«Potrete ingannare tutti per un po'.
Potrete ingannare qualcuno per sempre.
Ma non potrete ingannare tutti per sempre»
Abramo Lincoln
La fragilità della compagine di governo della banda Prodi è ormai sotto gli occhi di tutti da diversi mesi e nemmeno i recenti diversivi del PD riescono a mascherarla: in casa Unione è guerra aperta e alle passate querelle – vedasi Mastella vs Di Pietro – si aggiunge ora la preoccupazione di socialisti, sinistra radicale ed ex democristiano di far fronte al gigante dai piedi di argilla, il neonato PD.
Di fronte a questa barcollante armata Brancaleone, ora ancor più divisa anche nelle piazze, vi è un'opposizione che granitica è solo di facciata con il solo Cavaliere che, lancia in resta, ha fretta di battersi contro il soporifero Prodi per tornare ad occupare quella posizione di Premier, che lui per primo vorrebbe vedere rinforzata. I sondaggi sono dalla parte della Casa delle Libertà, i lavoratori – forse – anche, i senatori della sinistra “moderata” scalpitano verso lidi più confortanti (ricordiamo il vecchio detto: quando la barca affonda i topi scappano) eppure tutto rimane invariato.
Malgrado il sostegno della piazza pure per AN, che per l'occasione rispolvera toni e costumi missini e mostra i muscoli per mostrare all'Italia tutta che la dipartita di Storace e compagnia è stata ben poca cosa, il baldanzoso professore di Bologna continua a guidare con ciclistico ardore il nostro Paese verso la rovina. Viene a questo punto da chiedersi: cui prodest? Semplice: all'opposizione stessa. O meglio, a tutti i partiti della CdL eccezion fatta per Forza Italia. Infatti se cadesse oggi stesso il governo Prodi, sarebbe Berlusconi a tornare a guidare l'Italia, costringendo così altri aspiranti leader (ossia le altre due punte del “famoso” tridente, Fini e Casini) a subire la leadership del Cavaliere per altri cinque anni, fintantoché egli stesso – per raggiunti limiti di età, cure miracolose a parte – decida che è arrivato il momento giusto per godersi vecchiaia e nipotini.
Ma allora sia l'ex delfino di Almirante che il democristiano Casini sarebbe anch'essi troppo avanti con l'età, correndo il rischio di trascorrere altri cinque anni in posizione minore; e neanche di poco. Infatti se domani avessero luogo le elezioni, sarebbe Forza Italia a prendere il grosso dei voti, magari quasi il 30%: AN si troverebbe certo indebolita dopo la nascita di La Destra e le posizioni centriste dei suoi vertici, così come l'UDC perderebbe terreno a favore di tutti gli altri ex DC miracolosamente riapparsi sulla scena e nostalgici dei vecchi tempi. Ora poi anche la Lega Nord ha un altro concorrente, rappresentato proprio dal partito di Storace e Buontempo, il quale riesce a calamitare molti più voti dei piccoli partiti della destra radicale su temi come immigrazione, sicurezza, identità. Proprio La Destra, frazionando ulteriormente i voti all'interno della CdL, andrà ad indebolire tutti i partiti che stanno dietro a Forza Italia, arrivando così ad allargare il divario fra questa e loro stessi.
Cosa potrà pretendere un Fini con un 10% di fronte ad un Berlusconi con il 30%? Idem dicasi per gli alleati con percentuali ancora minori. Il Cavaliere farebbe così il bello ed il cattivo tempo, dovendosi al tempo stesso guardare le spalle da alleati infidi e gelosi, inappagati nelle loro manie di protagonismo e brame di potere, divisi fra antiche eredità e recenti aspirazioni. Altro punto: il senato federale.
La Lega Nord non ha votato a favore del governo sulla proposta da quest'ultimo presentata, ma si è espressa favorevolmente verso questo progetto, ricordando – guarda caso – che la sua posizione non è di destra né di sinistra e che il dialogo è possibile con tutti. È chiaro che i vertici del partito padano sanno benissimo che con un centro desta al governo, ogni sogno federalista andrebbe a svanire.
C'è poi un discorso schiettamente “materiale”, ossia economico. Il governo potrà cadere solo dopo che siano trascorsi 2 anni, 6 mesi ed un giorno, altrimenti la pensione a vita per tutti i deputati e senatori non sarebbe garantita: così andrebbe in fumo tutto quel lavoro di ore ed ore fatto dalle segreterie di partiti alla vigilia delle elezioni, con notti trascorse a decidere quali personaggi sistemare ed in quali posizioni. Basti ricordare che Berlusconi ha votato contro la riduzione dei parlamentari: perché mai infatti, proprio adesso, dovrebbe andare a limitare il suo potere? In conclusione, il governo non cadrà poi così a breve, malgrado la finanziaria elettorale; e tutto questo avverrà a causa della stessa opposizione, i cui capi pensano prima alla propria posizione, che a quella del proprio partito e del Paese. Stessa cosa, ovviamente, accade anche nei partiti minori del centro destra, così come nel centro sinistra, dove il PD sarebbe decisamente impreparato a qualsiasi tornata elettorale, e pertanto ha bisogno di un po' di tempo, che gli sarà debitamente concesso.
Signori e signore, questo è il teatrino della politica: applaudite e sorridete perché così è richiesto.
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L'ALTRA SICILIA – ANTUDO
Movimento politico dei Siciliani “al di qua e al di là del Faro”