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Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani in occasione del 76° Anniversario delle Nazioni Unite

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani in occasione del 76° Anniversario delle Nazioni Unite invita tutti a una profonda riflessione sul contesto storico che portò alla nascita dello Statuto dell’ONU alla fine della II guerra mondiale.

Fu l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a istituire nel 1971 la giornata internazionale, che si celebra ogni anno il 24 ottobre, con l’obiettivo di ricordare a tutti gli Stati membri il ruolo e le funzioni dell’ONU e il significato storico dello Statuto del 1945.

Settantasei anni fa, infatti, i rappresentanti di 50 governi si incontrarono a San Francisco per una conferenza e iniziarono a redigere la Carta delle Nazioni Unite che entrò in vigore il 24 ottobre.

Il cuore della carta costituzionale fu certamente il mantenimento della Pace e della sicurezza internazionale, la protezione dei Diritti Umani e gli aiuti umanitari, urgenti e indispensabili dopo le terribili conseguenze del conflitto bellico.

Non fu facile nei primi anni perseguire questi tre obiettivi, specie quello relativo al mantenimento della Pace, perché l’atteggiamento di ostilità tra Usa e Russia impedì all’organizzazione di procedere lungo i sentieri del dialogo appena tracciati.

E’ opportuno ricordare inoltre che la costituzione dell’ONU non era un fatto scontato alla fine della Seconda Guerra Mondiale, perché dopo il naufragio della Società delle Nazioni, dovuto alle ambizioni e alle rivalità dei singoli Stati, bisognava davvero essere dotati di una massiccia dose di idealismo per credere che ripetere l’esperimento, fallito appena venticinque anni prima, avrebbe sortito risultati diversi. Ma non c’erano altre strade percorribili, bisognava alzare lo sguardo e vedere necessariamente un cielo azzurro per tutti, andando oltre i ricordi terribili dei regimi totalitari, dei lager, delle bombe, della scienza e del diritto complici del male e della distruzione di un pezzo di umanità.

Solo dopo la Guerra Fredda, però, si intensificarono le azioni finalizzate al mantenimento della Pace. Aumentarono così le operazioni di Peacekeeping che permisero di esportare i principi democratici di cui l’ONU è portavoce.

E quel cielo azzurro, che si scelse per la bandiera delle Nazioni Unite, cominciò piano piano a spiegarsi davanti agli occhi ancora inorriditi di chi aveva conosciuto l’abbrutimento del quale solo la guerra è portatrice.

L’organizzazione sovranazionale e il suo statuto, con la virtù del Diritto e con la convinzione che solo la Democrazia può essere garante di Pace, consegnarono un po’ alla volta al mondo, e non senza fatica, la speranza di un futuro più sereno, in grado non di dimenticare certamente, ma di condannare gli anni di guerra, gli anni malati di razzismo e di violenti nazionalismi, gli anni di rappresaglie, di esecuzioni sommarie, di armi atomiche. Gli anni dell’uomo contro l’uomo.

Gli sforzi dell’ONU si materializzarono nel periodo post bellico con azioni concrete mirate a debellare la povertà e le disuguaglianze, le discriminazioni e le malattie mortali. Il cielo diventava più azzurro poco alla volta, per tutti, e sulla bandiera l’alloro prometteva l’unione di popoli, per troppo tempo nemici, in un futuro non lontanissimo.

Questo accadeva settantasei anni fa, che per la storia è l’altro ieri.

Ecco quanto abbiamo fatto l’altro ieri.

Con forza e coraggio.

Ripugnando la guerra.

Amando l’uomo.

Chi crede in quel semplice e bellissimo e difficile sogno di Pace chiamato ONU, crede nell’uomo e nei suoi diritti. E chi crede in questo sogno di Pace non può, anche se le guerre nel mondo e l’attuale situazione in Afghanistan scalfiscono la fiducia nel genere umano, non riconoscere i grandi sforzi e le grandi conquiste dell’ONU in questi tre quarti di secolo.

Conquiste chiamate vaccini, conquiste chiamate lotta alla malnutrizione, conquiste chiamate Diritti Umani e protezione internazionale.

Le Nazioni Unite sono la storia del ‘900 che non smette di raccontarsi e sono la possibilità che ci siamo dati per riabilitarci al Giusto e al Bene.

Il CNDDU alla vigilia di una giornata che ci riporta agli anni più cupi della Storia del Novecento, storia nazionale e internazionale, intende riconoscere tutti gli sforzi fatti dai Paesi che costituiscono l’ONU.

L’impegno profuso dall’ONU dal 1945 a oggi per trasformare i pericoli sempre più imminenti nel mondo in civile dibattito è innegabile. E anche se non sempre le Nazioni Unite sono riuscite a garantire la Pace promessa agli uomini e ai popoli, non possiamo mettere in discussione il valore di quella che è la più grande organizzazione internazionale che è e rimane un avamposto di umanità e custodisce principi universali e nobilissimi.

A Tal proposito, ci fa piacere ricordare che con una nota la Presidenza del Consiglio dei Ministri rammenta l’esposizione sugli edifici pubblici della bandiera dell’ONU, con le bandiere europea ed italiana, in occasione del 76° compleanno delle Nazioni Unite.

Invitiamo pertanto i colleghi docenti, della scuola secondaria di I e II grado, a celebrare il 24 ottobre insieme ai loro studenti, soffermandosi sul contesto storico nel quale nacque l’ONU e invitando le classi a realizzare la bandiera azzurra con il mondo e i due rami d’ulivo (stampata, disegnata, di stoffa, ecc.) da fissare nelle aule come simbolo di Pace e uguaglianza abbinata a questa frase:

“Son membra d’un corpo solo i figli di Adamo,

da un’unica essenza quel giorno creati.

E se uno tra essi a sventura conduca il destino,

per le altre membra non resterà riparo.

A te, che per l’altrui sciagura non provi dolore,

non può esser dato nome di Uomo”

Saadi di Shiraz

(Frase scritta all’entrata del Palazzo di Vetro dell’ ONU)

L’Hashtag per la Giornata delle Nazioni Unite è #SventoliamolAzzurrodeiPopoliUniti

Prof.ssa Rosa Manco

CNDDU

 

 

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