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IL PUNTO n. 807 del 19 marzo 2021 di MARCO ZACCHERA 

SOMMARIO:  VACCINI: POLVERI BAGNATE – RESPONSABILITA’ EUROPEE – BIDEN E IL KILLER – LETTA: IL MARZIANO DI PARIGI – ITALIA E ITALIANI –  STORIA A TELE VCO

VACCINI: POLVERI BAGNATE

Conta poco annunciare un super piano vaccinale e di voler “dar fuoco alle polveri” – espressione militaresca del generale Figliuolo  – perché se poi mancano i vaccini le polveri restano bagnate e non si innescano certo solo con le speranze e la propaganda quotidiana, soprattutto con tutti i timori suscitati da Astrazeneca.

Sono mesi e mesi che si parla di piani strabilianti, di milioni di dosi, di “immancabili destini” (questa, già sentita) ma siamo ancora al palo.

Il nuovo piano vaccinale previsto dal governo il 10 marzo scorso (solo 9 giorni fa…) a  pagina 11, allegato 3,  prevedeva la disponibilità di ben 153.484.000 dosi di vaccino entro il 31.3.2021. A giovedì 18 marzo i vaccinati in Italia sono però solo 7.204.358 e di essi soltanto 2.225.652 hanno ricevuto la 2° dose, pari al 3,68% della popolazione e questo dopo  81 giorni di vaccinazioni, percentualmente sempre tra i più bassi d’Europa. Siamo ben sotto allo 0,4% settimanale e per arrivare all’ “l’immunità di gregge” con questo ritmo non ci arriveremo neppure in 2 anni!

Senza dubbio si migliorerà, ma intanto – forse – titoli, proclami e mille interviste per ora sono davvero fuori luogo, anzi ingenerano illusioni, confusioni e timori.

 

P.S. Come era assolutamente certo è stato confermato l’ok al vaccino Astrazeneca. Immaginate cosa sarebbe successo se ci fosse stato un verdetto contrario: impossibile.

Sono assolutamente convinto che sia meglio vaccinarsi, pur anche con Astrazeneca,  ma mi chiedo piuttosto se fosse proprio necessario “in attesa” sospendere tutto: 5 giorni di stop alle vaccinazioni (deciso dalla Germania e a cui si sono accodati poi quasi tutti) solo in Italia significano statisticamente un migliaio di morti in più. Domandona: ma non è che in queste partite contano anche gli interessi politici, le rivalità tra nazioni e le loro case farmaceutiche? Un concetto che sarebbe da approfondire…

 

RESPONSABILITA’ EUROPEE: CHI PAGA?

Questo pasticcio europeo sui vaccini conferma come sia assolutamente venuta l’ora di resettare i vertici di Bruxelles.

Dopo l’Europa dove comandano le banche e le norme burocratiche più assurde possibili, si assiste ancora una volta al fallimento conclamato della Commissione Europea ed è sciocco – ma soprattutto ingiusto – che chi ne è al vertice non paghi, come sempre, per le proprie pesanti responsabilità economiche, organizzative, sanitarie e politiche.

Legarsi mani e piedi per i vaccini a specifici gruppi farmaceutici senza sottoscrivere contratti trasparenti, pubblici, chiari e soprattutto con le dovute garanzie rimanendo poi travolti dai ritardi di Pfizer e Astrazeneca è un esempio di “mala gestio” impressionante.

Decine di migliaia di europei sono morti proprio per questi ritardi e si impone una forte denuncia politica, una richiesta di chiarezza ma anche le conseguenti dimissioni  di chi ha svolto (male) il proprio compito

Invece di dimissioni non parla mai nessuno e nessuno – a partire da Ursula von der Leyen – si assume un minimo di responsabilità per le proprie scelte.

Eppure sono state decisioni prese soprattutto nell’interesse dei “big” delle industrie farmaceutiche (che in questa pandemia stanno guadagnando miliardi di euro) a danno dei cittadini europei.

Questo non è giusto, non è più tollerabile, né eticamente né politicamente: chiedere le dimissioni dei vertici politici della UE non è demonizzare l’Europa o muoversi da “euroscettici”, è semplicemente applicare la democrazia: chi sbaglia paga e questa dovrebbe essere la regola per tutti.

