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IL PUNTO   n. 831 del  1 ottobre   2021 di MARCO ZACCHERA

SOMMARIO: – INVITO – DRAGHI SANTO SUBITO – PADRE NOSTRO NEGATO  – IL MOSTRO DI RIACE

 

ATTENZIONE: UN INVITO  ( VERO!)  AI  LETTORI

Come ricordato la scorsa settimana, visto che mi avvio a compiere 70 anni ho pensato di festeggiarli insieme alle persone che conosco invitando  ad un aperitivo

GIOVEDI’ 7 OTTOBRE dalle 18.30 alle 20 presso i vivai della “Compagnia del Lago”, Via della chimica (zona industriale) Verbania Fondotoce.

Tutti i lettori del PUNTO sono quindi invitati: sarà un appuntamento alla buona, ma mi auguro partecipato ed allegro.

Se qualche lettore non della zona volesse fermarsi a pernottare mi contatti, prego però tutti coloro che volessero intervenire di rispondermi al più presto iscrivendosi tramite il sito   eventimarcozacchera@gmail.com

Oppure tramite https://www.eventbrite.com/e/biglietti-voglio-invitarvi-al-mio-compleanno-marco-zaccherai-miei-primi-70-anni-172559759887

Questo per rispetto alle vigenti norme Covid ma anche perché per motivi organizzativi devo capire quanti più o meno interverranno (mi auguro numerosi). Saremo all’aperto, ma in caso di pioggia ci sarò uno spazio coperto.  Quindi, vi aspetto  (e non portate regali)!!

 

DRAGHI SANTO SUBITO

 

Credo fosse corretto andare a votare la scorsa primavera, ma anche che l’Italia abbia avuto comunque molta fortuna nel momento in cui Mario Draghi ha accettato di formare il governo.

Sette mesi dopo il debutto dell’unico nome italiano rimasto credibile a livello internazionale – soprattutto a confronto con la nullità del suo predecessore Conte –  credo che si debba davvero ringraziare la nostra buona stella.

Draghi ha portato all’Italia una luce di serietà nonostante la sua maggioranza variopinta che il premier lascia sfogare nei litigi quotidiani salvo poi tirare le redini e in gran parte decidere con la propria testa, ovvero con buonsenso.

Certo Draghi rappresenta il mondo economico e finanziario con tutti i suoi difetti, ma è una garanzia di efficienza e – mi sembra – di assoluta correttezza personale.

Alcuni aspetti della sua personalità (come il voler apparire il minimo possibile sui media, non dare spazio a polemiche, la rinuncia ad emolumenti ecc.) lo distinguono in positivo dalla quotidiana corrida politica.

Giocano a creare un clima a suo favore anche la osannante stampa quotidiana e gli yesman che lo coccolano spingendolo sulla cresta dell’onda, oltre ad un’ottima capacità di depistare le attenzioni sui molti problemi incombenti, anche per Avere maggiore libertà di movimento .

Nessuno per esempio si chiede cosa stia effettivamente avvenendo a proposito del PNRR, oppure su chi gestirà le imponenti risorse europee, chi e come manterrà le promesse fatte a Bruxelles… Ma intanto cresce la fiducia e si è avviato un processo virtuoso che – sia o meno vero, sicuramente è enfatizzato – avvolge positivamente l’intera nazione dopo mesi di crisi spaventosa.

Non è quindi Draghi a preoccupare, ma piuttosto la sua maggioranza rissosa ed eterogenea che – fosse lasciata a sé stessa –  si scontrerebbe su tutto e che presenta una squadra di ministri in alcuni casi sinceramente limitata e problematica.

E’ infatti cambiato il capitano, ma non buona parte dell’equipaggio: penso ai vari Speranza, Di Maio, alla stessa Lamorgese e ad altri ministri del tutto sconosciuti. Una squadra di comparse a volte inquietante e qualitativamente ben lontana dal leader, con ben poche eccezioni (Giorgetti, Guerini, Garavaglia…).

Abile è comunque Draghi a disinnescare le polemiche di facciata, a non prendere posizioni personali in contrapposizione ai singoli spicchi di maggioranza, a “tagliare e sopire” in stile andreottiano la quotidiana zuppa delle polemiche che occupano gran parte delle cronache, soprattutto quando mancano fatti concreti.

Adesso è scoppiata la questione di Draghi al Quirinale visto che Mattarella scadrà nel prossimo febbraio. Non c’è dubbio che il Mario nazionale sarebbe un ottimo Presidente della repubblica, ma chi poi siederebbe a Palazzo Chigi?

Le elezioni sono già previste nel 2023, una elezione di Draghi al Colle porterebbe con ogni probabilità il paese alle urne un anno prima.

Una vittoria del centro-destra è plausibile – ammesso e non concesso che non cambi il sistema elettorale – ma è meno certa di qualche mese fa e temo che la sconfitta alle prossime amministrative lascerà pesanti strascichi.

Ma immaginiamo che il centro-destra vinca davvero: chi metterebbe a Palazzo Chigi? Credo che ricomincerebbero i veti incrociati e immediatamente la guerra su tutto, con le consuete polemiche, gli attacchi della sinistra e della stampa, i veleni, la magistratura sul piede di guerra… insomma la solita inconcludente rissa quotidiana.

