NON POTEVAMO PERDERCI IL TERZO ATTO DI BERLUSCONI

PERCHÉ LA POLITICA È FATTA ANCHE DI IMPREVISTI
E MAGARI LUI DARÀ QUALCHE BOTTA DA MATTO

Confessiamo che eravamo stufi e rassegnati anche davanti alla certezza che dal voto del 13-14 aprile sarebbe venuto il pareggio sollecitato dalle oligarchie internazionali in crescente azione sul nostro Paese. La stampa Usa e britannica si erano già schierate per un governo tecnico, finalmente il commissariamento dell’Italia. Invece ecco l’ennesima rinascita del Cavaliere, il ritorno sospinto da una valanga di voti di popolo, dimentichi dei precedenti fallimenti e ancora disperatamente bisognosi di un cambiamento. Siamo convinti che Silvio Berlusconi fallirà anche questa volta. Perché alla sua età non si possono cambiare né la testa né la coscienza. E perché gli interessi propri e altrui che lo hanno già bloccato sembrano impossibili da sfondare. Crediamo che l’Italia potrà salvarsi solo se dal fondo della sua crisi riuscirà a emergere un nuovo patto sociale tra le categorie più oppresse e quelle più produttive.

Ma il nuovo quadro che si è delineato è comunque troppo interessante. Poiché la politica è anche frutto degli imprevisti, Berlusconi, che non a caso sperava anche lui di nascondersi dietro il pareggio, sarà costretto a fare qualcosa di più che in passato, per non essere archiviato negli scantinati della storia nazionale: l’unica cosa che sembra non sopportare. Dovrà forzare la resistenza del vecchio establishment repubblicano che si oppone ad ogni perdita di potere. Un establishment di cui lui stesso, il Cavaliere, è parte piena. E, se questo avverrà, potremo vedere un Berlusconi contro Berlusconi, nel tentativo di forzare i confini del proprio ruolo politico; sarebbe divertente vederlo ribellarsi ai controllori e alle spie da cui è circondato, che lo seguono anche da prima del 1994.

Ma ancora più interessante sarà seguire il Cavaliere sui dossier incombenti come la politica energetica, osservare le sue scelte sulla crisi finanziaria internazionale, sulla dittatura dei mercati globali e sull’Europa, nei rapporti con Mosca e con i guardiani anglo-americani che, temendo da lui intemperanze e colpi di testa, hanno subito mostrato una netta ostilità il suo terzo mandato, con minacciose puntate personali da parte della stampa britannica. E lui, che è sempre più fuori controllo, impegnato nel culto di se stesso, potrebbe anche fare qualche mossa da matto rompendo i giochi nell’interesse del Paese. Comunque, vale la pena sperarlo.

Di fronte a un piatto così ricco -lo confessiamo- non abbiamo resistito. Ed eccoci ancora qui, decisi a non perderci nulla dello spettacolo che si prepara.(Velina Azzurra)

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