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Myanmar: ufficio di Save the Children distrutto dal fuoco a causa di scontri violenti.

Military vehicles inspecting destroyed vehicle

Myanmar: ufficio di Save the Children distrutto dal fuoco a causa di scontri violenti. Si teme per la sorte dei pochi bambini rimasti nella città di Thantlang, quasi completamente abbandonata dopo gli scontri del mese scorso

L’Organizzazione condanna con la massima fermezza gli attacchi indiscriminati, anche contro civili e organizzazioni umanitarie, violazioni del diritto umanitario internazionale. Chiede di mettere in primo piano la protezione dei civili, soprattutto dei bambini

 

 

Grande sdegno e sgomento sono espressi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, per le decine di edifici deliberatamente incendiati oggi a Thantlang in Myanmar, incluso uno dei propri uffici, a causa dell’impennata dell’offensiva militare nello Stato di Chin.

Si stima che almeno 100 edifici siano stati distrutti finora dall’incendio nella remota e in gran parte deserta città di Thantlang, nel nord dello Stato di Chin, che secondo quanto riferito è scoppiato intorno alle 11 a seguito dell’uso di armi pesanti. Il fuoco continua a dilaniare la città e non ci sono vigili del fuoco disponibili per domare l’incendio.

Save the Children esprime profonda preoccupazione per la sicurezza dei 20 bambini che si pensa siano in città. Si teme che centinaia di case possano essere distrutte, poiché molti edifici del Paese sono in legno. I partner dell’Organizzazione hanno scattato fotografie di nuvole di fumo che si alzavano dalla zona.

Prima dell’intensificarsi del conflitto in tutto lo Stato di Chin, che il mese scorso ha costretto quasi l’intera città a fuggire, Thantlang ospitava quasi 10.000 persone. La maggior parte degli abitanti della città si è rifugiata nei villaggi al confine con l’India, mentre altri hanno attraversato il confine.  Save the Children riporta che anche i suoi 10 dipendenti che lavorano in città sono stati costretti a fuggire.

L’Organizzazione, che era già stata costretta a sospendere i suoi programmi sanitari salvavita sul posto dopo le violenze scoppiate il mese scorso, non è stata in grado di valutare di persona i danni al suo ufficio poiché l’accesso dei civili alla città è stato limitato da quando è stata abbandonata.

“La distruzione causata da questa violenza è assolutamente insensata. Non solo ha danneggiato uno dei nostri uffici, rischia di distruggere l’intera città e le case di migliaia di famiglie e bambini. Le persone che vivono qui hanno già dovuto abbandonare le proprie abitazioni per sfuggire ai violenti scontri delle ultime settimane –riferisce Save the Children – Molti ora avranno perso quel poco che avevano lasciato e non avranno una casa in cui tornare, aggiungendosi al numero di sfollati a lungo termine in tutto il Myanmar e i suoi confini. Questo incidente è un’ulteriore prova di una crisi sempre più profonda nel Paese, caratterizzata da un’escalation di violenza che colpisce un gran numero di minori. Il colpo di stato militare e la successiva crisi umanitaria continuano a minacciare radicalmente i diritti umani dei bambini. Purtroppo, all’aumento dei bisogni umanitari non corrisponde un adeguato incremento dei finanziamenti per interventi salvavita. Save the Children condanna con la massima fermezza questi attacchi indiscriminati, anche contro civili e organizzazioni umanitarie, che sono violazioni del diritto umanitario internazionale. Chiede alle parti responsabili di astenersi da qualsiasi attacco del genere e di mettere la protezione dei civili, in particolare dei bambini, in primo piano”.

 

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