Pierfranco Bruni
Non si poteva creare peggiore iniziativa se non quella del cattivo gusto con le panchine su Dante posizionate nei pressi di un luogo sacro nel Comune di Carosino in provincia di Taranto. Una operazione disgustosa. Sul piano culturale e scientifico e su Dante.
La cultura è serietà spessore conoscenza. Questa idea, se tale è, è completamente di cattivo gusto. Su Dante o si fanno operazioni serie o è meglio lasciar perdere, se non si è capaci, soprattutto in questo Dante 700.
Dante è! Le panchine non sono. Metafisica “infernale”
Vuol dire che questa amministrazione, Carosino, non conosce la distinzione tra il materiale e l’immateriale del bene del culturale. La geo cultura non è affar loro.
Nei miei viaggi degli ultimi anni o nei miei costanti incontri su Dante, due al giorno in tutto il mondo, non mi era mai capitato di assistere a questo kitsch carosinese. È un obbrobrio.
Dante è espressione culturale e umana. Non un panchinaro. Due negatività sono gli esempi che porterò in giro nel mondo parlando insieme ai miei 4 libri sul profeta, di Dante in questo scorcio di anno: l’assenza di un liceo chiamato Moscati, insieme al vuoto civico su dante del Comune di Grottaglie, a due passi da Carosino, nelle celebrazioni di Dante, e su questo il ministero dovrà domandare spiegazioni e ci sarà una interpellanza parlamentare, chiesta da me, sul vuoto culturale su Dante, sulla dirigente scolastica e sui docenti di lettere che non hanno promosso Dante sul piano progettuale e l’altra negatività ora sarà sulla questione di un Dante ridotto a panchinaro che non ha nulla di bene culturale.
La cultura è altro viaggio. Inviterei dopo questo atto a rimuovere tali oggetti e alle dimissioni immediate degli assessori cultura e delegati di Carosino soprattutto dopo lo sbianchiamento delle scritte, prevedibilissimo, oltretutto.
La cultura è seria nella serietà politica. O non è cultura. O è meglio che non ci addentri in un mondo di specializzazioni alte e serie. È pensiero non chiasso. L’errore sta a incipit. Non si sa cosa sia il concetto di cultura. Questa è la verità.
Ma poi intravedo un conflitto maestoso anche dal punto di visto giuridico.
Cosa ci fa la moglie del sindaco, docente del Moscati, in una manifestazione istituzionale organizzata da una amministrazione presieduta dal marito? Una semplice docente, senza alcun lavoro scientifico, si mette a parlare di Dante perché moglie del sindaco? Gli specialisti sono ben altri. Cosa sa di Dante oltre tutto, sa ciò che può sapere una docente? Può bastare?
È un conflitto serio che solleverò nei luoghi opportuni.
È bene che si sappia che si è consumato un conflitto etico e morale. Ma c’è di più. È il dominio del pensiero unico. Divertente conoscendo…
Pierfranco Bruni
PS
Mi meraviglia il fatto che tra i like a questa iniziativa ci sono persone che stimavo. Che delusione. Prevedibile…
Mi meraviglia che gli uomini della chiesa abbiano permesso dentro le cerchia dei Lateranensi ciò e con qualche sacerdote avallare l’iniziativa. Non siamo nella cultura. Siamo nella debolezza delle pensiero leggero. Ovvero nel negativo. Nella finzione della cultura.