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Inaugurata al Museo Capitolare Diocesano di Foligno la mostra dei finalisti dell’“Open Call La Madonna di Foligno” 

Inaugurata alcuni giorni fa al Museo Capitolare Diocesano di Foligno (Largo Giosuè Carducci, 40) la mostra collettiva “Open Call: La Madonna di Foligno, il meteorite e il punctum. Come rileggere un capolavoro” curate e coordinate da Marta Silvi, critica d’arte, docente e curatrice indipendente, con l’assistenza di Silvia Forniti nella parte organizzativa e di liaison con gli artisti. Gli artisti hanno accolto con entusiasmo l’invito a rileggere e
interpretare in chiave contemporanea la “Madonna di Foligno” di Raffaello: ben 114 candidature per più di 150 progetti sono pervenute al Comune di Foligno in risposta al bando “Open call: La Madonna di Foligno, il meteorite e il punctum. Come rileggere un capolavoro” indetto a fine ottobre 2020. Il lavoro di valutazione sui progetti si è prolungato a fronte di questa ampia partecipazione e varietà di proposte. La votazione finale ha rilevato la presenza di diversi ex aequo che hanno consentito l’ammissione di 17 opere anziché le 10 originariamente previste, per 18 artisti. Le opere proposte sono presentate in una mostra collettiva presso il Museo Capitolare Diocesano di Foligno che si è inaugurato lo scorso sabato 12 giugno alle ore 16,00. All’incontro sono stati presenti S.E.R. Mons. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Orvieto-Todi e Amministratore Apostolico di Foligno, la giuria e gli artisti invitati. La mostra sarà visibile sino al 24 ottobre 2021, quando
chiuderà anche la mostra Raffaello e La Madonna di Foligno: la fortuna di un modello. A decretare il vincitore (Giuseppe De Mattia – opera: “Fatterelli / Il vassoio d’argento di Andrea, 2020-21”. acquistata dal Comune di Foligno per un valore di tremila euro entrando a far parte della collezione permanente di arte contemporanea del Comune) è stata una giuria composta dagli esperti: Cecilia Casorati, Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma, Emanuele De Donno, fondatore di VIAINDUSTRIAE e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia, Pierluigi Metelli, collezionista, Nicola Samorì, artista, Marta Silvi, critica d’arte, docente e curatrice indipendente.

I finalisti che hanno i propri lavori in esposizione sono: DARIO AGATI, FELICIANO BENCI, BEATRICE CARUSO, GIUSEPPE DE MATTIA, STEFANO EMILI, FABIO GIORGI ALBERTI, GIOVANNI KRONENBERG, MELETIOS MELETIOU, LEONARDO PETRUCCI, SOFIA RICCIARDI, MASSIMO RICCIARDO, GUENDALINA SALINI & DELPHINE VALLI, ALESSANDRO SCARABELLO, KARIN SCHMUCK, DANILO SCIORILLI, CATERINA SILVA,COSIMO VENEZIANO.

Ricordiamo che il Comune di Foligno, in collaborazione con la Diocesi di Foligno – Museo Capitolare Diocesano, ha pubblicato l’avviso pubblico “Open call:La Madonna di Foligno, il meteorite e il punctum. Come rileggere un capolavoro” rafforzando così le intenzioni e le risorse dedicate al contemporaneo: una open call aperta a differenti media e linguaggi rivolta ad artisti che, senza limite di età, si sono saputi confrontare con il tema centrale, la ricorrenza del cinquecentenario dalla morte di Raffaello Sanzio.

L’idea alla base dell’iniziativa è stata quella di sollecitare una risposta concreta a sostegno dell’arte contemporanea, inducendo a riflettere sul mezzo pittorico e sulla simbologia iconografica che ancora oggi ammanta il quadro del maestro urbinate Madonna di Foligno rendendola immortale e sempre attuale. In un momento di grande incertezza e timore dovuto alle condizioni precarie generate dalla pandemia, tale proposta ha voluto costituire un elemento propulsore per la creatività. La Diocesi di Foligno, nella persona del Direttore del Museo Capitolare Diocesano Dr. Maurizio Cipolloni e dei suoi collaboratori, e il Comune di Foligno, nella persona dell’Assessore Avv. Decio Barili, della Dirigente Dr.ssa Ilenia Filippetti, del Direttore di Palazzo Trinci Arch. Roberto Silvestri, confermano l’imprescindibile necessità del dialogo con la scena artistica attuale. Per questo entrambe le Istituzioni hanno fortemente voluto e lavorato verso la realizzazione di un progetto speciale che coinvolgesse l’arte contemporanea, sottolineasse l’interesse per la storia culturale e simbolica della città, tendendo un ponte fondamentale con le giovani generazioni e con l’arte contemporanea. Hanno affidato dunque alla storica dell’arte e curatrice Marta Silvi due eventi dedicati al linguaggio Contemporaneo: la mostra di Nicola Samorì presso il Museo di Palazzo Trinci e una open call e la conseguente mostra dei finalisti presso il Museo Capitolare Diocesano di Foligno. Attraverso quest’ultima si è voluta sollecitare una reinterpretazione originale intorno al quadro noto mettendo in pratica la capacità di leggere, rielaborare e tradurre un testo visivo attardandosi sui dettagli, mettendo in luce brani meno evidenti o facendo emergere significati ulteriori. Le risposte degli artisti, numerose quanto varie, sono state in grado di generare nuove riflessioni e punti di vista originali sul capolavoro noto. Aprendo la visione a diverse interpretazioni gli artisti hanno saputo indagare e dare vita a letture particolarmente originali. Molti i media impiegati e approfonditi: dal disegno (Giovanni Kronenberg, Giuseppe De Mattia) alla pittura (Dario Agati, Feliciano Benci, Leonardo Petrucci, Alessandro Scarabello), dalla scultura (Fabio Giorgi Alberti, Meletios Meletiou) alla fotografia (Karin Schmuck, Cosimo Veneziano), dalle immagini in movimento (Sofia Ricciardi, Danilo Sciorilli) all’installazione (Stefano Emili, Massimo Ricciardo), alla contaminazione di diversi materiali (Beatrice Caruso, Caterina Silva, Guendalina Salini & Delphine Valli).

