Ho segnalato alla Soprintendenza Abap di Salerno e Avellino, recentemente, lo stato di degrado di due villae romane, l’una in Via san Leonardo a Salerno e l’altra nella frazione Polvica di Tramonti (SA). La pronta risposta dell’Ufficio, datata 20.07.2021, lascia ben sperare quanto alla prima, mentre in merito alla seconda, di grande interesse scientifico anche perché sovrapposta ad un insediamento protostorico e seguita da una chiesa basso-medievale che giunge almeno al XVI secolo, non posso che rilevare una certa ambiguità. Riportate solo parzialmente alla luce, finora, le due villae non sono accessibili al pubblico e in entrambi i casi la vegetazione spontanea assedia costantemente i resti archeologici coperti da tettoie protettive, rendendo persino difficile la sorveglianza a fini di tutela. O meglio, come documentano le fotografie scattate dopo che la Soprintendenza comunicava l’avvenuto diserbo intorno alla prima, nel caso dell’impianto di Salerno-S. Leonardo, il problema è stato risolto, con lo sfalcio, proprio nei giorni scorsi. La Soprintendente assicura, inoltre, che grazie alla programmazione triennale del MiC per il 2021-2023, è previsto possano arrivare risorse per 200.000 euro (la richiesta era di 300.000) nel ‘22 e ’23, tese a farne “anche il fulcro di un sistema eco-museo”, in base ad un progetto da rimodulare, però, alla luce della effettiva disponibilità finanziaria.Circa la villa di Polvica di Tramonti, invece, nella nota a firma del dirigente dell’ufficio si legge che l’area non appartiene alla Soprintendenza e non è stata espropriata, finora, per mancanza di fondi. Sorprende la giustificazione che segue: “la procedura ablatoria comporta la precipua assunzione di oneri di sorveglianza, manutenzione, custodia e messa in sicurezza del sito e presuppone la sussistenza di risorse umane e strumentali di cui la Soprintendenza non dispone”. È vero, ma il Ministero della Cultura non può avere un approccio attendista né considerarsi esente da responsabilità nei confronti della villa e delle altre evidenze archeologiche e architettoniche di Polvica fintanto che non avrà acquisito la proprietà dell’area! Né il fatto di avere avviato una interlocuzione con il Comune “per addivenire alla stipula di una convenzione con la quale l’Ente Locale assuma l’impegno di provvedere all’ordinario diserbo e alla regolare pulizia dell’area mediante l’impiego di personale qualificato, di garantire la sorveglianza e l’apertura del sito e di attivare idonee polizze assicurative per i rischi del personale che, a qualunque titolo, intenda utilizzare per la gestione del sito, nonché per eventuali danni al patrimonio archeologico e per la responsabilità civile verso terzi”. Buon per il MiC se riuscirà a convincere il Comune a sobbarcarsi gli oneri suddetti ma, finché ciò non sarà accaduto, quell’area non è ‘terra di nessuno’: spetta solo e sempre al dicastero di Franceschini vigilare sulla conservazione, oggi precaria, dei beni demaniali emersi con gli scavi e delle strutture basso-medievali e rinascimentali fuori terra, imponendo alla Proprietà di intervenire per evitarne il crollo così come il danneggiamento ad opera dei tombaroli oppure, a norma di legge, sostituendosi temporaneamente a quella nell’esecuzione della messa in sicurezza per poi pretendere il rimborso delle spese. Auspico, dunque, che l’amministrazione comunale di Tramonti assuma in tempi brevi tutti gli elementi di conoscenza necessari per decidere in merito alla eventuale convenzione con il MiC per la valorizzazione di un sito oggettivamente importante ma ad oggi impraticabile e a rischio quotidiano di danneggiamento, ma la Soprintendenza, dal canto suo, deve intervenire con gli strumenti di legge per affrontare e risolvere queste criticità.
Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto, Commissione Cultura)
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