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eDAC e Bocheteatro – Stagione di Prosa – spettacolo “Lucido” di Rafael Spregelburd

Prosegue il 29 Ottobre 2021 alle ore 20:30, la Stagione di Prosa 2021-2022 curata da Ce.D.A.C. Sardegna – Centro di Diffusione Attività Culturali e dalla Compagnia Bocheteatro,presso lo Spazio-Teatro Bocheteatro sito in Via Trieste n. 48 a Nuoro, con lo spettacolo teatrale dal titolo “Lucido” di Rafael Spregelburd per la regia di Jurij Ferrini – anche protagonista insieme con Rebecca Rossetti, Agnese Mercati e Federico Palumer, per Progetto U.R.T. / Unità di Ricerca Teatrale (traduzione italiana di Valentina Cattaneo e Roberto Rustioni).

Focus sulle umane passioni e debolezze in “Lucido” del drammaturgo argentino Rafael Spregelburd, divertente e spietata commedia “nera” nella mise en scène di Jurij Ferrini, uno dei più interessanti registi italiani contemporanei, per Progetto U.R.T. / Unità di Ricerca Teatrale (traduzione italiana di Valentina Cattaneo e Roberto Rustioni). Sotto i riflettori Rebecca Rossetti, Agnese Mercati, Federico Palumeri e lo stesso Jurij Ferrini, con luci e suono di Gian Andrea Francescutti, per un amaro ritratto di famiglia in cui si indaga a fondo nella sfera degli affetti, tra legami di sangue e relazioni amorose e il tema della donazione degli organi appare in una luce tutta particolare: una donna chiede la restituzione del rene “prestato” al fratello, per poter salvare il marito, con un paradossale e inaccettabile scambio, ovvero una vita al prezzo di una vita.
Lucido” propone un dilemma insanabile tra le istanze dei personaggi, ciascuno fermamente convinto delle proprie ragioni e impegnato a sostenerle, in una guerra domestica senza esclusione di colpi: una questione delicata e complessa, in cui il significato di un “dono” si scontra con la beffa del fato, che mette la giovane nella condizione di aver di voler disporre di nuovo e diversamente di ciò che in certo qual modo le appartiene, come una parte di sé. Un gesto generoso e disinteressato, l’aver compiuto quella che all’epoca era sembrata la scelta più giusta, la priva ora della possibilità di sacrificarsi ora per il proprio compagno: l’assurda e comunque immorale pretesa ha in sé una sua logica, fa riaffiorare (forse) antiche ferite, e soprattutto evidenzia l’attuale distanza dalla famiglia d’origine, cui si rivolge comunque per un estremo quanto disperato appello.
Una trama stravagante, quasi da “telenovela”, una vicenda «eccessiva, storta, deformata» – come sottolinea il regista Jurij Ferrini – intorno a cui l’autore costruisce un microcosmo con le sue regole e suoi conflitti, un universo abitato da personaggi straniati e stranianti, di una comicità irresistibile, «mai banale» – ricorda Ferrini – ma anzi «caustica e politicamente scorretta verso gli abitanti di quella parte del globo che risponde al nome di “occidente”»: nelle sue pièces Rafael Spregelburd «sbugiarda i falsi valori e l’ipocrisia su cui si impernia il nostro patto sociale».
L’incontro con l’opera del drammaturgo – o “teatrista”, come preferisce chiamarsi – attore e regista argentino è stato una vera “folgorazione” – racconta Jurij Ferrini: «Spregelburd parla di noi, di una umanità che ha perso ogni contatto con il mondo reale e si diverte a mostrarci la sua anti-tragedia. Mentre l’eroe classico combatte e riflette, muovendosi alla ricerca di una soluzione ad un qualche problema del Destino, mentre l’eroe quindi cerca la verità; l’antieroe moderno si muove cercando di schivare la catastrofe, pronto a mentire perfino a se stesso, pur di evitarla… la paura della catastrofe fa in modo che il senso del tragico venga spodestato dal senso del ridicolo».
Una chiave fondamentale della sua scrittura e della sua iperrealistica rappresentazione del mondo è l’ironia: «È un autore capace di far ridere a differenti livelli – afferma Ferrini – di nascondere il senso per tutto lo spettacolo per mostrarlo solo al momento opportuno, occultandolo tra significati provvisori, che poi in scena vengono continuamente smentiti. Per apprezzare nella sua interezza un’opera di Spregelburd occorre ridere; ridere molto, lasciarsi andare; e a noi interpreti è consegnato questo arduo compito. La risata, anche amara o atroce, è l’unica porta d’ingresso nel suo mondo, nella sua realtà scenica».
“Lucido” contiene in sé i germi della tragedia ma pure della farsa, nell’impossibilità di risolvere il nodo centrale di una storia improbabile, ma non per questo meno importante per i protagonisti, in cui rapporti ormai relegati in un passato da dimenticare riemergono con tutta l’evidenza di conti in sospeso, di parole non dette e muri di silenzio: nella ricerca individuale della felicità, ciascuno cerca di afferrare il più possibile di quanto l’esistenza notoriamente parca se non avara, concede, di trovare un proprio equilibrio, aggrappandosi con tutte le proprie forze a quello che ha potuto o saputo ottenere, senza il minimo desiderio di rinunciarvi. La commedia affronta una questione cruciale e inderogabile, in una ipotetica scelta tra la vita e la morte – con la cifra umoristica di Rafael Spregelburd – costringendo i personaggi a ripensare alle proprie azioni, a fare un bilancio, forse a misurare il bene e il male. Creature ormai disincantate, senza alti ideali in nome di cui combattere, quasi troppo “concrete” e terrene, eppure proprio per questo umanissime e parte di una moderna società confusa e smarrita – la donna, sua madre, il fratello e un amico – discutono temi filosofici e etici riducendoli alla dimensione quotidiana, all’emergenza del momento, nell’intento di stabilire e soppesare, con una qualche unità di misura, il valore di una vita.

INFO & PREZZI

Associazione Culturale Bocheteatro – telefono: 0784.203060 / 338.7529106
Gli uffici sono aperti dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle ore 13
Apertura botteghino: la sera dello spettacolo alle ore 19:00

 

Costo Ingresso:
Biglietto Intero € 15 / Biglietto Ridotto € 12 (over 65 / under 25)
Puoi acquistare i biglietti anche online sul sito www.ciaotickets.com

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