BERLUSCONI E FRATTINI ALLO SBARAGLIO SULLA POLITICA ESTERA

RACCOLGONO SOLO GAFFE E SCONFITTE

(La Velina Azzurra) – Dietro la commedia degli abbracci finali tra Berlusconi e un presidente Usa fallito e condannato dalla storia, la nuova politica estera italiana passivamente allineatasi agli USA sta collezionando solo sconfitte e incredibili gaffe. I motivi sono vari: inettitudine politica dei leader e incapacità diplomatica degli alti burocrati della Farnesina, la folle presunzione dei primi e il vile servilismo dei secondi. Fin dall’insediamento di questo governo, abbiamo segnalato gli incredibili errori del nuovo ministro Franco Frattini, a cominciare dalla sottovalutazione dal ruolo politico e militare degli Hezbollah in Libano e dalla pretesa di farli disarmare dall’Unifil-2. Ma la batosta che brucia di più per l’Italia è il rifiuto degli alleati alla richiesta di entrare per motivi di prestigio nel “gruppo 5+1” sulla questione iraniana.

Dopo aver proclamato e insistito ad alta voce di voler raggiungere questo obiettivo, assai modesto e tardivo, Frattini si è svegliato di fronte alla realtà: prima ha scoperto che la Germania non vuole sentirne neanche parlare; poi che anche “l’amico Bush”, nel corso della sua visita a Roma, ha fatto un passo indietro defilandosi dalle pretese italiane cui inizialmente aveva dato un pallido sostegno. L’insistente ministro ha annunciato che andrà ugualmente a Berlino la prossima settimana per un estremo tentativo di convincere la cancelliera Angela Merkel. Ma il veto tedesco appare irrevocabile e, a meno di un vero e proprio miracolo, è ovvio che Frattini tornerà a casa con un’ennesima e poco dignitosa sconfitta.

Come il nuovo ministro degli esteri sia andato a cacciarsi in questo stupido guaio, lo sa solo lui. Era largamente prevedibile che la richiesta italiana sarebbe stata bloccata dalla Germania, la quale attraverso il piccolo club “5+1” sull’Iran non sta nella pelle per aver ottenuto uno strapuntino accanto alle poltrone dei 5 membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Come si sa, la massima aspirazione dell’ex potente Reich sconfitto e umiliato nella seconda guerra mondiale è di sedersi accanto ai vincitori che lo hanno riplasmato a loro immagine e somiglianza. Che volete farci, c’è chi vive di piccole cose.

Per quanto riguarda Roma, davanti a così ovvie difficoltà, un governo serio non avrebbe cercato particolari forme diplomatiche per inserirsi con titolo autorevole e credibile nel dialogo con l’Iran (i rapporti privilegiati e unici con Teheran ce lo consentirebbero) lasciando da parte una formula per noi vecchia e ormai bruciata. Fu lo stesso governo di Berlusconi con Gianfranco Fini alla Farnesina che, per pigrizia e incuria, perse l’occasione di entrare nel gruppo 5+1 all’inizio del 2006.

Ma il nuovo ministro Frattini, alla ricerca di un piccolo e immediato risultato diplomatico da ostentare davanti ai mass media, invece di trattare con prudenza questo spinoso argomento, ha coltivato le sue impossibili illusioni e le ha trasmesse all’ignaro Berlusconi rovinandogli la festa con l’amico George. La cosa più grave è che, per incuria, ignoranza diplomatica o magari per malignità, i vari consiglieri diplomatici, capi di gabinetto e super ambasciatori nelle capitali decisive li hanno mandati allo sbaraglio senza avvertirli del pericolo. E Silvio continua a prendersi addosso tutte le fregature.

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