A DOMANDA DI PIETRO RISPONDE ?
di Aldo Ferrara
Nella seduta di giovedì 25 ottobre, all'indomani della 90° ricorrenza di Caporetto, il Senato boccia l’ipotesi del Governo di chiudere una volta per tutte lo spreco infinito di democristiana memoria dello Stretto di Messina.
Per anni la S.p.A., presieduta dal Senatore Nino Calarco, proprietario anche della Gazzetta del Sud, quotidiano della città dello stretto, ha ingurgitato soldi in consulenze, per lo più fasulle. Ora alcune questioni si intrecciano. La Società, diretta da tal Pietro Ciucci, ha spese di propaganda e pubblicità che sono passate da 110.000 euro nel 2002 a 1.480.000 euro nel 2004 e inoltre particolarmente rilevante è stato l'aumento della voce “emolumenti e gettoni di presenza amministratori”, stabilita in 526.000 euro nel 2002 con un picco di 1.616.000 euro nel 2006″.
Prima domanda: ma Di Pietro non è forse firmatario, con Fini, di una legge sulla riduzione dei costi della politica?
Altra domanda: il Ministro delle Infrastrutture Di Pietro ha nelle file del suo raggruppamento un deputato, tal Pedica Stefano, già “assistente” di Casini, Mastella, Folloni, Lunari; geologo, funzionario in aspettativa della Società di Calcestruzzi SCAC, ma sì, quella ditta che progetta, costruisce ed installa viadotti autostradali? Tal signore appartiene al ristretto gruppo di dipietristi che decidono.
Terza domanda: visto che la Società resta in piedi e non viene abolita, proprio con il voto determinante dell’IDV, non è che, tomo tomo cacchio cacchio, il buon Di Pietro non vorrà riprendere in ballo il Ponte?
Ultima domanda: scusate, signori, lo chiediamo senza chiamare in ballo il patente conflitto d’interessi: ma il buon senso politico dov’è finito?
