«Quando i sindacati arrivano a manifestare, significa che c’è una latitanza della politica». Lo afferma, in una nota, il deputato di L’alternativa c’è Francesco Sapia, che alla camera siede in commissione Sanità, a proposito dell’iniziativa di protesta di Cgil, Cisl e Uil, che il prossimo 30 giugno terranno un sit-in davanti alla Cittadella regionale per richiamare l’attenzione sulla gestione della sanità calabrese da parte della struttura commissariale del governo. «Sul mancato pagamento dell’indennità Covid ai lavoratori della sanità, i sindacati hanno ragione – prosegue il deputato di L’alternativa c’è – e hanno tutto il mio sostegno. Si tratta di un paradosso, indicativo dell’immobilismo dei commissari governativi, che non stanno affrontando di petto le questioni prioritarie e preferiscono non confrontarsi e perdere tempo. Altro punto fondamentale, che non può lasciare indifferente la politica, è che il ministro della Salute, Roberto Speranza, non ha speso una parola sull’inerzia dei commissari alla Sanità calabrese, a proposito della rinviata adozione del Programma operativo di aggiornamento del piano di rientro, senza cui non possono essere sbloccati i 60 milioni, per il 2021, che con l’ultima legge Calabria sono stati stanziati al fine di assumere il personale sanitario occorrente». «Sorprende l’imperturbabilità di Speranza, che di recente – racconta il parlamentare di L’alternativa c’è – ha fatto mandare inutili rassicurazioni al commissario Guido Longo, come se la legge non avesse previsto la decadenza dei commissari aziendali che non hanno approvato i bilanci degli anni scorsi. Significa che Speranza non ci sente né vuol comprendere che più aziende del Servizio sanitario regionale sono già, per questo, in una condizione di grave paralisi operativa». «Perciò mi appello ai sindacati – conclude Sapia – perché anche su questi due problemi irrisolti, coperti da un assordante silenzio generale, facciano sentire la loro voce. Insieme dobbiamo portare avanti questa battaglia, che può garantirci nuovo personale sanitario e una buona riorganizzazione dei servizi nei vari territori».