Pensiamoci, perché forse è meglio per l’Italia che ci teniamo un Draghi operativo per un altro anno con lo spento Mattarella sul Colle (che in “prorogatio” non può fare grandi danni) e questo almeno finchè non avremo la pandemia alle spalle e il PNRR decisamente impostato. Non dimentichiamoci che un minuto dopo che un leader di centrodestra ottenesse la fiducia, a Bruxelles comincerebbero a storcere il naso e a mettere i bastoni tra le ruote ad un governo non omologabile all’andazzo comunitario.

Insomma: rinnoviamo “a termine” Mattarella e poi mettiamoci Draghi, ma che almeno passi la mano a qualcuno in grado di continuare il suo lavoro.

Certo ci sarebbe un’altra soluzione, lasciatemela coltivare almeno come speranza da uomo di destra: eleggere un uomo (o donna) degno al Quirinale, con Draghi ancora leader al governo, ma con una maggioranza che emargini la sinistra velleitaria, il PD e le macerie del M5S ed abbia quindi una chiara linea politica sulle questioni importanti.

Draghi è di destra o di sinistra? Non ve lo dirà mai, ma è un vero leader che ovviamente tiene un profilo più concreto che politico dribblando su molti temi e potrebbe essere rappresentante sia di una destra socialmente illuminata che di una sinistra moderata pragmatica. Certo a sostenerlo dovrebbe esserci una maggioranza che dia slancio economico al paese e – guidata da mano ferma – concretizzi finalmente quelle riforme che ci siamo impegnati a fare, ma che non arrivano mai perché sono necessarie quanto impopolari.

Purtroppo non vedo oggi un leader di centro-destra capace di avere contemporaneamente autorevolezza, capacità tecniche e leadership internazionale: datemi un nome e ve ne sarei grato.

E la questione di Draghi al Quirinale? C’è tempo, in fondo ha “solo” 73 anni, quindi può fare il presidente… la prossima volta!

 

IL PADRE NOSTRO NEGATO

Non mi ha indignato la notizia che una maestra abbia interrotto la cerimonia di inaugurazione di una scuola in Friuli quando il parroco, dopo un discorso di assoluta apertura e condivisione, ha accennato a recitare il “Padre Nostro”, ma piuttosto il silenzio dei presenti – autorità regionali comprese – che non l’hanno subito zittita.

Per me questo episodio è stata una offesa a milioni di persone che in Italia ancora (e per fortuna) ritengono che non ci sia nulla di male né di dividente nel recitare pubblicamente una preghiera. Siamo diventati così timorosi di tutto da accettare che una singola persona offenda il sentimento della maggioranza in nome della “santa laicità“ e nessuno che più batta ciglio.

Certo, sono poi seguiti i “post” di critica, ma nessuno in quel momento specifico si è alzato a dire “La smetta, se non le garba se ne vada, io gradisco il Padre Nostro e quindi si vada avanti”. Quell’attimo fatale in cui si prendono le decisioni di fondo, radicali, chiare, che magari segnano un’esistenza e fanno la differenza tra le persone coerenti e i paparaqua.

No, invece, tutti zitti (stando almeno alle cronache) e men che meno che qualcuno abbia poi chiesto qualche sanzione per la “maestra rossa”.

Chissà quanti avrebbero voluto farlo, ma in quel momento NON l’hanno fatto, non hanno preso la parola, non hanno criticato l’insegnante. Perché i presenti sono stati tutti così zitti e codardi? Per il timore di andare controcorrente, di esporsi, di essere additati come retrogradi reazionari, oppure cattolici integralisti o “fascisti” (ovviamente)…insomma, per non avere “rogne”.

Se fossi il genitore di un alunno di quella maestra mi porrei il problema al contrario sollevando il quesito di fondo: “Desidero che mio figlio abbia anche una istruzione religiosa, una insegnante che gliela nega imponendo il suo punto di vista impedisce anche un mio diritto”. Ecco comunque un altro esempio lampante di perché il nostro Paese perda le sue radici e i suoi valori di comunità.

 

IL MOSTRO DI RIACE (QUALCOSA NON QUADRA)

L’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, “uomo simbolo” nella accoglienza ai migranti è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo “Xenia”, svoltosi a Locri sui presunti illeciti nella gestione dei migranti. Lucano era imputato di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la sentenza è stata presa dopo 4 giorni di camera di consiglio raddoppiando la pena chiesta dal PM.

Qualcosa comunque non quadra: o Lucano è una vittima innocente e i giudici sono degli abominevoli razzisti che l’hanno condannato a una pena superiore a quelle in uso perfino per i delitti di mafia o effettivamente a Riace anzichè aprirsi all’accoglienza giravano soldi sporchi che coprivano altri obiettivi. Mai come questa volta sarà interessante leggere le motivazioni di una sentenza francamente poco comprensibile, intanto l’Italia ha una nuova icona di martire.

 

Un saluto a tutti                                                                               MARCO ZACCHERA

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