Barcellona Pozzo di Gotto. Conferenza stampa presso il foyer del Teatro “Placido Mandanici”. E’ indetta per venerdì 28 maggio alle ore 18,00. In quell’occasione (come comunica la dott. Rosalia A. Castrovinci dell’Ufficio Teatro), sarà sottoscritto il protocollo d’intesa con l’Istituto Musicale “A. Corelli” di Messina, approvato con delibera di G.M. n. 112/202.Sarà anche comunicata un’anticipazione degli eventi programmati per la prossima stagione estiva del Teatro Comunale “Placido Mandanici”, ubicato all’interno della Villa Primo Levi, polmone verde della cittadina. Il Teatro ha una storia lunga circa un secolo e mezzo, con ricostruzioni, adeguamenti, abbellimenti, lunghi periodi di chiusura e ben quattro inaugurazioni.
La sede attuale risale al 2014, a quarantasette anni dall’ultima chiusura causata da un incendio nel 1967, con una
superficie di 2500 metri quadrati, con un ampio spazio occupato da palco e retropalco, schermi cinematografici e sistemi di illuminazione e diffusione sonora di ultima generazione.
Il Teatro può contenere al suo interno 1000 spettatori, divisi tra sala e palchi, e con ben 11 camerini, divisi su tre piani, può ospitare più di 30 artisti.
Ricordiamo che nel giugno 2018 sul giornale l’ dell’ITT Maiorana di Milazzo la studentessa Chiara Raimondo (allora frequentava la Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.) che Placido Mandanici, è stato un musicista che ha avuto grande successo ai suoi tempi. Nato a Barcellona il 3 luglio 1799 ha studiato nel “Regio Collegio”, ora diventato “Conservatorio musicale”, di Palermo. Nel 1820 si trasferisce a Reggio Calabria, dove suona il contrabbasso nel teatro cittadino che oggi ha preso il nome di “Teatro Cilea”, e poi nel 1824 raggiunge Napoli, dove studia pianoforte con Pietro Raimondi, nel frattempo diventando musicista di corte. La sua prima opera fu la musica per “Le Amadriadi”, ma la tappa successiva del musicista fu Milano, dove aprì una scuola di canto e composizione. Qui ha ideato l’opera “Il Segreto”, il cui testo è di Felice Romani, autore anche dei testi delle opere di Vincenzo Bellini. Nel 1841 Mandanici scrive però la sua opera più importante, quella che lo porta al successo: stiamo parlando del “Buontempone di Porta Ticinese”. La sua fede patriottica lo portò poi a comporre la musica per un “Canto di vittoria per le cinque giornate di Milano” del 1848 e per questo motivo, col ritorno degli Austriaci a Milano, sarà costretto a trasferirsi a Genova. Lì muore il 6 giugno del 1852, colpito dal diabete, e lì sarà seppellito nel cimitero monumentale di Staglieno. Durante l’ultimo periodo fu assistito, oltre che dalla moglie Carolina Duchot, anche dal suo amico Michele Bertolami, originario di Novara di Sicilia.
Il fortuito ritrovamento di una copia della prima biografia del musicista Placido Mandanici (1799-1852), scritta da Gioacchino Bartolone (Barcellona 1882- Messina 1968) e pubblicata a Catania nel 1915 ha posto nuovamente all’attenzione della città la figura del musicista barcellonese.
Dopo Bartolone si sono occupati in maniera specifica di Mandanici il musicologo Gioacchino Grasso (Barcellona P.G., 1927 – Gorizia, 2018), autore del volume Placido Mandanici, pubblicato nel 1991 da Ila-Palma, comprendente il carteggio e il catalogo completo delle opere, e Claudio Paradiso, autore della voce Mandanici nell’enciclopedia Treccani.it (on-line). Da ricordare anche il ruolo svolto del professore Alberto Torre per la ricerca e la raccolta di documenti su Mandanici oggi custoditi nella Biblioteca Comunale; lo storico Nello Cassata, il giornalista e musicologo Edoardo Bavastrelli e il giornalista, scrittore e regista Melo Freni per l’intensa attività volta a pubblicizzare le iniziative su Mandanici, l’architetto Marcello Crinò, artista e storico della città, l’Associazione Musicale “Placido Mandanici” costituita nel 1994, ecc. Da non dimenticare che Mandanici è stato anche oggetto di un annullo filatelico e di un testo teatrale, Lamento per Placido Mandanici, curato dal Movimento per la Divulgazione Culturale dell’artista Giuseppe Messina, messo in scena all’Arena Montecroci nel 1999. Anche la Pro Loco Manganaro e la Corda Fratres in varie occasioni si sono interessate al musicista con conferenze ed esecuzioni di brani musicali.
