“Il Consiglio di Stato con sentenza n. 4802/2021 ha annullato la sentenza del Tar Lecce in merito all’Ordinanza del Sindaco di Taranto sulla chiusura dell’Area a caldo dell’ex Ilva. In tempi non sospetti avevo detto che l’Ordinanza de qua era sbagliata, in quanto il Sindaco doveva far valere solo il principio di precauzione e non entrare nel merito istruttorio”.
Così l’avv. Nicola Russo coordinatore del Comitato Cittadino “Taranto Futura” ha commentato la decisione del Consiglio di Stato che ha annullato la sentenza del Tar di Lecce che aveva ritenuto motivata l’ordinanza del Sindaco di Taranto con cui si disponevano interventi volti al contenimento delle emissioni inquinanti fino alla chiusura dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico.
Va ricordato che la vicenda ex Ilva è di natura ambientale e sanitaria. Anche la risposta al problema esploso nel 2012, ma latente già da molto tempo, sarebbe dovuta essere principalmente ambientale e sanitaria. In tutti questi anni, invece, sono state adottate soluzioni, rivelatesi fallimentari, che hanno finito di fatto per considerare prioritariamente le esigenze produttive e industriali.
Oggi la fabbrica, divenuta Acciaierie d’Italia presenta gravissimi problemi strutturali e impiantistici. È uno stabilimento sovradimensionato in termini di superficie occupata e di forza lavoro, produce debiti, ha fortemente ridotto la presenza dell’indotto locale. Inoltre, recenti studi medico-scientifici testimoniano che l’inquinamento continua a produrre gravi effetti sanitari sulla popolazione, anche su quella più giovane.
“Ergo, il Sindaco non solo ha sbagliato l’Ordinanza, ma non ha voluto effettuare il nuovo Referendum sulla chiusura dell’Area a caldo e lo spostamento degli impianti ex art. 104 del Regolamento comunale d’igiene e sanità” ha continuato Nicola Russo.
A tal proposito ha ricordato che in precedenza il 13 marzo di quest’anno a nome del Comitato Cittadino Referendario Taranto Futura aveva inviato una lettera tramite Pec al Gabinetto del Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci senza riceverne alcuna risposta, avente come Oggetto: Nuovo Referendum ex Ilva e appello al Consiglio di Stato – procedimento pendente presso Tribunale di Taranto- udienza prossima di Discussione del 14 aprile 2021.
Segue il contenuto della lettera che il presidente Nicola Russo ha reso pubblico, in cui si ripropone un Nuovo Referendum ex Ilva.
Egr. Sig. Sindaco,
prendendo atto della sua pregevole volontà di voler chiudere l’Area a caldo dell’ex Ilva, a fronte della Sua Ordinanza impugnata al Consiglio di Stato da ArcelorMittal, da cui è scaturita la sospensione dell’esecutività della sentenza di primo grado, e nutrendo dubbi sull’esito del giudizio di merito in favore del Comune dinanzi al citato giudice amministrativo, atteso che, a parere dello scrivente (a torto o ragione), l’Ordinanza de qua non doveva contenere contenuti di accertamento istruttorio riguardante il merito della questione ambientale, a fronte del sollevato principio di precauzione, che doveva essere unico ed esclusivo, senza l’aggiunta, appunto, di questioni di merito e di accertamento istruttorio (come previsto da varie sentenza di Tar e Consiglio di Stato), questo Comitato Le significa la grande opportunità del Nuovo Referendum ex Ilva (per il quale pende imminente decisione del Tribunale adito nei termini di cui in oggetto), in modo tale che il popolo tarantino, con la volontà che andrebbe a manifestare con il nuovo Referendum ex Ilva, sia completamente al Suo fianco nella battaglia intrapresa nei confronti (e non contro) ArcelorMittal.
Pertanto, si renderebbe opportuna una nascente e opportuna collaborazione tra il Comitato cittadino referendario “Taranto Futura” e la Sua persona, nella qualità di Sindaco, per “celebrare”, di comune accordo, il nuovo Referendum ex Ilva, abbandonando, quindi, la fase contenziosa in atto, che certamente divide e non unisce gli interessi del Comune e dei cittadini.
Si prega,quindi, di valutare, e ciò prima dell’udienza di discussione dinanzi al Tribunale di Taranto (14 aprile 2021), l’opportunità di fare fronte comune tra Istituzione e cittadini, accettando il Nuovo referendum Ilva (i quesiti, se del caso, si possono modificare, anche se il secondo quesito tratta l’utile spostamento degli impianti ex Ilva in altra zona, giusto art. 104 del Regolamento di igiene e sanità del Comune di Taranto).
Il nuovo Referendum ex Ilva, a supporto della Sua azione, si potrebbe fare insieme alle elezioni amministrative.
Tale soluzione, sarebbe conveniente sotto tutti gli aspetti, soprattutto al fine di risparmiare e annullare notevolmente le spese (per far ciò bisogna modificare il regolamento del Referendum consultivo).
Rimaniamo in attesa di un suo pronto riscontro, e ciò molto prima dell’udienza del 14 aprile p.v. fermo restando che, in caso di Suo silenzio, si riterrà la ns. proposta collaborativa inevasa, con conseguente e sicuro prosieguo del giudizio pendente dinanzi al Tribunale.
Va detto che non si può sottacere che la Sua approvazione alla strategica collaborazione tra cittadini ed Istituzione, in ordine all’effettuazione del Nuovo Referendum ex Ilva, tale da rafforzare senza dubbio la Sua iniziativa, renderebbe inutile l’attuale appello al Consiglio di Stato, al fine di evitare anche una presumibile sentenza negativa, che si spera non sia così. Cordialità avv. Nicola Russo
Vito Piepoli