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IL PUNTO n. 823 del  9 luglio  2021 di MARCO ZACCHERA

Sommario:  LEGGE ZAN – DESTRE EUROPEE

 

Questo numero de IL PUNTO è diverso dagli altri, ma per una volta usciamo dalla cronaca e cerchiamo di approfondire due temi che mi sembrano importanti: LEGGE ZAN e QUESTIONE EUROPEA in qualche modo collegati tra loro proprio perché è anche l’Europa (meglio, “questa” Europa) che spinge per cambiare i connotanti fondanti  e anche morali dell’identità europea che tutti noi, ormai, consideriamo solo una entità economica e finanziaria. Il panorama italiano si concentra sulla finale degli “Europei”, il M5S si inchina a Draghi che impone un tentativo riforma del sistema giudiziario, Conte e Grillo fanno finta di fare la pace, la Cassazione assolve Alemanno che intanto però è stato – come tanti altri, di tutti i partiti – politicamente massacrato.

 

PERCHE’ UN NO RAGIONATO ALLA LEGGE ZAN

Se fosse possibile discutere seriamente sul decreto legge Zan senza farlo da “tifosi” credo che arriveremmo alla conclusione che qui non si tratta di negare diritti e tutela a persone quando ne hanno bisogno, ma di opporsi a una legge che rischia di diventare un tribunale ideologico liberticida, senza alcuna reale tutela nei confronti delle persone omosessuali.

A parte gli imbecilli e gli ignoranti che ci sono da sempre ed ovunque, mi sembra che per fortuna l’Italia non sia affatto un paese particolarmente ostile agli omosessuali.

Ci sono stati singoli episodi certamente da condannare, ma non sono certo prevalenti; sono infinitamente più numerose le violenze sulle donne o sui minori, tanto per fare un confronto, e quando ci sono casi di omofobia possono e devono essere regolarmente perseguiti, anche aspramente, già con l’ attuale quadro normativo.

Certamente ci sono persone che vivono il loro stato come disagio personale, ma certo non sarà una legge a risolverlo, anche perché credo che l’omosessualità sia una situazione personale assolutamente  naturale e chi conosce un po’ di storia sa che ha sempre fatto parte dei nostri costumi già dai tempi di Atene o dell’Impero Romano.

Il ddl Zan è invece sbagliato perché – almeno secondo me – prima di tutto è ideologicamente orientato ad imporre un punto di vista di parte.

La totale incertezza giuridica del cosiddetto “reato di omofobia” renderebbe l’applicazione della legge estremamente incerta, affidata all’ interpretazione del giudice ed esponendo legittime affermazioni di libertà di opinione al rischio di essere appunto tacciate di omofobia.

Se per esempio affermo che un bambino ha diritto ad un papà e ad una mamma sono omofobo oppure no? Se sostengo che non è legittimo “reperire” all’ estero un figlio partorito su commessa da una donna sono omofobo? Il rischio sicuramente c’è e si presta ad ogni tipo di strumentalizzazione favorito da una “lobby gay” che controlla buona parte dell’informazione.

Ho sempre avuto l’impressione che promozioni e favoritismi in TV e sui giornali abbiano spesso origine tra le lenzuola, sia “omo” che “etero”. Secondo me è una assoluta verità, ma solo dirlo potrebbe diventare perseguibile.

Comunque se oggi io insulto una persona sono condannabile in ogni modo, se esprimo un giudizio con una forma adeguata credo di poterlo liberamente fare.

Se dicessi però che certe manifestazioni gay “pubbliche” non solo mi sembrano di cattivo gusto, ma a volte “mi fanno schifo” supero o no la linea rossa del punibile?

Per esempio c’erano tante persone che festeggiavano liberamente e simpaticamente ai vari “gay pride” (e siano le benvenute nella loro libertà di espressione), ma certi costumi, pose, travestimenti a me hanno fatto letteralmente schifo: potrò ancora dirlo? Non era offensivo il gay che andava in giro sculettando facendo la macchietta di Gesù con tanto di maxi-croce di cartone sulle spalle?  E cosa ha a che vedere con l’omosessualità? Chi tutela e tutelerà il mio diritto all’indignazione?

Perché il ddl Zan non si limita a chiedere pene più pesanti per atti concreti di violenza (reali, non di opinione), ma costruisce soprattutto una serie di attività di “propaganda gender” (la giornata nazionale del 17 maggio, i corsi obbligatori nelle scuole, anche a bambini di dieci-dodici anni) che evidentemente servono a condizionare le libere opinioni, più che a proteggere le eventuali vittime.