Mandanici, musicista, notevole contrappuntista, trattò tutti i generi musicali. Si trovò ad operare tra i giganti della musica del primo Ottocento: Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Morlacchi, Mercadante, Ponchielli, Paganini, e con alcuni di questi ebbe ottimi rapporti d’amicizia.
Diplomatosi al Conservatorio di Palermo nel 1820, studiò composizione a Napoli, con il celebre Raimondi. «Di grandi sentimenti religiosi e di incrollabile fede liberale», a Milano era al massimo della notorietà per il trionfo delle sue opere al Teatro alla Scala di Milano, da “Il rapimento”, andato in scena il 26 settembre del 1837, a “Il buontempone di Porta Ticinese” andato in scena il 16 giugno del 1841 e che contò numerosissime repliche, dal ballo eroico “Romanoff” a “L’ombra di Tzi-Ven” che introduceva il tema esotico nella lirica, entrambi del 1840. Il suo librettista era il Felice Romani che successivamente avrebbe scritto per Giuseppe Verdi. A Milano frequentava il salotto Branca e faceva parte del giro di Andrea Maffei, di Mercadante, di Vito Beltrami. Siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto, dove era nato nel 1799, Placido Mandanici arrivò a Milano nell’autunno del 1834, proveniente da Napoli dove al Teatro San Carlo la sua musica aveva conosciuto grandi successi (ben quattro opere), ma da dove era stato costretto a fuggire per il suo temperamento rivoluzionario e antiborbonico. Di Placido Mandanici la biblioteca del Teatro alla Scala raccoglie dodici opere, sette romanze, quattro balli, tre composizioni da camera, diversi canti, fra i quali il “Canto di vittoria”. Tra i “maestri” della musica è incluso nel “Dizionario universale dei musicisti” (Milano 1887), nell’antologia “Musiciens du passé, du present et de l’avenir” (Parigi 1880), nella “Biographie Universelle des Musiciens” (sempre Parigi), nel “Dizionario Ricordi” e nella “Enciclopedie Larousse”. Mandanici morì a Genova a 53 anni, il 16 giugno del 1852.
Ecco i titoli delle sue opere: L’isola disabitata, (dramma in un atto di Pietro Metastasio, Napoli, Teatro del Fondo, estate 1829). Argene (16-2-1832 al Teatro San Carlo di Napoli con Luigia Boccabadati, Antonio Tamburini e Michele Benedetti (basso). La moglie di mio marito e il marito di mia moglie, (melodramma, libretto di Giuseppe Checcherini, Napoli, Teatro Nuovo, novembre 1833). La fedeltà alla prova, (dramma giocoso, libretto di Giovanni Schmidt, Napoli, Teatro del Fondo, 16-2-1835). “Il segreto”, (melodramma in due atti, libretto di Felice Romani (Torino, Teatro Carignano, novembre 1836), “Il rapimento”, (libretto di Gaetano Rossi, Milano, Teatro alla Scala, 26-11-1837). “Il buontempone di Porta Ticinese”, (opera buffa in tre parti, libretto di Callisto Bassi Milano, Teatro alla Scala, 16-6-1841). “Maria degli Albizzi” (melodramma in tre atti su libretto attribuito ad Antonio Somma, Palermo, Teatro Carolino, 21-1-1843). “Messa di Requiem”(registrata in CD dai Cori Lirici del Conservatorio di Musica di Genova e del Conservatorio di Messina nel 1999 in occasione del bicentenario della sua nascita).. Autore anche del “Canto della Vittoria”, dedicato “ai valorosi Lombardi per le gloriose Cinque Giornate di Milano” nel 1848
Nelle foto interno Teatro Mandanici; foto di Placido Mandanici.
Percontatti:ufficioteatro@comune.barcellonapozzodigotto.me.it; natolisciallimaria@gmail.com
Nino Bellinvia