CHIUDIAMO L'AGCOM
Alla fine arrivano i nostri, ma vincono sempre i loro. In questi giorni scadono i mandati del Consiglio e del Presidente per l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. L'AGCOM è nata per (non rotolatevi dalle risate) assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e tutelare il pluralismo e le libertà fondamentali dei cittadini nel settore delle comunicazioni e radiotelevisivo. Chi elegge il consiglio di 5 membri dell'AGCOM? I partiti, nella fattispecie i segretari di partito che dettano la linea ai parlamentari. Nella migliore tradizione inciucista PDL e Pdmenoelle con la mosca cocchiera dell'UDC, decidono di spartirsi le poltrone del nuovo consiglio. Fin qui tutto nella norma della Seconda Repubblica. Il tutto si complica con l'annuncio della auto candidatura a presidente di Stefano Quintarelli, un informatico molto noto e stimato nel settore. … [continua]
IL PARROCO INCONSAPEVOLE
“Non conosciamo e non vogliamo giudicare tutte le motivazioni dell'intervento di Padre Tonino Manca, sacerdote nella comunità dei padri Mercedari di Alghero quando, il 2 giugno, ha deciso di salire sul palco dove Peppe Grillo teneva il suo comizio. Non le conosciamo e non le vogliamo conoscere. Quello che però ci teniamo a precisare, anche di fronte all'ondata di commenti e di filmati che ha invaso giornali e internet, è presto detto: il suo intervento è stato fuori luogo. Padre Tonino – che tra l'altro non è parroco, come erroneamente è stato riportato – ha scelto autonomamente e senza nessun tipo di autorizzazione di essere protagonista del “dialogo” con Grillo; diciamolo: ha rappresentato solo se stesso. … [continua]
|
|
|
Terremoti e fracking
leggi il post di davide lak (davlak) (Voti: 69) Ecco un riassunto delle cose che abbiamo scoperto qui sul blog: ho fatto questo screenshot da google earth Le coordinate dell'epicentro le ho prese da questo INTERESSANTISSIMO video: |
|
Caro Beppe
di S.I. La cosa più bella quando si legge in questo blog è che tutte le lettere iniziano con: “Caro Beppe”. Riforma del lavoro e pubblico impiego
di M.L. Per l'ennesima volta, nel processo di riforma del mercato del lavoro vengono tirati in ballo i dipendenti pubblici quale nodo gordiano che strozza l'Italia. Gli esperti in materia, che si spera abbondino nei nostri dicasteri, sanno invece che al pubblico impiego già si applica lo stesso regime di quello privato in materia di licenziamento (art. 52, c. 2, del D.Lgs. n. 165/2001, “T.U. Pubblico Impiego”). Le sole eccezioni a tale livellamento privatistico, è bene precisarlo, sono (art. 3 del D.Lgs. 165/2001): i magistrati ordinari, amministrativi e contabili; gli avvocati e procuratori dello Stato; il personale militare e delle forze di polizia di Stato; il personale della carriera diplomatica e della carriera prefettizia (quest'ultima a partire dalla qualifica di vice consigliere di prefettura); i dipendenti degli enti che svolgono la loro attività in materia di risparmio, funzione creditizia e valutaria, tutela del risparmio, valore mobiliare, tutela della concorrenza e del mercato; il personale, anche di livello dirigenziale, del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, esclusi il personale volontario di leva ed il personale volontario; il personale della carriera dirigenziale penitenziaria; i professori e ricercatori universitari, fino alla disciplina organica della materia. Come si può notare, il grosso del comparto pubblico, che riscuote attorno ai mille euro al mese più tredicesima e premio di produttività, se assunto a tempo indeterminato è licenziabile come un qualunque dipendente di un'azienda con più di quindici dipendenti e pertanto subirà tutti gli effetti della riforma in atto. Cambiano i governi, ma non il vizio di evocare lo spettro del fannullone statale. |