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Esce “Nazionalismo” di Elie Kedourie

L’attualità di Elie Kedourie e del suo Nazionalismo,

pubblicato per la prima volta in italiano da Liberilibri

 

Nationalism di Elie Kedourie, scritto nel 1960 e ancora perfettamente attuale, rappresenta un classico del pensiero politico contemporaneo, ed è forse la più originale analisi del nazionalismo dal punto di vista della sua storia intellettuale e politica, della sua emersione e affermazione a partire dalla Rivoluzione francese, delle sue radici culturali e delle sue ripercussioni. L’edizione che esce in questi giorni in libreria, la prima in lingua italiana, è curata da Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni e professore di Storia delle dottrine politiche presso l’Università IULM di Milano.

Con una chiarezza e un’eleganza argomentativa impareggiabili, Kedourie rintraccia e porta allo scoperto le origini di questa corrente ideologica che tanta influenza, spesso nefasta e distruttiva, ha avuto e continua ad avere nel mondo, consegnandoci un testo prezioso per comprendere l’architettura ideologica di quel nazionalismo che ciclicamente si riaffaccia nella storia dei Paesi occidentali e non solo. Un’ossessione ideologica, così la definisce Kedourie, che «si dispiegò dapprima in Europa e poi nel resto del mondo fra il 1848 e il secondo dopoguerra» ma che evidentemente «non riuscì a offrire rimedio ai mali dell’alienazione e dell’oppressione per i quali essa si proponeva come cura».

Come scrive Mingardi nel suo ampio saggio introduttivo, negli ultimi anni, «abbiamo assistito a un autentico revival nazionalista e, con varie sfumature, la contrapposizione fra nazionalisti e cosmopoliti ha acquistato ovunque centralità, a spese di altri cleavages politici. Ciò è vero anche dove, come in Italia, anziché “nazionalisti” si preferisce dire “sovranisti”. Al di là della scelta delle parole, è indubbio che la questione “identitaria” si è ripresa il centro della scena politica.» E se oggi a prevalere è piuttosto una caricatura dell’identità, il libro di Kedourie – il cui conservatorismo è stato definito “realista” – richiamando alla responsabilità intellettuale può condurci forse a un approccio più adulto e più critico.

La presente edizione riporta anche, in Appendice, le Prefazioni alla prima e alla seconda edizione e l’Introduzione alla quarta edizione che l’autore scrisse nella primavera del 1992, poco prima di morire improvvisamente.

 

Elie Kedourie (Baghdad, 1926 – Washington, 1992) ha insegnato alla London School of Economics dal 1953 al 1990. Filosofo politico e storico delle idee, ha dato contributi importanti agli studi mediorientali. Fra i suoi lavori più noti, England and the Middle East. The Destruction of the Ottoman Empire 1914-1921 (1956), The Chatham House Version. And Other Middle Eastern Studies (1970), Nationalism in Asia and Africa (1970, a cura di), In the Anglo-Arab Labyrinth. The McMahon-Husayn Correspondence and its Interpretations 1914-1939 (1976), The Crossman Confessions and Other Essays in Politics, History and Religion (1984), Politics in the Middle East (1992).

Alberto Mingardi (Milano, 1981) è professore associato di Storia delle dottrine politiche presso l’Università IULM di Milano e direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni. Per Liberilibri, ha curato Crimine e potere. Due lezioni londinesi, di Thomas Hodgskin (2014); L’uomo contro lo Stato, di Herbert Spencer (2016); L’ignoranza e il malgoverno. Lettere a «Liberty», di Vilfredo Pareto (2018) e ha scritto l’Introduzione a Sciabole e Utopie. Visioni dell’America Latina, di Mario Vargas Llosa (2020).

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