cisal, per un rilancio dell’economia, l’Italia deve valorizzare le proprie ricchezze … beni culturali, ambiente e turismo, il nostro “oro nero” …

Al nuovo Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, chiediamo di tutelare e rilanciare la cultura e le atre ricchezze di cui il Paese dispone in abbondanza.

In una nazione come l’Italia, ricca di 2000 anni di storia e di bellezze paesaggistiche e culturali apprezzate in tutto il globo e che tutto il mondo ci invidia – e che al contempo è priva di altri tipi di ricchezza – non si può non valorizzare e incentivare la cultura, nostro vero oro nero.

Ad affermarlo è Paola Saraceni, segretario Generale del Dipartimento Ministeri-Sicurezza e Presidenza del Consiglio dei Ministri, di CISAL Fpc.

Bisogna fare in modo che i nostri giovani, tra i quali tantissimi altamente qualificati e specializzati, invece di dover fuggire all’estero alla ricerca di un lavoro che consenta loro di affermarsi o più semplicemente di sopravvivere, possano trarre da queste ricchezze – che necessitano di essere valorizzate, conservate, salvaguardate, pubblicizzate, potenziate – nuove opportunità di lavoro.

A nostro avviso, infatti, già nel breve-medio termine, con un corretto quadro di programmazione di ripartenza dell’economia, che non può prescindere da un rilancio dell’occupazione in settori quali la cultura e il turismo, si potranno creare migliaia di posti di lavoro per giovani, ma non solo.

Il tutto, attraverso una pianificazione ed una programmazione razionale e moderna che preveda anche l’impiego delle più moderne e adeguate tecnologie, ivi comprese quelle legate all’informatizzazione.

Come già affermato in diverse recenti occasioni – ha proseguito la Saraceni – noi della Cisal crediamo che con una sapiente politica di gestione delle nostre innumerevoli e spesso uniche e ineguagliabili bellezze paesaggistiche ed ambientali, nonché del nostro incredibilmente vasto patrimonio culturale, cui abbinare un altrettanto valida promozione turistica – da attuare attraverso il miglioramento degli standard qualitativi della nostra capacità ricettiva e con una mirata diversificazione dell’offerta in funzione dei diversi target di visitatori – e della nostra cultura enogastronomica, notoriamente leader a livello mondiale, si realizzerà un indiscutibile rinascimento, economico e non, per l’Italia.

Giova forse rammentare – ha affermato ancora il Segretario Generale del Dipartimento – che su un totale di 981 siti culturali e naturali inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità (di cui 759 beni culturali, 193 naturali e 29 misti) presenti in 160 Paesi del mondo e riconosciuti come tali dall’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), attualmente l’Italia è la nazione al mondo che ne detiene il maggior numero (ben 49).

E proprio in relazione a questo nostro patrimonio, non possiamo non ricordare quanto di spiacevole sta avvenendo da un po’ di tempo in qua a Pompei. Nel ’70 a.C. fu la lava a distruggere tutto. Oggi, pezzo dopo pezzo, Pompei sta scomparendo nuovamente – e questa volta irrimediabilmente – a causa dell’incuria dell’uomo; della sua indifferenza e noncuranza di ciò che di più bello possiede.

Già nel passato, troppo spesso, i biechi interessi di pochi hanno imposto al Paese scelte scellerate che lo hanno spinto su sentieri impervi e senza uscita, tradendone la vocazione più autentica, che si perpetua da secoli, è che è proprio quella di un Paese culla della cultura, dell’arte, la terra della bellezza per eccellenza, del sole, del mare e delle montagne più belle del mondo: in altre parole, il Bel Paese, come declamava Goethe.

Ci auguriamo fortemente che, questa volta, ciò non accada e che una più lungimirante tutela e gestione dei tesori esistenti sia il segnale di un rinnovato interesse dello Stato per la tutela e l’ampliamento del suo patrimonio culturale.

In conclusione ed in sintesi – ha ribadito Paola Saraceni – crediamo, che un concreto e significativo rilancio di quelle risorse che l’hanno resa celebre e unica nel mondo da secoli, ovvero cultura e turismo, unitamente ad una corretta e coraggiosa politica fiscale ed economica, possano rappresentare per l’Italia una grande occasione – da non perdere – per uscire dal tunnel della crisi. Speriamo che questo Governo non se la lasci scappare!

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