 1930. Così appresi che Mussolini, appena venuto a conoscenza del sinistro, convocò il Ministro dei Lavori Pubblici Araldo Di Crollallanza e gli consegnò la somma di 100 milioni per avviare la ricostruzione. Del modo come questa avvenne tutti gli italiani dovrebbero approfondire la conoscenza facendo un parallelo con quanto si verificò in situazioni simila ri nel dopoguerra. Alla Stazione Termini di Roma era predisposto un convoglio ferroviario attrezzato per emergenze del genere. La sera stessa Di Crollalanza convocò tecnici e operai per una immediata partenza. Il Ministro stabilì il suo quartier generale in un vagone e lo pose al centro della zona devastata dal sisma. Per concludere: in poco meno di un anno tutte le case furono ricostruite con sistemi antisismici: quelle, appunto, che avevano resistito al sisma del 1980. Ma non è finito: Araldo Di Crollalanza in occasione di un rapporto che fece a Mussolini, restituì all’erario una decina di milioni, perché “gli erano rimasti”. A dirlo oggi sembra che si parli di un altro mondo. Pensi che una sera, per le polemiche che sorsero in seguito di denari elargiti per la ricostruzione dei danni causati dal sisma del 1980, misteriosamente spariti, l’allora Presidente della repubblica Sandro Pertini si affacciò sul video, con l’immancabile pipa in ma no e, guardandomi fisso negli occhi, pose a me e a tutti gli spettatori che fine avessero fatto quei finanziamenti. Ha capito? Lo chiedeva a me!

CANZANO – Quindi in seguito a questo avvenimento in lei nacque la passione per la storia. . .

GIANNINI – Esattamente. Continuando i miei studi, mi deve credere, fu come se mi si aprisse una sipario. Questa ricerca iniziata, grosso modo, nel 1980 mi ha portato ad indagare negli Archivi dei vari ministeri e nelle biblioteche. E, pur con la massima modestia, debbo dire che è stata fruttifera.

CANZANO – Un lavorone. Chissà quando finirà, perché le menzogne e le falsità continuano.

GIANNINI – Ripeto, io scrivo solo su documentazione. Dopo aver completato una collana di cinque volumi sul periodo di Mussolini, per quanto ne so, nessuno ha potuto contestare quanto riportato nei miei libri.

CANZANO – La demonizzazione di tutto ciò che è riconducibile a Mussolini è stata solo una propaganda della sinistra?

GIANNINI – Non è solo la sinistra che demonizza il Fascismo, ma tutta l’area dalla così detta estrema sinistra, anche quella del centro destra. E’ un continuo, esacerbato, puntuale attacco a quel periodo. D’altra parte (non vorrei scivolare nella politica, ma quando entra in scena quel periodo, immancabilmente il richiamo alla politica è indispensabile), la sinistra si vede scavalcata dalle innumerevoli realizzazioni sociali di Cianetti, di Rossoni, di Bottai e, infine, anche di Bombacci e così di seguito, oltre, ovviamente di Mussolini stesso. Quelle realizzazioni sociali che i nostri bolscevichi avevano garantito e che, invece , si sono rivelate un sanguinoso fallimento. Il centro destra, d’altra parte, sa bene che un serio confronto su quel che riuscì al Fascismo potrebbe risultare rovinoso; e allora ecco i due schieramenti perfettamente allineati sul termine: “Fascismo, male assoluto”. E dato che detengono il monopolio dell’informazione, possono sostenere quel che per loro è più opportuno. Guardi quanto ha detto il P.M. De Magistris, titolare dell’inchiesta “Why not”, uno dei mille e mille scandali che hanno colpito il nostro Paese da sessant’anni ad oggi. Ebbene, De Magistris, persona colta e certamente integerrima, per evidenziare che l’autorità politica si è attivata per togliergli l’incarico, cosa illecita e arrogante, ha detto che questo modo di operare gli ricordava quello fascista. La verità, invece, è completamente diversa: il regime fascista, per far sì che la Magistratura rimanesse al di sopra delle parti, vietò ai magistrati l’iscrizione al Pnf. Quando Mussolini ritenne di dover intervenire a difesa del Regime, creò, con legge del 25 novembre 1926 n. 2008, il Tribunale per la difesa dello Stato, escludendo dalla sua composizione i magistrati ordinari. Questo valeva anche nel periodo della Rsi. Infatti allora le sentenze venivano pronunciate “nel nome della Legge”, quindi senza alcun riferimento né alla Repubblica Sociale, né al Partito Fascista Repubblicano, né, tantomeno, nel nome del Duce. Questo per confermare come un uomo di valore quale è De Magistris sia stato raggirato dal potere mediatico dell’attuale regime.

