di Franco Corrado
New York – Il Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri On. Massimo D’Alema, a New York, in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha incontrato la comunità Italiana nel corso di un breve ricevimento tenutosi presso il Consolato Generale d’italia di New York. Ad introdurlo, il neo Console Generale, il ministro plenipotenziario Francesco Maria Talo’ e l’Ambasciatore Italiano a Washington Giovanni Castellaneta
Nazioni Unite, in agenda la moratoria sulla pena di morte, che speranze ci sono?
No, c’Ä— speranza che questa volta, finalmente, la risoluzione venga applicata, non sarà subito perchÄ— la discussione comincerà in ottobre quando cominceranno i lavori della Terza Commissione, ma speriamo di arrivare in Assemblea a fine novembre o dicembre e di ottenere finalmente quel voto che rappresenterebbe un evento storico.
Signor Ministro due parole sull’imminente nascita della nuova creatura politica, il Partito Democratico.
Ma, io credo che stiamo cercando di costruire qualcosa di nuovo, anche nel modo in cui sta nascendo. Un grande partito nuovo che nasce aprendosi a tutti i cittadini che vogliono partecipare e stiamo anche cercando di realizzare un esperienza politica che getti un ponte tra l’esperienza riformista e progressista europea e quella americana. PerchÄ— appunto Ä— una nuova sinistra quella che nasce, che va oltre i confini della tradizione del socialismo europeo. Io penso che per l’Italia Ä— davvero una grande opportunità e non a caso suscita interesse e curiosità in tanti cittadini.
In conclusione, Beppe Grillo, sintomo di un malessere nascosto?
Si, ma senza esagerare, perchÄ— io non credo che Beppe Grillo sia il problema della politica italiana. Il problema della politica italiana Ä— la frammentazione, la litigiosità, la difficoltà ad affrontare i problemi. E’ chiaro che in questa situazione anche l’ivvettiva di un comico può diventare il sintomo di un malessere. Al malessere, però, bisogna dare delle risposte, non soltanto la protesta e appunto qui Ä— lo sforzo di costruire qualcosa di nuovo per il nostro paese, ed Ä— quello che stiamo cercando di fare.
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