LA POLITICA ITALIANA VISTA DALL’AMERICA
TUTTO IL MONDO E’ PAESE
HOUSTON, TEXAS – Per anni anzi da sempre gli Italiani hanno guardato con disgusto paesi considerati inferiori per civiltà e cultura, perché contaminati dal male deturpante ed immondo del razzismo ed hanno lanciato all’indirizzo di queste nazioni “primitive”, nate ieri, fulmini e saette. Oggi, dopo i fatti di Roma, dopo le manifestazioni contro gli immigrati, dopo lo sgombero con i bulldozer di un campo nomadi, dopo le espulsioni fulminee di Rom e Rumeni scoprono, alla fine, che non è cosi’ facile guardarsi allo specchio e che forse i razzisti d’oltreoceano non sono più i soli.
Ma il razzismo italiano è davvero cosi’ giovane?
Farei questa domanda a chi per necessità e per abbandono secolare s’e’ dovuto trasferire dal meridione della penisola al nord, a chi conosce i termini usati abitualmente da buona parte dei nordici nel riferirsi agli Italiani del centro-sud, a chi ipocritamente non ha voluto ammettere chiaramente, nel corso di numerose trasmissioni, che la strage che ha colpito il signor Castagna di Erba è stata, in effetti, determinata dall’odio razziale nei confronti del marito tunisino di una delle vittime.
In fatto di razzismo, purtroppo, non si può usare la politica del doppio binario ed il cristianesimo di certa gente ipocrita che, da una parte professa fede inflessibile nell’amore universale di Cristo e, dall’altra, discrimina e tiene nel ghetto chi ritiene diverso ed estraneo alla propria regione o alla propria gente.
In America esiste il detto che le parole sono a buon mercato ed è sempre facile parlare da moralisti su problemi che non sono i propri o che non si vuole ammettere che lo siano.
Adesso nel Belpaese, alla luce di quanto è avvenuto e sta avvenendo ancora, mentre i politici di destra o di sinistra per non perdere voti fanno a gara per sembrare più duri ed inflessibili degli avversari, i moralisti giungono di malavoglia e con imbarazzo alla conclusione che, questa volta, il razzismo che esiste anche da loro non potranno più nasconderlo con un colpo di scopa sotto il tappeto e che dovranno scendere giù dal piedistallo in cui si erano collocati per tanto tempo.
Occorrerà approfondire seriamente e con realismo questo problema millenario presente in tutto il pianeta. Sara’ necessario riflettere dopo aver esaminato la storia di chi il problema lo ha vissuto da tempo sulla propria pelle e nella speranza che una consapevolezza maggiore aiuti ad esercitare la tolleranza vigile auspicata dal Papa. Si dovranno trovare specialmente soluzioni che aiutino gente diversa a convivere in un paese regolato da leggi, basate sulla logica dei nuovi tempi e sulle effettive necessità degli Italiani e fatte applicare poi, senza eccezione di sorta, tanto dai rappresentanti dell’apparato giudiziario che da quelli preposti alla pubblica sicurezza.
Non si dovra’ dimenticare che l’Italia manda gente in cerca di lavoro altrove e che sarebbe meglio tenere presente il principio sempre valido che e’ bene non fare agli altri quello che non si vorrebbe fosse fatto a noi.