 

BIDEN, TRUMP E IL KILLER PUTIN IN AGGUATO

Negli USA sono state vaccinare 123 milioni di persone e Joe Biden si auto-esalta per il successo dimenticando che il risultato è anche  frutto del suo predecessore che sui vaccini ha stanziato miliardi di dollari.

Poi, sul più bello, ecco  Biden  dichiarare ” a freddo” che il leader russo Putin “è un killer” scatenando la guerra diplomatica (per ora).

Che Trump fosse fuori dalle righe mi sembrava pacifico, ma non è che sia l’aria della Casa Bianca a mandare tutti un pò fuori di testa? Perché o Biden non capisce bene gli effetti delle sue dichiarazioni o non è  totalmente in sé (ipotesi non da scartare) oppure deve spiegarsi meglio, ad iniziare dalla solita litania delle “elezioni truccate”.

Quando lo sosteneva Trump era sbeffeggiato come pazzo, se lo dice però anche Biden (che ha vinto) bisogna davvero chiedergli come e perché.

Occorre soprattutto avere il coraggio di guardare bene in fondo all’armadio, perchè proprio il candidato democratico è stato sponsorizzato dai media del mondo – quasi tutti schierati al suo fianco – come i “filantropi” alla Bill Gates, la grande finanza, le multinazionali, le grandi società farmaceutiche che sul COVID stanno facendo affari d’oro (e i loro dirigenti li hanno già fatti in borsa).

Che ci siano anche non disinteressati “suggeritori” a spingere Biden ad attaccare Putin per bloccare la concorrenza russa, magari anche quella del vaccino “Sputnik” che costa poco e sembra funzionare benissimo?

Così come bisognerebbe tornare a parlare anche di Hunter Biden, il figlio degenere del presidente, quello inguaiato fino al collo negli scandali – finanziari e non – in Ucraina e dintorni e di cui i media parlano poco, soprattutto da quando papà “Joe” è alla Casa Bianca.

 

IL MARZIANO DI PARIGI

La platea virtuale dell’Assemblea Nazionale del PD ha incoronato Enrico Letta a nuovo leader del partito. Una unanimità molto sospetta, frutto di un armistizio interno per salvare la faccia davanti a una crisi profonda.

Credo che Letta sia una persona seria, ma sono scettico sulle sue concrete possibilità di rilancio anche perché un paio di sue scivolate al debutto non sono troppo beneauguranti.

A parte l’accenno allo “ius soli” di cui non si capisce l’urgenza proprio in un periodo tribolato come questo, l’affermare “ Siamo costretti a stare al governo perchè gli altri ci vorrebbero fuori dall’ Europa, se diventiamo però un partito di potere noi siamo morti” significa non rendersi conto che il PD è per definizione “il” partito del potere in Italia e credo che se non l’avesse sarebbe ancor più in crisi di quanto lo è già.

Un controllo sistematico dell’informazione, del sottogoverno, degli enti locali, della magistratura: il PD a dispetto di un 18% circa dei voti controlla il potere ben di più del suo peso specifico. Forse Letta a Parigi era in altre faccende affaccendato, perché non rendersene conto vuol dire mettersi fuori dalla realtà.

Il PD vive e prospera (o prosperava) proprio gestendo il potere: è l’humus indispensabile in cui cresce la pianta “democratica” e spesso – purtroppo – è la sua vera ragion d’essere.

Solo degli “utili idioti” come i grillini possono far finta di non accorgersene pur di mantenere la loro fettina di potere e dopo aver distrutto ogni propria autonomia, credibilità, volontà di cambiamento.

Quello che più da fastidio è poi dirsi “europeisti” ad oltranza senza capire che “questa” Europa – controllata e diretta dal PD e dai suoi alleati europei – sta diventando progressivamente IL VERO PROBLEMA del nostro paese.