LA MADONNA DI FOLIGNO. L’opera, eseguita tra il 1511 e il 1512, fu commissionata a Roma dal folignate Sigismondo de’ Comitibus, al tempo segretario di Papa Giulio II, e rimase nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli almeno fino al 1565. In quell’anno suor Anna de’ Comitibus, nipote di Sigismondo e badessa del monastero di Sant’Anna, la riportò a Foligno, dove rimase esposta per oltre due secoli sull’altare maggiore della chiesa. Qui fu ammirata da artisti, celebrata nelle pagine di viaggiatori e richiesta dai membri di alcune tra le più influenti casate italiane e internazionali che più volte manifestarono l’intenzione di entrarne in possesso. La fama accumulata nel corso dei decenni dall’opera di Raffaello e le sue indubbie qualità pittoriche fecero sì che nel febbraio del 1797 venisse requisita dai francesi per incrementare le raccolte d’arte del Musée du Louvre a Parigi. Il dipinto fece ritorno in Italia nel 1816, all’indomani del Congresso di Vienna, entrando a far parte delle raccolte dei Musei Vaticani con l’appellativo con cui ancora oggi è noto: la “Madonna di Foligno”. L’iconografia del dipinto è ispirata a una storia narrata nella Legenda Aurea: nel giorno di Natale, la Vergine e il Bambino sarebbero apparsi ad Augusto davanti al disco solare, circondati da angeli, e l’imperatore, rinunciando a farsi venerare come dio, avrebbe riconosciuto la grandezza del Bambino e consacrato il luogo della visione alla Madonna. Nella parte superiore della pala sono rappresentati la Madonna e Gesù Bambino, mentre al di sotto, sulla terra, sono presenti San Giovanni Battista, vestito di pelli che indica alla visione celeste, San Francesco, protettore dei minori, il committente Sigismondo de’ Conti, illustre umanista di Foligno raffigurato genuflesso, e San Girolamo in abito cardinalizio, considerato il primo segretario pontificio. Sullo sfondo sono rappresentati due fenomeni celesti che illuminano un centro abitato: un arcobaleno dai colori poco definiti e un corpo infuocato che precipita su una casa. Quest’ultimo è stato variamente interpretato come bombarda, cometa o meteorite, ma va ricondotto con ogni probabilità alla scampata morte di Sigismondo che fu all’origine dell’opera: il dipinto fu da lui ordinato come ringraziamento alla Vergine per aver salvato la propria casa di Foligno, colpita da un fulmine, episodio ricordato nello splendido inserto di paesaggio sullo sfondo. In primo piano, un putto presenta all’osservatore una tabula ansata priva di iscrizione, il cui significato ha interessato a lungo gli studiosi, destinata probabilmente a ricordare il voto esaudito dalla Vergine.

Oltre alla Diocesi di Foligno e al Comune di Foligno, per il grande impegno profuso nella realizzazione di questo progetto, un ringraziamento va al Biennio in Didattica e Comunicazione dell’Arte e il Biennio in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio ArtisticoContemporaneo dell’Accademia di Belle Arti di Roma per il prezioso
supporto. Ricordiamo ancora che open call e la mostra conclusiva sono state curate e coordinate da Marta Silvi, critica d’arte, docente e curatrice indipendente, con l’assistenza di Silvia Forniti nella parte organizzativa e di liaison con gli artisti.

Informazioni: Sede: Museo Capitolare Diocesano di Foligno, Largo Giosuè Carducci 40, 06034, Foligno PG
T. + 39 0742 351209 / 0742 330584. Orari di apertura: dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 13 dalle 16 alle 19. Lunedì chiuso. Sito: https://sites.google.com/view/museodiocesanofoligno/home Ufficio Stampa: Comune di Foligno: Romano Carloni, +39 347 3774404, romano.carloni@comune.foligno.pg.itAttività di promozione e divulgazione: Paola Saba, +39 338 4466199, paolasaba@paolasaba.it

 

Immagini dei dipinti in mostra al link: https://www.dropbox.com/sh/adgrkkfcxua6gum/AAD2m2oTaPbaAVkRWm25XJQMa?dl=

 

Nella foto la locandina.

 

Nino Bellinvia

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