Cembra Cantina di Montagna: dove l’uomo sfida i limiti della natura Eroi del vino al servizio di una viticoltura estrema

Cembra Cantina di Montagna: dove l’uomo sfida i limiti della natura
Eroi del vino al servizio di una viticoltura estrema

Foto: Gli eroi del vino impiegano annualmente tra le 900 e le 1.000 ore di lavoro per coltivare ogni singolo ettaro di vigneto.

Foto: Il 30% della superficie della Valle di Cembra è destinata alla viticoltura eroica.

Lassù dove le viti crescono abbarbicate in minuscoli appezzamenti montani sostenuti da arditi muretti a secco, sono circa 300 gli eroici conferitori di Cembra Cantina di Montagna che coltivano con tenacia e dedizione quotidiana le loro uve per produrre un nettare sublime, espressione delle condizioni estreme che lo hanno generato. La Val di Cembra è un territorio il cui fascino è eguagliato unicamente dalla sua ostica conformazione orografica: situata a nord-est della provincia trentina e profondamente incisa dall’impetuoso torrente Avisio, questa valle è caratterizzata da pendii impervi che ospitano vigneti veraci.

Viticoltura eroica al 30%
La Val di Cembra si estende su una superficie di 2.243 ettari, di cui il 30% è destinato a una viticoltura che avviene lungo vertiginosi pendii terrazzati. L’origine di tale mosaico pittoresco è da ricercare indietro nel tempo: nel corso dei secoli i contadini sono stati costretti a rimodellare radicalmente i pendii, cercando di strappare ai ripidi declini boschivi dei fazzoletti di terra da destinare alla coltivazione, in particolar modo della vite. Complice l’innata vocazione del territorio alla realizzazione di vini unici, la viticoltura ha dato una grande spinta all’economia locale mantenendo intatti il paesaggio storico naturale e l’identità della popolazione locale.

Eroi del vino a 900 metri
Questa viticoltura eroica lungo pendii spesso difficili da raggiugere e da lavorare rende Cembra Cantina di Montagna un portavoce autentico della dedizione tipica della gente trentina. A testimoniarlo sono le centinaia di ore l’anno – tra 900 e 1.000 – necessarie per coltivare e far fiorire ogni singolo ettaro di vigna. Un impegno fuori dal comune che non ha mai intimorito gli eroici vignaioli cembrani: donne e uomini forti, come forte è il valore del destino comune che trova nella produzione di vini di montagna l’essenza prima di questa magica terra. La fatica e il duro lavoro si concretizzano ogni giorno nel raggiungere – a un’altitudine compresa tra i 450 e i 900 metri – ostici appezzamenti su cui nessun macchinario può essere utilizzato: in molti casi le pendenze superano il 40% e tutte le operazioni in vigna vengono svolte manualmente, con lunghi tempi di lavorazione. Gli eroi del vino devono anche fare i conti con le difficoltà meteorologiche, che in questa amena vallata sono più accentuate e frequenti e possono causare seri danni alle colture. Disagi superati giorno dopo giorno grazie al coraggio, all’amore e all’infinita dedizione che consentono di affrontare e “domare” una terra avversa.

Quando le pietre diventano Patrimonio UNESCO
In Val di Cembra sono 708 i km di muretti a secco che disegnano la bellezza della valle e al contempo ne sostengono le colture vitate. Inserita nel 2008 nella Lista del Patrimonio Immateriale UNESCO, l’arte dei muretti a secco rappresenta l’insieme di tutte le conoscenze, teoriche e pratiche, legate alla costruzione di tali strutture, che avviene esclusivamente disponendo e accatastando le pietre l’una sopra l’altra, senza l’aiuto di alcun elemento, salvo – alcune volte – la terra secca. I terrazzamenti sono un monumento antropico di inestimabile valore, che tuttavia ogni anno necessita di peculiari interventi di controllo e manutenzione per evitare che il patrimonio costruito nel corso dei secoli dai patriarchi del vino cembrani vada perduto.

Oltre a dipingere la valle con una miriade di tasselli in porfido arricchendone la bellezza, i muretti a secco giocano un ruolo primario nella prevenzione di violenti dissesti idrologici tra cui frane, alluvioni e valanghe. I muretti a secco, al tempo stesso, preservano la preziosa biodiversità in vigna: gli interstizi tra le pietre diventano le dimore e i nascondigli di piccoli insetti e rettili che operano in completa sinergia con l’agricoltura umana, mantenendo un organismo agricolo sano e un ecosistema in perfetto equilibrio. Il risultato è l’autentica espressione dell’armonia che esiste tra la natura e i viticoltori, chiamati a custodirla e a valorizzarla.

Una tradizione che si rinnova
È così che, stagione dopo stagione, vendemmia dopo vendemmia, si perpetua la tradizione vitivinicola della Val di Cembra. I figli e i nipoti dei viticoltori scelgono spesso di proseguire lungo il solco della strada tracciata iniziando a lavorare sin da piccoli nell’azienda di famiglia. Con orgoglio perpetuano il legame con la maestria artigiana, portando con sé una ventata di freschezza grazie ai nuovi saperi e all’innovazione tecnologica.

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