Il pastrocchio democristian-comunista che ha creato a suo tempo quello che poi divenne il PD pur rimanendo con anime diverse è un compromesso, il solito compromesso che in Letta ha ora il suo leader e che in questo senso rappresenta bene proprio quel potere che – come diceva Andreotti – “logora chi non ce l’ha” ma, in questo caso, infetta alla grande proprio chi lo detiene.

 

W L’ITALIANO (DOC, SE POSSIBILE)

Pochi hanno ricordato (ho visto una bella iniziativa di Fratelli D’Italia, non me ne risultano altre) che il 17 marzo era il 160° anniversario della nostra raggiunta unità nazionale, anche se parlarne oggi puzza subito di nazionalismo e “nostalgismo”.

Ritengo che si dovrebbero ricordare questo anniversario  CON ORGOGLIO E RIVALUTANDO LO SPIRITO DI APPARTENENZA AD UNA COMUNITA’ NAZIONALE senza nulla voler togliere alle altre.

Litigando su tutto e dimenticando le nostre radici si perdono infatti le caratteristiche comuni, ma soprattutto il termine “unità nazionale” non deve valere solo per le partite di calcio ma per  sottolinearne le caratteristiche, le tradizioni, lo spirito di comunità.

Sembra invece che si faccia di tutto per cancellare la nostra storia, la nostra lingua, i nostri punti di riferimento.

Per esempio, perché bisogna continuare a tradurre termini italiani in inglese, anche quando non ce n’è alcuna necessità? Ma vi sembra logico che per annunciare il primo grande punto di vaccinazioni italiano curato dai nostri militari (peraltro sospeso dopo poche ore per la crisi del vaccino Astrazeneca) lo si debba chiamare “Hub drive trough Esercito”? (Tra l’altro, ma perché poi “Esercito” ?! Allora dovrebbe essere tradotto in “Army”!)

L’esempio è banale, ma ci sono decine di parole, neologismi, sigle che non hanno alcun bisogno di essere tradotte. Pensate che i francesi il computer lo chiamano ancora “ordinateur” e se ne vantano. Da sempre denuncio questa pervicace volontà politica della sinistra (come lo era del comunismo internazionale) a cancellare lo spirito di appartenenza e l’amor di patria dei popoli e questo è profondamente sbagliato perché l’ “appartenenza” – ripeto – non deve significare odio, rancore, lotta o stupido senso di superiorità verso qualsiasi  altra razza, religione, etnia o nazione.

Sembra ci sia invece in atto un accanimento terapeutico contro tutto quello che è “italiano” banalizzando e censurando ogni sentimento.

Vale anche per l’immigrazione:  mentre ogni anno centinaia di migliaia di italiani (scolasticamente qualificati) se ne vanno perché delusi dal nostro paese, noi siamo aperti (anzi, apertissimi) ai nuovi arrivi. Non solo per gli sbarchi che nel silenzio dei media continuano indisturbati ma nei numeri “ufficiali”. Nel 2019  su 706.400 persone che hanno acquisito la cittadinanza di uno Stato membro dell’UE ben 127 mila (il 18%) hanno conquistato la cittadinanza italiana, il 2,54% degli abitanti rispetto al 2% medio europeo. A queste percentuali vanno però aggiunte tutte le neo-cittadinanze italiane concesse ad altri cittadini europei (tra cui molti romeni e degli altri paesi dell’est) che non fanno “statistica” ma sono “sostanza”.

L’Italia è quindi più che disponibile già oggi a nuove cittadinanze, a cosa serve che Enrico Letta abbia posto come uno dei principali punti programmatici del PD di nuovo lo “ius soli”? Vi sembra che ce ne sia davvero la necessità?

 

LA NOSTRA STORIA A TELE  VCO

Per chi ama la storia ricordo che su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming) ogni martedì  alle 14.30 vanno in onda le mie chiacchierate sulla storia locale – in collaborazione con UNI3 Arona – con repliche il martedì alle ore 15.30, 16.30 e 22.00 e altre repliche il sabato pomeriggio ore 13.30, 14.30 e 16.30. Chi vuole connettersi in streaming mi cerchi su:  www.vcoazzurratv.it agli orari indicati

 

UN SALUTO A TUTTI  E BUONA SETTIMANA                    MARCO ZACCHERA

 

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