Ornella Bianco orn.bianco@gmail.com
Gentili Onorevoli e Senatori
pochi giorni fa è stata pubblicata la bozza della legge di stabilità. Essa prevede per il comparto scuola una norma che, messa in atto, sconvolgerebbe l'intero sistema. Si vorrebbe infatti portare il monte ore settimanale da 18 a 24. Questo il testo:
“A decorrere dal 10 settembre 2013 l’orario di servizio del personale docente della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado, incluso quello di sostegno, è di 24 ore settimanali. Nelle sei ore eccedenti l’orario di cattedra il personale docente non di sostegno della scuola secondaria titolare su posto comune è utilizzato per la copertura di spezzoni orario disponibili nell’istituzione scolastica di titolarità e per l’attribuzione di supplenze temporanee per tutte le classi di concorso per cui abbia titolo nonché per posti di sostegno, purché in possesso del relativo diploma di specializzazione.”
L'applicazione di questa norma ha una prima chiara conseguenza: tre insegnanti di ruolo, grazie alle 6 ore in più, possono sostituire un quarto insegnante precario.
Se questa norma venisse attuata le conseguenze sarebbero nefaste per tutti gli insegnanti precari che da anni sostengono con il loro lavoro la scuola. Questi insegnanti hanno accettato per molto tempo tutti i compromessi della precarietà e li hanno accettati in virtù della loro passione per il mestiere di insegnante. La prospettiva di dover aspettare anni prima di veder riconosciuto il loro impegno con una qualche forma di stabilizzazione non li ha scoraggiati. L'idea era che essere gli ultimi arrivati avesse come contropartita questa lunga attesa.
Questa legge pone fine all'attesa. Il decreto chiude le porte della scuola in faccia a tutte queste persone e comunica loro che non sono più utili.
Il ministro Profumo ha parlato di “contributo di generosità” da parte del mondo degli insegnanti, ma dalla prospettiva di molti insegnanti precari questo contributo si può chiamare senza mezzi termini disoccupazione.
L'altra prospettiva è quella degli insegnanti non precari. Questi si vedono sobbarcati di tutto il lavoro svolto dai colleghi precari con una variazione del monte ore che lo porta ad essere il più alto in Europa (purtroppo però lo stipendio rimane invariato e tra i più bassi). Le conseguenze di questo ulteriore impegno non potranno non riverberarsi sulla qualità dell'insegnamento. Già oggi gli impegni degli insegnanti che svolgono con serietà il proprio lavoro finiscono con l'assorbire gran parte della giornata (oltre alle lezioni vere e proprie vi sono la preparazione della lezione, la preparazione dei compiti, la correzione dei compiti, i consigli di istituto e di classe, gli incontri con i genitori, i corsi di recupero, formazione e autoformazione, etc), aggiungere altre 6 ore di lezione non potrà non impoverire i contenuti e diminuire l'intensità e la cura dell'insegnamento. Pare evidente che la direzione del decreto vada verso una scuola più approssimativa e molto più attenta e interessata al costo che lo studente comporta che non allo studente stesso.
Tra gli insegnanti vi è dunque la consapevolezza che questo provvedimento non porterà alcun beneficio alla scuola pubblica italiana, un settore che un paese che voglia bene a se stesso non può utilizzare come semplice mezzo per fare cassa, ma che dovrebbe invece trovare il modo di valorizzare e migliorare.
Vi chiediamo dunque di dissociarvi da questo provvedimento che non ha nessuna ragione d'essere se non una cinica ragione di bilancio, peraltro ribadita in un'intervista del ministro: «Vedo girare cifre di tutti i tipi. Bisogna fare chiarezza. I tagli saranno 182 milioni su un bilancio della scuola che è intorno ai 36 miliardi. Vuol dire che i tagli saranno appena lo 0,5 del totale. Non mi sembra affatto un salasso»
Purtroppo il ministro non si rende conto che il salasso, ammesso che le cifre che enuncia siano corrette, non è in termini di denaro..si ritiene infatti che la sua norma porterà alla “non chiamata” e quindi al licenziamento di fatto di circa 20-30.000 insegnanti precari.
Vi ringraziamo per l'attenzione e l'impegno che vorrete dedicare alla causa della scuola.Il paese osserva il vostro voto in aula non deludete studenti , insegnanti e cittadini
PS. In opposizione al provvedimento si stanno raccogliendo le firme con una petizione online decine di migliaia in poche ore, il paese osserva il vostro voto in aula non deludete studenti , insegnanti e cittadini