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Donne all’Ultimo Grido presenta GIN&CEO

Donne all’Ultimo Grido presenta
GIN&CEO
Progetto di educazione al bere consapevole

Alcol e donne: un binomio controverso, dai risvolti pericolosi e, purtroppo, a volte tragici… È dedicato a questo tema complesso e delicato GIN&CEO il nuovo progetto di Donne all’Ultimo Grido, l’Associazione di promozione sociale impegnata nello sviluppo dell’empowerment femminile e della parità di genere, che è stato presentato nell’ambito del calendario OFF dell’evento L’Eredità delle Donne (https://ereditadelledonne.eu/).

Dopo aver analizzato gli effetti della pandemia sullo stato psicofisico delle donne e raccontato storie di resilienza al femminile, Donne all’Ultimo Grido si focalizza su un’altra problematica messa in evidenza dal lockdown: l’abuso di alcol che, durante questo difficile periodo, è diventato purtroppo una vera e propria comfort zone e ha colpito soprattutto la fascia femminile. Da questa considerazione è nato GIN&CEO ovvero come bere consapevolmente e riscoprire la parte ludica e conviviale dell’alcol, senza cadere nella dipendenza o incorrere in brutte esperienze, dentro e fuori dai social. Il progetto, dal nome fortemente evocativo, coinvolge una famosa Master Distiller, l’unica donna italiana maestra distillatrice e la più premiata al mondo, Priscilla Occhipinti, una sommelier professionista, Wilma Zanaglio, un esperto di intelligenza artificiale, Umberto Callegari di Microsoft advisor del progetto, e una pittrice, Simona Paganella, che ha creato l’immagine visiva del progetto.

GIN&CEO prende il nome dal gineceo, ovvero la parte della casa che nell’antica Grecia veniva riservata alle donne: un gioco di parole creato per riportare l’attenzione sugli aspetti positivi legati alla condivisione e alla leggerezza di spirito, allontanando così lo spettro dell’abuso e della dipendenza.

“Stiamo creando un Gin – spiega Morena Rossi, Presidente dell’Associazione Donne all’Ultimo Grido – fatto dalle donne per le donne che da una parte riscatti l’alcolico dalla sua intrinseca ‘natura traviante’, dall’altra lo renda occasione cool di consapevolezza, affinché le donne si liberino o almeno riducano i rischi di dipendenza e violenza a cui sono soggette. Esiste, infatti, una differenza tradizionale tra consumo di alcol a fini ricreativi, celebrativi o conviviali, e a fini di evasione o come metodo per tollerare una condizione di reclusione, come nel caso della pandemia, in una relazione, o di reclusione in sé e di insoddisfazione. Lo abbiamo chiamato GIN&CEO perchè è proprio in casa che le donne si trovano da sempre a fronteggiare continue sfide, soprattutto in questi ultimi 18 mesi, cadendo a volte in dipendenze oscure, come quella dell’alcol. Perché bere responsabilmente si può, o meglio, si deve.”

L’educazione al consumo responsabile di alcol può essere l’occasione per sensibilizzare all’emancipazione femminile anche in contesti meno formali, in modo che una donna possa sentirsi libera di lasciarsi andare al divertimento in tutta sicurezza, senza rischiare di incappare in comportamenti abusanti con la scusa dello “stato di ebbrezza”.
Per accompagnare questo percorso, è stata pensata un’APP che vigilerà sul rischio di violenza “during nights out” attraverso una community interconnessa che possa vegliare sull’incolumità delle appartenenti. L’APP sarà in grado di rilevare la presenza di un rapporto non consensuale geolocalizzazione oppure far partire una chiamata d’emergenza tramite riconoscimento vocale.

Inoltre, verrà attivata una piattaforma collegata al progetto che vuole informare le nuove generazioni circa una violenza differente, magari più sottile ma non meno pericolosa, ovvero quella a cui ogni donna è esposta in questo mondo iperconnesso, in ogni momento della giornata, causata dalla mancanza di etica ed empatia nelle tecnologie sottostanti ai Social Network e dai modelli da essi proposti.

“Siamo davvero felici di annunciare questo nuovo progetto – continua Morena Rossi – che raccoglie l’artigianato di qualità e le migliori expertise tecnologiche consentendoci di richiamare l’attenzione su un tema così importante come l’abuso di alcol, senza demonizzare l’elemento stesso. Il Gin, l’APP e la piattaforma diventano lo spunto per riflettere sui rischi a cui le donne sono esposte, educare al consumo consapevole e celebrare la bellezza, la conoscenza e la libertà, ma anche le diversità e le imperfezioni. Il nostro obiettivo è dare messaggi positivi sul lato ludico e conviviale dell’alcol, senza cadere nell’abuso e nella dipendenza, garantendo alle donne ‘serate da urlo’ senza urla”.

Donne all’Ultimo Grido
Donne all’Ultimo Grido è un’Associazione di Promozione Sociale nata a Lucca nell’aprile del 2019 dall’incontro di quattro donne: Morena Rossi, Eliana Bonaguidi, Valentina Moscardini e Sandra Bacci. Donne all’Ultimo Grido è un progetto di ascolto e di empowerment femminile che dà voce alle donne e alle loro storie “da urlo” con l’obiettivo di mettere in comunicazione esperienze, competenze e progetti per aiutare le donne a fare rete e a far sentire la loro voce. L’Associazione si propone di raccogliere in una virtuale “urloteca” sui propri canali social ufficiali urli costruttivi di liberazione, soddisfazione, gioia, ribellione o speranza per combattere le urla di disperazione, che sono ancora tante. L’idea è dare vita a un urlo corale delle donne che ce la fanno, ce l’hanno fatta o sentono di potercela fare condividendo le rispettive voci. L’unico requisito? Avere voglia di farsi sentire, o meglio, ascoltare.

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