Senza un immediato intervento umanitario, a giugno 5,9 milioni, cioè un terzo della popolazione del Paese, avrà bisogno di aiuti.
A causa dell’intensificarsi della siccità, le fonti d’acqua in Somalia si stanno prosciugando rapidamente e stanno lasciando il 70% delle famiglie in tutto il paese senza accesso all’acqua potabile. È questo l’allarme lanciato oggi da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini in pericolo e garantire loro un futuro. Secondo Save the Children, migliaia di bambini ora sopravvivono grazie alla distribuzione di acqua con cisterne mobili e a pozzi non protetti, molti di loro sono costretti a lasciare le proprie case in cerca di nuove fonti. Senza un immediato intervento umanitario, è probabile che la crisi raggiunga il suo picco a giugno quando il numero di bambini e adulti che necessitano sostegno, toccherà i 5,9 milioni, cioè un terzo della popolazione del Paese[1] (un aumento di 700.000 persone rispetto al 2020).
“I bambini stanno sopportando il peso della crescente crisi climatica in Somalia e se non si interviene con urgenza, nei prossimi mesi un numero allarmante di loro dovrà affrontare la fame, la chiusura delle scuole per mancanza d’acqua, sfollamenti e sfruttamento” ha dichiarato Mohamud Mohamed Hassan, Direttore di Save the Children in Somalia. “Nelle comunità in cui lavoriamo, la situazione è drammatica. I pozzi si prosciugano, le famiglie razionano l’acqua, i raccolti e i pascoli muoiono e le persone si allontanano dalle loro comunità in cerca di acqua e cibo per il loro bestiame. In alcune località, il prezzo dell’acqua è salito alle stelle. Chi non può permettersi di pagare l’acqua è costretto a utilizzare fonti d’acqua non sicure, mettendo così i bambini a rischio di malattie mortali come il colera. Senza cibo a sufficienza e la giusta alimentazione, i bambini stanno diventando malnutriti, il che può portare a malattie, infezioni, arresto della crescita e morte. E i bambini sfollati possono subire violenze, separarsi dalle loro famiglie o essere costretti a lavorare”.
Save the Children ha analizzato le condizioni di vita di 632 famiglie in otto regioni della Somalia[2], e ha osservato come la riduzione delle precipitazioni e la grave carenza di acqua stiano uccidendo il bestiame, mettendo in crisi i raccolti e di conseguenza riducendo i redditi delle famiglie, con i bambini che hanno sempre meno pasti al giorno e con cibo poco nutriente.
Più della metà delle famiglie intervistate, infatti, non aveva abbastanza cibo da mangiare e l’84% degli intervistati ha affermato di ricorrere o al consumo delle riserve di bestiame per acquistare cibo o riducendo il numero di pasti giornalieri. La perdita del bestiame si traduce anche in un minor accesso al latte per i bambini, che vengono esposti ancora di più al rischio di malnutrizione.
Con l’intensificarsi degli impatti negativi della crisi climatica, la frequenza e la gravità degli eventi meteorologici estremi in Somalia è in aumento. Solo nell’ultimo anno, la Somalia ha subito gravi inondazioni, il più potente ciclone che abbia mai colpito il Paese e ora una siccità incombente. Le comunità stanno facendo fatica a sopravvivere perché non riescono a riprendersi prima di essere colpite da una nuova crisi. A questo si aggiunge anche un aumento devastante delle invasioni di locuste, con sciami che si sono spostati rapidamente in tutto il Paese, distruggendo i raccolti al loro passaggio, rappresentando un’enorme minaccia per la sicurezza alimentare. Il 97% delle famiglie intervistate da Save the Children, ha dichiarato di aver subito almeno un’infestazione di locuste. Anche il conflitto e le ricadute economiche della pandemia COVID-19 stanno pesando enormemente sulle famiglie portandole al limite della sopportazione.
Shucayb, 12 anni, ha raccontato: “La siccità ha reso le cose difficili per la comunità. Abbiamo solo un po’ di riserve d’acqua e se questa si prosciuga, la comunità dovrà trasferirsi in un altro posto in cerca d’acqua. Sarei triste se ciò accadesse perché la scuola chiuderebbe e non avrei altra scelta che andare con la mia famiglia”.
Canab, 37 anni, è stata costretta a lasciare la sua casa con i suoi figli quando gli sciami di locuste e la siccità hanno decimato il pascolo e lasciato il suo bestiame – la sua unica fonte di cibo e reddito – senza niente da mangiare. “La scarsità di cibo nella nostra famiglia ha messo a dura prova i miei figli, che hanno vomitato e hanno avuto diarrea negli ultimi giorni. Adesso non hanno appetito. Non ho accesso a cibi nutrienti come datteri o farina d’avena, ecco perché i miei figli sono malnutriti e malati”, ha detto Canab.
Save the Children chiede ai donatori di agire rapidamente e di fornire finanziamenti di emergenza immediati per sostenere e aumentare in modo significativo la risposta umanitaria in Somalia per salvare la vita dei bambini e delle loro famiglie. “La comunità internazionale è stata molto generosa nel sostenere le persone in Somalia. Tuttavia, ridurre il sostegno ora sarebbe disastroso in quanto la combinazione mortale di continui shock climatici, COVID-19 e conflitti stanno spingendo i bambini e le loro famiglie al limite, quando invece, avrebbero bisogno di sostegno urgente per sopravvivere” ha concluso Mohamud Mohamed Hassan.