Onorevole Carlo Costantini IdV

“Partito Democratico:dopo il 14 ottobre aspettiamo i fatti”.

Domenica nascerà il Partito Democratico.
Nascerà attraverso un percorso mai realizzato prima, con il coinvolgimento dei Cittadini nella selezione delle classi dirigenti, ma con metodi che in larga parte vincolano in partenza le scelte di chi andrà a votare.
Dicono che senza liste bloccate non avrebbero trovato spazio le donne e, soprattutto, i tanti esponenti della società civile che hanno deciso di aderire.
Replicano che il sistema adottato sarebbe troppo simile al “porcellum” di Calderoli, con il pericolo che, dopo i Parlamentari, anche i dirigenti di partito possano essere nominati dall’alto.
Anche il confronto tra i candidati sui programmi, per quanto stimolante, ha subito le critiche di chi ritiene che un partito al governo, con il Presidente del Consiglio, due vice Presidenti e decine di ministri, vice ministri e sottosegretari non possa limitarsi a parlare al futuro, ma abbia al contrario l’obbligo di esercitare subito il proprio straripante peso politico nelle istituzioni, senza rinviare a domani nulla che possa essere realizzato oggi.
Personalmente ritengo del tutto inutili, oltre che ingenerose, le critiche di chi, a destra dell'Unione, nella comoda posizione di spettatore interessato, si limita a porre in evidenza gli errori, le contraddizioni interne, le tensioni forti tra le diverse anime, fingendo di ignorare la grande dimensione del progetto.
Le tensioni e gli errori a me sembrano, invece, costituire la prova migliore della serietà delle intenzioni.
Le mie preoccupazioni ed i miei dubbi sono legati alla fase successiva, alla fase che si aprirà il 15 ottobre, al momento del passaggio dalle intenzioni ai fatti.
Il Presidente dell’Italia dei Valori, pur con le difficoltà che caratterizzano la dialettica politica in un momento particolarmente delicato per la coalizione di governo, non perde occasione per ribadire che il Partito Democratico resta l’interlocutore privilegiato e l’alleato di riferimento del nostro Partito.
Il modello istituzionale che immaginiamo, governato da maggioranze stabili, con programmi condivisi, espressione diretta della volontà degli elettori, in un contesto liberato dal peso della frammentazione dei piccoli partiti, ci spinge naturalmente verso il Partito Democratico, con il quale i punti di convergenza ideale e programmatica sono superiori a ciò che ci divide.
Dal 15 ottobre ci aspettiamo, quindi, il rilancio del dialogo, per la costruzione di un rapporto di collaborazione stretta, perchè il futuro, anche se non immediato, possa vederci ancora più vicini.
Dal 15 ottobre ci aspettiamo, però, soprattutto i fatti, in particolare quelli che da tempo costituiscono la ragione del nostro stesso impegno politico.
Per noi una delle emergenze nel paese e’ costituita dal ritardo nell’attuazione di alcune riforme, dell’economia, come della politica, del lavoro, come dell’immigrazione, dell’organizzazione della pubblica amministrazione, come della scuola e dell’università.
Ma la vera emergenza, l’emergenza più grave e’ nella constatazione che le leggi che già esistono vengono quotidianamente violate a tutti i livelli, senza che nessuno paghi le conseguenze.
Per questo, prima di pensare ad altre leggi e di continuare ad assistere indifferenti alla violazione di quelle che già esistono, l'intera Unione farebbe bene ad occuparsi di un sistema nel quale nessuno controlla più nulla, nessuno paga realmente per i propri errori e per le proprie responsabilità, nessuno difende i diritti dei Cittadini, salvo che a parole.
E' reale il rischio che si affermi nella nostra società, soprattutto tra i giovani, l’idea che le deviazioni e le forzature del sistema siano la regola e che l’adempimento dei doveri ed il rispetto delle leggi siano l’eccezione.
E’ questa la parte più pericolosa per la stessa sopravvivenza delle istituzioni democratiche che ho colto nelle parole dei Magistrati De Magistris e Forleo quando hanno – pur se con grande moderazione – lamentato l’isolamento che subiscono dagli stessi colleghi Magistrati quando indagano sul malaffare, sui rapporti tra politica e mondo economico/finanziario, tra politica e criminalità organizzata e tra questi ambienti e rappresentanti della stessa Magistratura.
Hanno detto che fino a qualche anno fa si parlava di servizi deviati, di magistrati deviati, di istituzioni deviate, mentre oggi i deviati, isolati e combattuti a tutti i livelli, nella Magistratura, come nelle altre istituzioni, sono diventati quelli che fanno il proprio dovere.
Di questa emergenza morale – che ormai coinvolge tutte le istituzioni, inclusa quella che il dettato costituzionale ha reso autonoma ed indipendente solo ed esclusivamente per garantire l’esercizio della funzione giurisdizionale ed il rispetto delle leggi dello Stato e della Regioni – il Partito Democratico dovrà farsi carico.
E dovrà farlo con azioni concrete, non solo con le parole, per allontanare il pericolo che nel paese si instauri definitivamente la “dittatura” di tutto ciò che e’ deviato, un vero e proprio “regime” nel quale non e' possibile vincere un concorso pubblico, aggiudicarsi una gara di appalto, ricevere un incarico dalla pubblica amministrazione, avere una opportunità di finanziamento per una impresa, ottenere una concessione edilizia, accedere all’insegnamento universitario, senza consegnarsi a chi sulla violazione delle leggi ha costruito il proprio sistema di potere.
Dovrà farlo dimostrando concretamente, in tutte le azioni ed a tutti i livelli istituzionali, di aver fatto propria la nostra idea secondo la quale senza legalità la nostra società, i nostri giovani, le nostre imprese non hanno più un futuro.
Aspettiamo, quindi, il 14 ottobre per la chiusura della fase costituente, ma dal 15 ottobre ci aspettiamo solo i fatti.

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