Milano. “Sono stato invitato alla Universal per parlare dei 15 anni passati con l’etichetta Columbia e siamo andati a rovistare negli archivi: è lì che abbiamo trovato brani che non ricordavo più poiché sono passati 40 anni da allora”.
Beppe Carletti dei Nomadi ha ricordato i momenti che hanno preceduto la pubblicazione di “1965/1979 Diario di viaggio di Augusto e Beppe”, il cofanetto che ripercorre i primi anni della band fondata da lui e Augusto Daolio, con successi, inediti, demo, rarità. cover e altro.
“Riascoltando gli inediti, mi sono detto che valeva la pena vederli pubblicati oggi – ha riflettuto – In questa raccolta ce ne sono sette ma ce n’erano altri due o tre che non ho permesso di riesumare; ne è venuto fuori un Augusto vincente, unico, di una freschezza inimmaginabile, con le melodie che si riescono a cantare anche oggi con la chitarra, la dolcezza delle parole, rappresentativi di quell’epoca, freschi e ancora naturali, provini senza errori”.
La storia dell’amicizia che ha dato origine alla band più longeva d’Italia nella raccolta con brani inediti e un libro di foto mai viste prima in edizione da quattro cd e versione super deluxe da otto cd.
“Mi sono scese le lacrimucce, non mi vergogno a dirlo – ha confidato – Era il tempo con Augusto, delle canzoni scritte insieme: sono tornato indietro ai quei tempi, gli anni erano di meno, con altre problematiche della vita, tempi di spensieratezza, mi emoziono un pò”.
Il viaggio dei Nomadi ha inizio più di 50 anni fa a Novellara, nella casa del tastierista Beppe Carletti con il cantante Augusto Daolio suonavano e scrivevano canzoni, le stesse che poi avrebbero portato in lunghissimi tour attraverso tutta l’Italia assieme alla loro band.
“Di Augusto ricordo la sua voglia di vivere – ha accennato – Era incredibile: dormiva pochissimo e viveva moltissimo, con i suoi 45 anni vissuti alla grande, senza sciupare un’ora della sua vita, pensava giusto e positivo, anche se aveva speso male solo il suo tempo con il fumo”.
“Uomo di sole” è l’inedito che ha anticipato l’uscita del cofanetto.
“È un brano solare, in cui veramente traspare tutta la vocalità di Augusto – ha sottolineato – Poteva benissimo essere stata incisa oggi, con tutta la cantabilità: l’impasto vocale, le armonie, il moog sono commoventi. Grazie all’attenta operazione di mix e mastering, i suoni e lo spirito di quel magico periodo sono rimasti intatti”.
In questo cofanetto ci sono due capitoli con Francesco Guccini, con un cd di brani in studio e uno dal vivo.
“Lo conoscemmo perchè era amico del nostro produttore – ha confessato – Ci inviò una musicassetta con le canzoni più importanti che abbiamo ascoltato e ci siamo detti che potevano essere le nostre canzoni. Interpretare certe canzoni all’epoca aveva dell’incredibile ma ci confrontammo sulle musiche, non sui testi, e siamo andati avanti per tre anni, poi andò avanti da solo”.
Fra i successi non poteva mancare “Io vagabondo” in questa raccolta.
“Non suonavamo più – ha rivelato – Quando l’abbiamo provinata ci piacque subito e partecipammo al disco per l’estate ma non vincemmo, anche se divenne subito popolare: è attualissima, e del resto le nostre canzoni non sono datate”.
I Nomadi proseguono la loro attività ininterrottamente.
“È il proseguo di quegli anni – ha concluso – Con la scomparsa di Augusto si è chiuso un primo tempo: ora siamo ad un terzo tempo e i Nomadi di oggi sono il proseguo ideale di quelli anni, contenti di come siamo, nonostante si sono avvicendati ben 22 componenti e ripartiamo con nuovi concerti durante i quali riscopro anche canzoni poco conosciute”.
All’interno del cofanetto anche un libro che raccoglie foto inedite, immagini rare e disegni di Augusto Daolio mai pubblicati prima d’ora.
Franco Gigante