Onorevole Franco Narducci L’Ulivo

Comunicato

Seminario della CNE a Napoli, “Idee innovative e rinnovamento per affrontare le sfide e proiettare l’associazionismo nel futuro”, questa la ricetta dell’on. Narducci

L’on. Franco Narducci, intervenendo in veste di Presidente del Comitato parlamentare sugli italiani all’estero al seminario organizzato a Napoli dalla Consulta Nazionale dell’Emigrazione, ha evidenziato le sfide che sta affrontando l’associazionismo italiano all’estero, sfide che non possono essere ignorate dalle istituzioni e dalle associazioni che dall’Italia si occupano da decenni della nostra straordinaria rete di presenze nel mondo. “Credo che l’importanza della CNE, organismo che raggruppa le maggiori associazioni nazionali italiane e in particolare quelle a carattere regionalistico, imponga a tutti noi una riflessione ampia ha affermato Narducci – sullo stato di salute dell’associazionismo in emigrazione che, nel tempo, ha superato mille difficoltà ed ora deve fare i conti con la rapidità dei cambiamenti sociali e culturali che stiamo vivendo, ma anche con i passaggi generazionali che spesso mettono in moto un andamento di disgregazione e frammentazione”.
“Sarebbe un grave errore di valutazione – ha precisato il parlamentare – concentrare l’attenzione esclusivamente sull’integrazione, che in molte nazioni, non soltanto extraeuropee, è un processo oramai compiuto o in forte avanzamento. In Europa l’integrazione delle nostre comunità permane ancora difficoltosa in alcuni Länder tedeschi e parzialmente in Svizzera, soprattutto a livello scolastico e professionale, e dunque l’impegno della rete associazionistica in tale direzione non può ritenersi esaurito. In varie nazioni, invece, l’integrazione delle comunità italiane pone esigenze nuove di cui occorre farsi carico. Fortunatamente non mancano prospettive incoraggianti e di sicuro interesse, grazie soprattutto alle iniziative messe in campo dalle Regioni italiane in questi ultimi anni, caratterizzate soprattutto da elementi innovativi e discontinuità rispetto alla tradizione”. Ma accanto alle cose buone permangono anche i vecchi vizi delle istituzioni, soprattutto in termini di mancata valorizzazione delle consulte o nei particolarismi quando si tratta di attribuire risorse economiche.
Per ridare fiato e spinta alle associazioni operanti all’estero è stata presentata, primo firmatario l’on. Narducci, un DDL per modificare la Legge 383/2000 – Disciplina delle associazioni di promozione sociale, una pietra miliare per l’associazionismo italiano operante nel volontariato. “Riconoscendo, come generalmente viene fatto, che nonostante il quadro profondamente mutato non è venuto meno la funzione sociale e culturale dell’associazionismo all’estero – ha sottolineato Franco Narducci – bisogna estendere le possibilità date dalla 383 anche a quelle associazioni che dall’Italia si occupano da decenni dei nostri concittadini emigrati. E’ un diritto che accorda loro la Costituzione ed è una leva operativa per rafforzare la rete”.
Il nuovo volto dell’emigrazione italiana è soprattutto giovanile e qualificato. I nostri giovani vanno all’estero con buoni titoli di studio nella valigia e il flusso è in crescendo (dal 1996 al 2002 si stima che in media abbiano lasciato l’Italia 3'300 laureati annualmente). Un fenomeno senz’altro preoccupante, soprattutto perché l’investimento fatto dalle famiglie per lo studio dei loro figli è cospicuo. Ma i giovani emigrano grazie alle migliori opportunità d’impiego, frutto della mobilità transnazionale all’interno dell’Unione Europea, ma non solo vista la marcia inarrestabile della globalizzazione.
“L’Unione Europea- ha incalzato il parlamentare eletto all’estero – ha deciso finalmente di contrastare la “fuga “ dei nostri giovani ricercatori con il lancio della blue card in risposta alla green card americana. Inoltre, ha proclamato il 2007 anno della mobilità giovanile finanziando con 800 milioni di euro la creazione di apposite agenzie per l’occupazione giovanile. Un programma che l’Italia sta rendendo operativo seppur con qualche ombra”.
Come creare l’opportunità d’incontro tra questi giovani in mobilità e la rete associazionistica italiana all’estero è un interrogativo stimolante e una scommessa al tempo stesso. “Occorre puntare sulle giovani generazioni italiane cresciute e affermatesi all’estero, ha sottolineato Narducci, più in sintonia, in termini di linguaggi e interessi culturali, con i loro coetanei in mobilità geografica. La Conferenza dei giovani italiani all’estero rappresenta una grande opportunità d’incontro, in tal senso, e a maggior ragione occorre una gestione democratica dell’intero processo, senza paternalismi istituzionali e senza pretese di “controllo” da parte dell’associazionismo. I giovani interessati hanno consapevolezza della posta in gioco e agiranno conseguentemente”.
In merito al dibattito sugli interventi di formazione professionale garantiti dal nuovo Bando, Narducci ha rimarcato che i notevoli investimenti economici fatti dall’Italia in tale settore devono essere considerati a ragione strumenti di politica estera e come tali fatti valere dal nostro Governo. Ma occorre anche dare un assetto sistemico agli interventi, in stretto rapporto con i mercati del lavoro dei Paesi ospitanti e con le autorità ad essi preposte. “E’ la via giusta, ha concluso Narducci, per generare un effetto virtuoso a vantaggio delle nostre comunità e del nostro Paese”.

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