Ma perché dovrei subire una propaganda in questo modo? La Zan non è una legge per “salvaguardare” ma per “rovesciare le carte” ovvero diventare apertamente fonte di propaganda. C’è di più: ogni espressione contraria in questo campo (ovvero sostenere idee “normali”, senza per questo qualificare “anormali” chi la pensa diversamente, ma dobbiamo pure intenderci) rischia di essere accusata di essere “discriminante” e quindi perseguibile.

La legge che si vuol approvare è poi volutamente scritta in modo incomprensibile.

Per esempio l’art. 1 introduce la definizione di sesso e genere. Voi per “genere” anziché scrivere semplicemente “uomo” e “donna” lo definireste: “Qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso”?  Oppure “identità di genere” la definireste “l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione” ??

Ma come si fa a scrivere un testo di legge così?

L’articolo 3 della legge è poi un autentico guazzabuglio, un minestrone. Nella versione emendata recita: “Ai fini della presente legge sono fatte salve le libere espressioni di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti“

Vi sembra un modo chiaro di esprimere un concetto?

Perché – attenzione – l’articolo 3 non si riferisce agli omosessuali ma ai “normali” e ai loro limiti di potersi esprimere “contro”.  Fatemi capire: devono essere “fatte salve” le MIE opinioni? Qui siamo al travisamento della situazione: questo diritto dovremmo averlo già perché è nelle leggi, nella Costituzione, nei diritti acquisiti di tutti, omosessuali e non omosessuali, ci mancherebbe una legge che adesso ci “consente” di esprimere una opinione! E’ il rovesciamento dei ruoli: per tutelare una minoranza di “diversi” si conculcano i diritti della maggioranza di “normali”!

Ma gli italiani in grande maggioranza NON HANNO CAPITO di che cosa si tratti altrimenti credo che la stragrande maggioranza dei cittadini sarebbe contro questa normativa.

Si parte con questi testi astrusi e all’estero dopo leggi come queste il concetto si è esteso al punto che un giudice può perseguire un cittadino che dica “La famiglia è fondata su un padre ed una madre”!

Se io continuerò a condannare la pratica dell’utero in affitto, per esempio, potrò essere accusato di omofobia da una associazione LGBT o da un opinion leader transgender. Mi chiedo come possa il PD sostenere un simile mostro giuridico e non chiedere almeno un testo più chiaro e – sommessamente – lo chiedo anche ai cristiani che ne fanno parte perché va vene il “liberi tutti”, ma ci son dei principi che non possono essere totalmente disattesi.

Oltretutto di una legge così in questo momento non ne abbiamo alcuna necessità.

 

UNA RIFLESSIONE DELLE DESTRE EUROPEE

La scorsa settimana 16 partiti presenti nel Parlamento Europeo (per l’Italia hanno sottoscritto Lega e Fratelli d’Italia) hanno pubblicato un “manifesto” sulla crisi della UE. Un documento che giudico serio e condivisibile, CHE PRATICAMENTE NON HA LETTO NESSUNO perché tutto si è concentrato sui titoli dei giornali e le dichiarazioni di Letta (PD) “Salvini va insieme ad Orban” tenuto conto che il leader ungherese di questi tempi è l’orco cattivo, anche se nessuno va a leggere cosa EFFETTIVAMENTE abbia votato quasi all’unanimità il parlamento ungherese.

Credo che sia giusto dedicare due minuti alla lettura delle sue parti fondamentali perché l’Europa per esistere non può essere solo una unione economica e di interessi ma non deve perdere “un’anima” e questa anima resta se lo spirito europeo è fondato anche sull’ IDENTITA’ che è NAZIONALE ed EUROPEA intesa come un “Unione di Nazioni e di popoli” enon un pensiero unico dalla Polonia al Portogallo perché non è così per usi, tradizioni, lingue, religioni. Un’ Europa delle Nazioni è quella che volevano De Gasperi, Adenauer, De Gaulle che l’hanno fondata. Oggi l’Europa è solo euro e sta perdendo lo spirito che è il cemento dello stare insieme.

Sono stato per 12 anni a Consiglio d’Europa di Strasburgo e l’Europa l’ho sempre intesa così, perché è l’unico modo per stare insieme e soprattutto crescere insieme. Ecco la parte centrale del documento:

“ La serie di crisi che hanno scosso l’Europa negli ultimi dieci  anni  hanno  dimostrato  che la cooperazione europea  ta vacillando, soprattutto perché l  nazioni si sentono lentamente spogliate del loro diritto ad esercitare i loro legittimi poteri sovrani.

L’UE sta diventando sempre più uno strumento di forze radicali che vorrebbero realizzare una trasformazione culturale e religiosa, per arrivare alla costruzione di un’Europa senza nazioni, puntando alla creazione di un Superstato europeo, alla distruzione o alla cancellazione della tradizione europea, alla trasformazione delle istituzioni sociali e dei principi morali fondamentali.