CANZANO – Mussolini è sullo stesso livello di Hitler?

GIANNINI – E’ uno dei tanti tentativi messi in atto dalla vulgata resistenziale: affiancare alle vere, reali o esagerate stragi hitleriane, la figura di Mussolini. In uno dei miei articoli scrissi che fra i due personaggi, Mussolini e Hitler, c’è la stessa differenza che può sussistere fra un cavallo castano e un ippocastano. Per andare direttamente al sodo della questione principale, e mi riferisco al così detto Olocausto ebraico, l’unico Capo di Governo, nel periodo 1939-1945, che si oppose alla consegna degli Ebrei ai tedeschi fu Benito Muss olini. Nel mio ultimo volume, che riguarda appunto questo argomento, ho dimostrato che né Stalin, né Churchill, né Roosevelt, né i partigiani, fecero alcunché per salvare gli ebrei da quelle che vengono ricordate come le camere a gas. E tutto questo è dimostrato. Infatti i tedeschi effettuarono l’assalto al ghetto di Roma dopo la defenestrazione di Mussolini, e non ancora insediatasi la Rsi. Uno dei maggiori storici israeliani, Léon Poliakov, scrisse che dove entravano le truppe di Mussolini, lì si ergeva uno schermo protettore. Il male assoluto va cercato altrove.

(CANZANO -www.fasciitaliani.it/Documenti eVolantini/LA__GRANDE__MASCALZONATA.pdf )

CANZANO – Gli ebrei, l’Olocausto, i numeri giusti dei deportati. . .

GIANNINI – Se tutto si svolse secondo la letteratura dei vincitori, allora è un problema di coscienza esclusivamente dei tedeschi. A me interessa mettere in luce la storia “vera”. Se dovesse risultare che Mussolini e i fascisti hanno delle responsabilità nello sterminio, io sarei il primo a prenderne atto e farne denuncia. Per quanto risulta dalle mie ricerche la verità è quella che ho indicato nei miei volumi i quali, lo ripeto, sono documentati. Il risultato che proviene dai documenti mi dice che la verità è assolutamente diversa da quella che è stata tramandata. Sono l’autore di una collana che ha per titolo “Benito Mussolini – l ’uomo della pace”. Pertanto o io sono un pazzo, oppure la pazzia (ma è meglio definirla: malafede) è altrove.

CANZANO – Perché “della pace”?

GIANNINI – La definizione non è mia. La lessi su qualche libro e non mi meraviglierei se fosse, addirittura di De Felice. “Della pace”, perché Mussolini ha costruito e i suoi sforzi furono sempre indirizzati verso una più alta giustizia sociale. Per avvalorare questo giudizio, non dimentichiamo i giudizi dei Pontefici, a prescindere da come fu giudicato da Pio XI, con il suo “L’uomo inviato dalla Provvidenza”, a Pio XII che attestò: , per non ci tare, infine, le parole di stima e di apprezzamento di Papa Roncalli.

CANZANO – Ed ora come intende operare?

GIANNINI – Continuerò a studiare, a scavare, a promuovere, come stiamo facendo, investendo la Magistratura delle indagini, di una ricerca, che anche se riguarda la storia contemporanea, vorrei indicarla come “ricerca archeologica”. Archeologica perché non fu il tempo a interrare la verità, ma fu l’uomo.

BIOBIBLIOGRAFIA

Filippo Giannini è nato a Roma l’8 agosto 1931. Architetto, ha lavorato oltre che in Italia, in Libia e in Australia, vive a Cerveteri . E’ collaboratore di numerosi quotidiani e periodici.

Ha pubblicato i seguenti libri:

Benito Mussolini l’uomo della pace – Da Versailles al 10 giugno 1940.

Benito Mussolini l’uomo della pace – Dalla marcia su Roma all’assalto al latifondo.

Benito Mussolini l’uomo della pace – Il sangue e l’oro.

Benito Mussolini l’uomo della pace – Dal 25 luglio a piazzale Loreto.

Benito Mussolini l’uomo della pace – Uno schermo protettore, Mussolini, il fascismo e gli ebrei.

Altre notizie sul sito: www.filippogiannini.it

giovanna.canzano@email.it

338.3275925

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