Site icon archivio di politicamentecorretto.com

Imprenditoria femminile L’ITALIA CHE VOGLIAMO E’ PIU’ DONNA

Imprenditoria femminile

L’ITALIA CHE VOGLIAMO E’ PIU’ DONNA

Webinar da Milano del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”

Un confronto sul rilancio dell’imprenditoria femminile dopo l’emergenza sanitaria

Nuovi modelli di organizzazione e smartworking al centro dell’attenzione

 

Si è svolto oggi 24 novembre in streaming la tappa milanese del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa 2020”, il road show virtuale – giunto alla XIII edizione – organizzato da Unioncamere insieme alle Camere di commercio e ai Comitati per l’imprenditoria femminile. L’iniziativa, a cadenza annuale, ha gli obiettivi di informare le imprenditrici e offrire strumenti formativi a chi aspira a diventarlo, dare visibilità alle dinamiche che riguardano l’occupazione femminile e creare consenso sul tema delle pari opportunità.

L’evento reca il titolo “L’Italia che vogliamo è più donna” ed è stato organizzato dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi in collaborazione con Unioncamere e con il locale Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile, presieduto dalla dott.ssa Marzia Maiorano.

Dal rilancio dell’imprenditoria femminile post emergenza sanitaria ai progetti per un futuro sostenibile, dalle nuove forme di business ai nuovi modelli di organizzazione e allo smartworking; questi alcuni dei temi che sono stati affrontati nel corso della mattinata di oggi, con gli interventi introduttivi di Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, di Loretta Credaro, Vice Presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia e Presidente della Camera di commercio di Sondrio e di Marzia Maiorano, Presidente  Comitato Imprenditoria Femminile Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi.

I lavori hanno visto la partecipazione di Cristina Tumiatti, Presidente  Comitato Imprenditoria Femminile Camera di commercio di Torino; Alessandra Gangai, Ricercatore Senior Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano; Fabio Bentivegna, Digital Coordinator PID Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi.

Le conclusioni sono state affidate a Giulia Zanotti, Senior Business Analyst presso Invitalia e a Tiziana Pompei, Vicesegretario Generale presso Unioncamere. 

“In questo delicato momento di ripartenza è nostra responsabilità offrire a tutte le imprenditrici una concreta risposta di fiducia e di futuro –  ha dichiarato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Puntare sullo sviluppo delle competenze e della creatività delle donne è un impegno e una sfida che il nostro Paese può oggi affrontare grazie anche alle risorse del PNRR, per proiettarci verso una società più coesa e inclusiva, caratterizzata da un nuovo protagonismo economico femminile.”

Ha commentato Marzia Maiorano, Presidente del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile costituito dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Per guidare un’impresa è necessaria un’evoluzione professionale nell’ambito dell’imprenditoria, che tenga conto del mercato, del capitale umano, dei nuovi modelli organizzativi e di business. Le imprenditrici oggi devono mettere le basi per una leadership multidisciplinare capace di affrontare il cambiamento; allo stesso tempo vanno sostenute con strumenti concreti per lo sviluppo della competitività delle loro aziende, quale reale supporto per  la costruzione dell’identità economica della donna”.


L’imprenditoria femminile a Milano Monza Brianza Lodi.
Secondo i dati del Registro Imprese elaborati dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi (aggiornati al 30 settembre 2021), le imprese femminili nei territori di Milano, Monza e Lodi sono complessivamente pari a 70.761 unità, che corrispondono al 18,1% del totale delle imprese attive. In particolare, l’imprenditoria femminile conta su 55.783 imprese a Milano (17,9% del totale), su 12.148 imprese a Monza (18,7%) e su 2.830 imprese a Lodi (19,5%).

Con riferimento ai settori economici, il 25% delle imprese in rosa è afferente al commercio all’ingrosso e al dettaglio, il 13% ad attività di servizi, il 10% ad attività immobiliari e il 9% alle attività professionali, scientifiche e tecniche.

L’evoluzione della situazione in Italia. Secondo i dati dell’Osservatorio sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere, le iscrizioni di nuove attività femminili nei primi nove mesi del 2021 sono più numerose di quelle registrate nello stesso periodo del 2020 (+7mila), ma sono ancora circa 9.200 in meno dello stesso periodo del 2019. Malgrado l’incremento delle iscrizioni tra 2020 e 2021, il peso delle nuove imprese femminili sul totale delle iscrizioni si è ridotto di quasi due punti percentuali, passando dal 27,1% di due anni fa, al 25,4% di settembre scorso. Quasi il 24% di queste nuove imprese guidate da donne, però, nasce come società di capitali, tipologia di azienda più strutturata e “robusta” sotto il profilo organizzativo e gestionale. Queste ultime, infatti, rappresentano il 23,6% del totale delle iscrizioni femminili a fronte del 23% del 2021 e del 22,6% del 2020. Una conferma del lento ma progressivo rafforzamento organizzativo in corso nel mondo produttivo femminile proviene anche dalla crescita della quota di aziende guidate da donne che oggi operano nei cinque settori di attività più performanti in termini di rapporto valore aggiunto/occupati (industria manifatturiera, altre industrie in senso stretto, servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari). ln aumento anche la diffusione della presenza delle donne nei posti di comando delle aziende. Tra il 2011 e il 2020 le donne amministratici sono infatti aumentate di 93mila unità e sono cresciute anche in termini percentuali, passando dal 23,2 a 24,4%. Le cariche di amministratore ricoperte da donne sono così oggi poco meno di un milione e 140mila a fronte del milione e 50mila di 10 anni fa. Cresce però l’età media delle donne che sono oggi nella “stanza dei bottoni” delle imprese: se nel 2011 il 43% delle amministratrici aveva più di 50 anni, a fine 2020 le over 50 sono il 58%.

Exit mobile version