«Nella conversione in legge del decreto Riaperture, ieri in commissione Affari sociali è stato bocciato un mio emendamento con il quale si consentiva la proroga dei contratti degli interinali a lungo impiegati nelle aziende della sanità pubblica e, insieme, si prevedevano concorsi per consentirne la rapida stabilizzazione, privilegiando l’esperienza acquisita da questi lavoratori, lasciati in precariato da oltre 15 anni». Lo afferma, in una nota, il deputato Francesco Sapia, di L’alternativa c’è, che racconta: «Sostenuto soltanto dai deputati Rosalba Testamento e Massimo Baroni di L’Alternativa c’è, nonché dal deputato Michele Gemmato di Fratelli d’Italia, l’emendamento in questione avrebbe risolto un grave problema di instabilità lavorativa che si trascina da troppo tempo. Inoltre l’emendamento avrebbe garantito a questi lavoratori i loro diritti, li avrebbe resi autonomi dalla politica e avrebbe assicurato un forte risparmio alle aziende pubbliche della salute, specie della Calabria, da 11 anni commissariata per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario». «Proprio ieri, una parte di questi lavoratori – ricorda il deputato di L’Alternativa c’è – ha protestato davanti alla sede dell’Asp di Cosenza. Dopo tanti anni da sfruttati in ambito pubblico, al momento per loro si profila soltanto la strada della disoccupazione. Infatti, dal prossimo primo luglio, se la politica continua ad essere cieca e assente, essi dovranno tornare a casa con un benservito umiliante quanto disumano. Mi faccio meraviglia – sottolinea il parlamentare – dei colleghi di commissione del Movimento 5 Stelle, del Pd e di Leu, che a parole si sono sempre dichiarati contro il precariato, ma nei fatti hanno dimostrato di ignorare il dramma sociale di questi lavoratori e delle loro famiglie, come se fossero puri numeri o addirittura una zavorra di cui liberarsi». «Nel merito mi auguro – conclude Sapia – che la voce della coscienza e del buon senso prevalga, a palazzo, sull’egoismo della poltrona. Bisogna dare certezze definitive a questi lavoratori, insieme ai sindacati e a tutte le forze sane che comprendono il valore del lavoro, soprattutto in una terra depredata come la Calabria».