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La difesa dei diritti umani : una priorità per il Marocco

Il Mediterraneo non è un confine: i flussi di persone, idee, merci, denaro ne fanno da tempo un’interfaccia molto più che una barriera. I sei milioni di francesi del Maghreb fanno ormai il destino della Francia legato a questa regione del mondo. È il caso anche della Spagna, con il Marocco, e dell’Italia, con la Tunisia e la Libia. Il Sud Europa è ancorato al Nord Africa, in meglio – scambi culturali, servizi come il turismo, la care economy, cooperazione industriale – e in peggio, con l’islamismo europeo radicale che affonda le sue radici nel Maghreb. ”
Questo è un passo dell’inizio del report “La stabilità del Magreb un imperativo per l’Europa” dell’istituto montaigne. Un report molto importante che andrebbe letto dalle forze politiche italiane sempre più assenti quando si tratta di parlare d Africa .

La ricerca prosegue affermando che ” la nota fornisce un inventario completo di Marocco, Tunisia e Algeria, prima della crisi del Covid-19 e da allora. L’Institut Montaigne chiede che gli europei concedano un massiccio sostegno al Maghreb, in particolare alla Tunisia, senza una compensazione troppo brutale, per evitare uno shock sociale e politico che minaccerebbe il fragile edificio democratico lì.”
Il 7 Gennaio 2021, I Signori Felipe Gonzalez Morales, responsabile per diritti umani, la Signora Agnes Callamand, responsabile sulle problematiche relative alle esecuzioni sommarie e il Signor Nils Melzer , responsabile sulle questioni relative alle torture per le hanno notificato, a nome delle Nazioni Unite alla Repubblica di Algeria la nota AL DZA 7/2020.

“Questo atto composto da una parte principale e da allegati . In particolare i rappresentati delle nazioni unite nel documento citato chiedono di fare luce su “ esecuzioni extragiudiziali di due rifugiati saharawi da parte delle forze di sicurezza algerine in un sito minerario a sud della città algerina di Auinet Balakraa. Si dice che queste violazioni facciano parte di una tendenza più generale di violazioni sistematiche presumibilmente commesse dalle forze di sicurezza algerine contro rifugiati saharawi e minori migranti (….) Episodi simili di presunti abusi su minori migranti da parte delle forze di sicurezza algerine sono stati segnalati a gennaio e maggio 2020 vicino al confine algerino-Niger. Il 1 ° gennaio 2020, secondo quanto riferito, le forze di sicurezza algerine hanno ucciso tre minori migranti che cercavano di attraversare il confine”
Inoltre prosegue il documento “i rifugiati del Sahara occidentale che vivono nei campi di Tindouf sono considerati rifugiati a prima vista dal 1975. Si stima che 173.600 sahrawi vivono nei campi di Tindouf, di cui circa 90.000 vivono in condizioni precarie, secondo il rapporto. per le stime sui rifugiati.2 La popolazione dei rifugiati rimane estremamente vulnerabile e completamente dipendente dall’assistenza internazionale per i propri bisogni primari e la sopravvivenza. La malnutrizione e l’anemia sono problemi comuni tra i saharawi nei campi di Tindouf, secondo il rapporto del Segretario generale (S / 2020/938) .
Negli scorsi giorni l’Ambasciatore permanete del Marocco presso ONU a Ginevra il Signo  Zniber ha “osservato, inoltre, che è straziante constatare che invece di fornire risposte adeguate ai molteplici arresti sulla drammatica situazione in cui si trovano le popolazioni detenute nei campi di Tindouf, e sul loro deplorevole stato di malessere abitativo, e sulle violazioni del diritti dei migranti, il rappresentante dell’Algeria “persiste nella sua campagna di vessazioni e ostilità a cui è impegnata la sua delegazione, a dispetto degli obiettivi e della serenità dei nostri dibattiti”. È ancora più deplorevole constatare che la delegazione dell’Algeria, durante i lavori di questa sessione, limita i suoi sforzi, peraltro senza risultato, per attaccare il Marocco alla sua integrità territoriale, in mancanza di rispetto della nostra agenda. , ha affermato l’ambasciatore.

Respingendo categoricamente le osservazioni del rappresentante dell’Algeria sulla politica e la strategia migratoria del Regno del Marocco, Zniber ha osservato che questa strategia è di fatto un modello riconosciuto in tutto il mondo, in particolare dalle più importanti istituzioni internazionali competenti come il L’UNHCR che ha appena dichiarato il Marocco “paese di riferimento” sulla scena internazionale in termini di accoglienza dei rifugiati e gestione dell’asilo, in una dichiarazione del 18 giugno.”

La fiducia di paese si valuta sempre di più sul grado in cui affronta i diritti umani siano essi singoli o collettività o gruppi. E’ un discorso che anche la stessa Unione Europea sta affrontando al suo interno ma che dovrebbe sempre di più valere come base del diritto internazionale

Marco Baratto
studioso mondo arabo

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