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POCHI AIUTI DAL GOVERNO ED È RIESPLOSA LA RABBIA DI RISTORATORI

POCHI AIUTI DAL GOVERNO ED È RIESPLOSA LA RABBIA DI RISTORATORI, COMMERCIANTI E PARTITE IVA PROVENIENTI DA VARIE PARTI D’ITALIA, IERI E OGGI

 

Pochi aiuti dal governo ed è riesplosa la rabbia, come volevasi dimostrare di ristoratori, commercianti e Partite Iva provenienti da varie parti d’Italia che, dopo la giornata di ieri, è continuata anche oggi. In protesta anche venditori ambulanti e tassisti. Anche loro chiedono la riapertura e la ripartenza del Paese. Lavoratori, sindacati ed associazioni di categoria, come Confedercontibuenti, attendono di incontrare il governo, semplicemente per chiedere di permettere di “poter lavorare e poter quindi vivere e sfamarsi”.  I manifestanti, che rappresentano le varie categorie produttive, prendono le distanze dai disordini di ieri e di oggi, evidenziando che la loro vuole essere una protesta pacifica. In particolare i ristoratori hanno spiegato che il loro scopo è quello di poter tornare ad aprire i locali per accogliere la clientela al tavolo o al bancone, sia a pranzo che a cena, rispettando ovviamente tutte le regole previste per il contenimento di contagi. Anche il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, si unisce all’accorato appello lanciato da coloro i quali stanno protestando pacificamente e che ripropongono quello che il leader della Confederazione nazionale a tutela di imprese, professionisti e famiglie sostiene da tempo: “Basta ristori, è un’elemosina. Questa povera gente ha resistito dodici mesi, ma adesso fateli lavorare. Anche perchè i soldi pubblici somministrati alla gente sotto forma di “ristori”, si stanno rivelando inutili per la Piccola e Media Impresa italiana, comprese attività commerciali, ambulanti, soggetti della ristorazione e del turismo che invece hanno bisogno di aiuti più consistenti e soprattutto veloci, senza ritardi e tentennamenti. Perché altrimenti potrebbe essere troppo tardi per evitare che buona parte del tessuto economico nazionale vada irrimediabilmente distrutto. Ripeto –aggiunge il presidente Finocchiaro– non v’è dubbio che ogni forma di violenza va condannata e non giustifica affatto una qualsiasi protesta. Ma è pur vero, e di questo il Governo Draghi ne deve prendere atto e ne deve tener conto, che quei cittadini in protesta sono solo in preda alla loro personale disperazione. Vogliono solamente essere ascoltati per rappresentare le proprie ragioni a uno Stato da cui ci si aspetta risposte certe ed immediate, eque e veramente utili ad evitare il collasso economico vero e proprio di tanta gente e di tante famiglie che ormai stanno arrivando a un punto di non ritorno. E poi ormai tutti ci si chiede: per quanto tempo ancora il Governo Draghi e il Ministro dell’Economia sono convinti che lavoro ed attività potranno reggere ancora questa situazione? Secondo loro per quanto tempo ancora? Ricordo ancora a chi ci governa, che le sorti dell’Italia dipendono dalla capacità di gestione basata su una governance che deve tenere conto dei veri bisogni della gente e non sia frutto solo di decisioni prese a tavolino, che nulla hanno a che fare con le istanze rappresentante quotidianamente da chi ieri, come cittadini ed imprese, contribuiva all’economia del nostro Paese, offrendo anche occupazione, e che oggi non può più farlo ma non ha neanche modo di farlo”. Roma, 13 aprile 2021  –   Ufficio Stampa

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