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Libano: Save the Children, bambini di cinque anni vittime di violenze, costretti a lavorare in strada, attaccati da cani randagi

Libano: Save the Children, bambini di cinque anni vittime di violenze, costretti a lavorare in strada, attaccati da cani randagi

 

L’Organizzazione denuncia la condizione drammatica dei minori in Libano, vittime del lavoro minorile e a rischio di abuso e sfruttamento a causa della povertà dilagante delle famiglie colpite dalla crisi economica. Necessaria un’azione congiunta di Governo e società civile per non aggravare la condizione dei bambini nel Paese.

 

Bambini di appena cinque anni sono costretti a scendere in strada per vendere benzina al mercato nero e raccogliere rottami metallici e plastica, costretti a subire violenze e abusi verbali mentre cercano di guadagnare denaro per le famiglie in strada. Spesso vengono aggrediti da branchi di cani randagi o da altri bambini, che li derubano del cibo avanzato.

Cosi vivono i minori in Libano, mentre il COVID-19 aggrava la crisi economica, i prezzi crescono vertiginosamente e il valore della sterlina libanese è crollato. Questa la denuncia di Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Lo staff di Save the Children ha riportato un drammatico aumento del numero di bambini che lavorano in strada quest’anno, riscontrando 306 casi di lavoro minorile nella prima metà di quest’anno rispetto ai 346 casi nell’intero 2020. Il collasso economico del paese e il calo del potere d’acquisto delle persone hanno spinto molte famiglie di tutte le nazionalità a mandare i propri figli a fare lavori pericolosi ed estenuanti – denuncia l’Organizzazione – come la vendita di fazzoletti sulle autostrade, la raccolta di bottiglie di plastica e il lavoro prolungato nelle fattorie e nelle famiglie. Save the Children e i suoi partner sostengono queste famiglie con denaro e altri servizi per evitare che i bambini debbano lavorare e per garantire che non abbandonino la scuola.

Hashem*, un siriano padre di due figli che vive in un campo profughi nella valle della Bekaa ha raccontato a Save the Children che sua figlia di cinque anni è stata aggredita da un branco di cani dopo aver iniziato a lavorare per strada perché il costo del cibo era diventato proibitivo. “Esce a giocare con i suoi amici e poi va a raccogliere lattine di Coca Cola vuote e avanzi per strada. A volte vendiamo un sacco di rottami per 10.000 sterline (0,60 USD) e talvolta nemmeno a 3.000 sterline (0,20 USD)”, spiega Hashem. “Quando un bambino lavora per strada, nessuno lo ferma, ma quando gli adulti escono per lavorare, vengono fermati ai posti di blocco. Mia figlia è stata picchiata da altri bambini che le hanno portato via gli avanzi, è stata aggredita dai cani, è dovuta scappare via e ha perso la borsa”. Hashem* è la sua famiglia sono attualmente sostenute dall’Organizzazione, che lo aiuta con denaro contante e sta lavorando per far sì che sua figlia riceva un’istruzione.

Una parziale revoca delle sovvenzioni sul carburante ha fatto aumentare il prezzo del carburante del 55% in 14 giorni, facendo salire i prezzi per il cibo e altri beni. Le interruzioni di corrente fino a 21 ore al giorno hanno causato il raddoppio delle bollette del generatore, con alcuni proprietari che addebitano 500.000 sterline (circa $ 330 al tasso bancario ufficiale) per far funzionare un generatore per un mese, l’equivalente di circa il 78% del salario minimo[1]. La valuta locale ha perso oltre il 90% del suo valore negli ultimi 18 mesi. Il crollo della valuta e il peggioramento della situazione economica hanno lasciato oltre un milione di bambini, sia libanesi che rifugiati, bisognosi di sostegno umanitario e assistenza alimentare. In zone come il centro di Beirut, c’è stato un notevole aumento del numero di bambini che mendicano per strada, molti dei quali chiedono aiuto per comprare il latte o il pane per i loro fratelli.

“Praticamente in qualsiasi villaggio o città del Libano si vedono bambini che trasportano borse pesanti in un supermercato, vengono sgridati o chiedono pochi spiccioli per comprare il pane per la loro famiglia. Questa è tristemente diventata una scena normale per le strade e nei negozi del Libano. Si fa affidamento sui minori come sugli adulti per assicurare un sostentamento alle famiglie. Vengono sfruttati dai datori di lavoro che reclutano i bambini perché sono più economici, ma anche più vulnerabili. Non possiamo accettare questa situazione come fosse un dato di fatto”, spiega Jennifer Moorehead, direttrice di Save the Children in Libano. “Questa è una crisi che richiede l’azione del governo, delle comunità, della società civile e delle ONG. I bambini vengono lasciati per strada a rovistare, implorare e subire abusi. Con la situazione in Libano che peggiora di giorno in giorno, possiamo solo aspettarci che questa crisi si deteriori ulteriormente, esponendo ancora di più i minori ad abusi e violenze”.

Save the Children aiuta i bambini coinvolti nel lavoro minorile e le loro famiglie attraverso un lavoro di gestione integrata dei casi, che include la fornitura di denaro contante in caso di emergenza, servizi di salute psicosociale e mentale per bambini e operatori sanitari, affiancamento ai datori di lavoro e supporto nell’orientamento per le famiglie a ricevere assistenza di base, pacchi alimentari e istruzione. L’Organizzazione chiede un’azione urgente per garantire alle famiglie più vulnerabili di tutte le nazionalità in Libano l’accesso a un sostegno finanziario di emergenza distribuito in modo trasparente e un sostegno complementare al benessere dei bambini.

 

 

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