L’uso delle strutture politiche e delle leggi per creare un superstato europeo e nuove forme di struttura sociale è una manifestazione della pericolosa e invasiva ingegneria sociale del passato, situazione che deve indurre ad una legittima resistenza L’iperattivismo moralista che abbiamo visto negli ultimi anni nelle istituzioni dell’UE ha portato allo sviluppo di una pericolosa tendenza, ad imporre un monopolio ideologico. Siamo convinti che la cooperazione delle nazioni europee dovrebbe essere basata sulle tradizioni, il rispetto della cultura e della storia degli stati europei, sul   rispetto dell’eredità giudaico-cristiana dell’Europa e sui valori comuni che uniscono le nostre nazioni, e non puntando alla loro distruzione. Riaffermiamo la nostra convinzione che la famiglia è l’unità fondamentale delle nostre nazioni. In un momento in cui l’Europa sta affrontando una grave crisi demografica con bassi tassidi natalità e invecchiamento della popolazione, la politica a favore della famiglia dovrebbe essere la risposta rispetto all’immigrazione di massa.

Siamo convinti che la sovranità in Europa sia e debba rimanere in capo alle nazioni europee. L’Unione europea è stata creata da queste nazioni per raggiungere obiettivi che possono essere raggiunti più efficacemente dall’Unione rispetto ai singoli Stati membri. Tuttavia, i limiti delle competenze dell’Unione sono fissati dal principio di attribuzione e tutte le competenze non conferite all’Unione appartengono agli Stati membri, nel rispetto del principio di sussidiarietà.

Attraverso una costante reinterpretazione dei trattati da parte delle istituzioni dell’Unione europea negli ultimi decenni, queste delimitazioni si sono spostate significativamente a svantaggio degli stati. Tutto ciò è incoerente con i valori fondamentali dell’Unione e stanno portando a un calo della fiducia delle nazioni europee e dei loro cittadini nei confronti di queste istituzioni.

Per fermare e invertire questa tendenza, è necessario creare, oltre al principio di attribuzione esistente, un insieme di competenze inviolabili degli Stati membri della’ Unione europea, e un meccanismo appropriato per la loro protezione, con la partecipazione delle corti costituzionali nazionali o di organismi   equivalenti. Tutti i tentativi di trasformare le istituzioni europee in organismi che prevalgono sulle istituzioni costituzionali nazionali creano confusione, minano il senso dei trattati, mettono in discussione il ruolo fondamentale delle costituzioni degli Stati membri, e le controversie sulle competenze che ne derivano sono di fatto risolte con la violenta imposizione della volontà di entità politicamente più forti su quelle più deboli. Tutto ciò distrugge le basi per il funzionamento della comunità europea come comunità di nazioni libere.

Noi crediamo che il consenso debba rimanere il mezzo fondamentale per raggiungere una posizione comune nell’Unione. I recenti tentativi di aggirare questa procedura o le idee sua abolizione minacciano di escludere alcuni paesi dall’influenza sul processo decisionale e di trasformare l’Unione in  una  forma speciale di oligarchia.

Questo potrebbe portare all’annullamento di fatto degli organi costituzionali nazionali, compresi i governi e i parlamenti, ridotti alla funzione di approvare decisioni già prese da altri. Nei Paesi membri c’è ancora una forte volontà di cooperazione, e uno spirito di comunità e amicizia pervade le nazioni e le società del nostro continente.  È il nostro vero e grande capitale. Un’ Unione riformata potrà utilizzare questo capitale, mentre una Unione che   rifiuterà   di   riformarsi   lo   sprecherà.

Per questo oggi ci rivolgiamo a tutti i partiti e gruppi che condividono le nostre opinioni, con questo documento come base per un lavoro culturale e politico comune, rispettando il ruolo degli attuali gruppi politici. Riformiamo insieme l’Unione per il futuro dell’Europa

QUESTE COSE VI SEMBRANO COSI’ ASSURDE, OMOFOBE, “FASCISTE”? OPPURE SAREBBE ORA DI APRIRE SU QUESTI CONCETTI UN PROFONDO DIBATTITO?

TUTTI DISCUTIAMO GIORNATE INTERE SULLA FORMAZIONE DI UNA SQUADRA DI CALCIO O PER UNA BATTUTA POLEMICA CHE RIEMPIE I TITOLI DEI GIORNALI, MA DI QUESTE COSE NON NE PARLIAMO MAI E QUESTA, PRIMA DI TUTTO, E’ UNA GRANDE SCONFITTA DELLA POLITICA

 

Buona settimana a tutti !                                                            MARCO ZACCHERA

 

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