Gent.ma Direttrice Generale della RAI,
e tutti che ci leggete in copia.
la lettura del paragrafo sottocitato, come recentemente apparso in
DAGOSPIA,il cui contenuto mette in luce certe realta' che offendono
immensamente gli italiani residenti all'estero, per i quali
l'informazione fornita dalle rubriche del palinsesto di RAIItalia,
rappresenta l'unico legame con l'Italia, mi spinge a scriverLe questa
lettera per darLe modo di spiegarci le sue ragioni che l'hanno indotta
a questa decisione.
L'articolo legge some segue: ” L'IRA DI RENZONI. La morte annunciata di
RaiInternational non è stata presa bene dal direttore Daniele Renzoni
che si è rifiutato di firmare le lettere destinate al personale. Al
settimo piano di viale Mazzini raccontano di uno scontro verbale che
Renzoni avrebbe avuto con il direttore generale sull'argomento. Con
l'ultima decisione di togliere le autoproduzioni all'emittente, che ora
si chiama Rai Italia, e lasciare soltanto il palinsesto da confezionare
(scegliendo però tra i programmi di Rai1, 2 e 3, Raisport e Rainews),
la Rai ha praticamente dichiarato il fallimento di viale Mazzini
all'estero, una struttura che andava avanti da più di 50 anni, e che fu
tanto invocata dal presidente Gronchi. Del resto gli abbonamenti erano
in forte calo (pensate che soltanto negli Usa fino a qualche anno fa le
famiglie abbonate a circa 10 dollari al mese erano 470 mila. Oggi se ne
contano 70 mila, quando va
bene.”
Ci colpisce sopratutto il fatto che lei, dot.ssa Lei, che nel mondo di
RAI International e' stata direttamente coinvolta in una parte della
sua brillante carriera, non abbia aspettato di dare un'occhiata al
risultato delle espressioni che gli italiani residenti all'estero Le
stanno offrendo attraverso il questionario circolato dalle autorita'
consolari nelle collettivita' che usifruscono i servizi di RAIItalia,
pagando canoni, che superano i 180 dollari l'anno, a secondo delle
circostanze, ed ha deciso che il calcio e i cosidetti programmi di
approfondimento,ed alcuni programmi di intrattenimento a suo gusto
provenienti, da Rai 1,2,e3, Raisport e Rainews) siano la dieta
mediatica preferita dagli italiani residenti all'estero. Se i programmi
fossero solo diretti a italofili avrebbe forse ragione, ma il “core” di
RAIItalia sono italiani che vedono in RAI italia una fonte di notizie,
da e per l”italia, per molti,data la quasi totale mancanza di giornali,
la sola fonte di questa informazione. Nella vita degli italiani
residenti all'estero, rubriche come Italia ChiamaItalia, Cristianita',
Gran Sportello Italia, Italia e', ognuna nel suo essere, hanno una loro
importanza, contano tanti affezionati e riempiono un vuoto nella vita
di molti connazionali per il loro intrattenimento.
Tutto questo, e' stato causato per i tagli ai fondi del Dipartimento
per L'Informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio dei
Ministri? E se, come auspicato, ci fosse un ripensamento, o comunque
sarebbe possibile una ristrutturazione, ora che Lei ha sepolta questa
struttura che si fa? Nessuno di noi asserisce che la gestione di
RAIItalia sia stata tutta rosa e fiori, (anche e sopratutto ai tempi
che lei ne era parte).
Ma se un temporale distrugge gli infissi di un edificio, si abbate
l'edificio o si cerca di salvare il salvabile??
Non sarebbe stato piu' ragionevole da parte Sua di stabilire un periodo
di moratoria, un periodo di consultazioni con le parti interessate, e
non dico solo fra chi occupa spazi a viale Mazzini, ma una
rappresentanza dell'elettorato, dell'utenza degli italiani all'estero,
fra i quali che se ne intendono di
amministrazione di radio-tv ce ne sono parecchi?
Forse uno dei malanni della struttura e' proprio causato dalla mancanza
dell'input degli italiani all'estero; da palinsesti, peraltro
migliorati durante quest'ultima gestione ,che sembrano piu' diretti ai
residenti in patria che ai residenti all'estero.
Ci dica la Sua, La prego signora direttrice.
Lunga vita ad una resuscitata RAIItalia!
Melo Cicala,
Washington, D.C.
Presidente del ComItEs di Washington DC USA
Co fondatore di “INSIEME” nel Nord America
Movimento Indipendente per la Rappresentanza
degli Italiani all'Estero