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ANTONI LIGABUE

Ad ogni colore la sua luce. Ma che nettezza di tratto. La sua pittura schiarisce le idee. Guardi dove non avevi neanche visto. Il quadro, pulisce gli occhi e lucida la visione del complesso. Sembra come se fosse illuminato da dietro alla tela. Non è pazzia, no è  un affronto alla natura invece. Un rimprovero alla fauna. Licabue sgrida la modestia della vita animale e vegetale mettendone in evidenza sia la bellezza che la possenza. Le sue tigri schizzano fuori dalla tela per accovacciarsi in terra. Abitua alla confidenza della ferocia mansueta sotto il suo pennello. Qui si capisce quanta freschezza e genio frullasse nella sua mente.(s.v.)

Ligabue è un artista veramente singolare. Semplice irruento e brutale anche nei rapporti con la gente. Se fosse stato bello, un uomo affascinante avrebbe avuto altri epiloghi. Poi ti chiedi ma se fosse stato bello ed affascinante, sarebbe stato quello che poi ha dimostrato di essere? Ogni artista ha un’anima. La sua pittura fu definita ”Naif” poi più propriamente espressionista. Ma alla sua epoca (anni ’50) probabilmente, le forme ed i colori saranno sembrati, anomali, addirittura sbagliati. Antonio, nella sua semplicità riusciva a togliere quella che i napoletani chiamano “a meza sola” cioè la maschera che copriva per tre quarti il viso di Pulcinella dalla faccia degli animali e delle piante. Riusciva a vedere la natura come era veramente, allegra, sgargiante, colorata appassionata come una fresca e prosperosa ragazza tutta curve e sorrisi. Fresca. A chi ne ammira l’opera resta impresso il cogliere l’aspetto vero di quello che esiste ma che è celato. Una specie di Mondo delle Idee di Platonica memoria. Niente di quello che c’è in natura da lui rappresentato è così. Ciò che vediamo è solo una idea di quello che veramente è. Ligabue segue Platone e ne è entrato, non sappiamo sino a che punto coscientemente, nella filosofia. Solo che qui la materializzazione attraverso il pennello di una idea fa di lui un eccezionale ricercatore e scopritore. Ma si sa i veri artisti possono tutto.(s.v.)

Il paesaggio, a guardarlo bene, si pone come il disegno di un bambino. Perfetto. Ci sono le colline, le montagne, gli alberelli e l’assortimento di vividi colori caratteristica di Ligabue. In primo piano un campo di girasoli a perdita d’occhio. Guardano e ridono sfrontati si presentano a chi osserva, come ballerine in decollete. I petali in tre D ciccioni, garbati, appaiono eleganti e plastici. Bello no? La vita di Ligabue, tra affronti, offese e case di cura di igiene mentali mai farebbe risalire tanto ordine e pulizia ad una mente disturbata. Certo che il giudizio degli uomini quello vero, sempre postumo, arriva inutile e sconfortante quando la valorizzazione pratica non serve proprio più. D’altronde tanti sono gli esempi, nella storia dell’arte e delle scienze che dimostrano quanto l’etereo proporsi del genio, venga sistematicamente osteggiato ed incompreso. Il genio, quello vero, non viene mai apprezzato in vita. Le motivazioni sono molteplici e di competenza di altri studi, ma è un assunto. Queste capacità sono invidiate e lo spirito critico viene quasi sempre messo da parte a scapito dell’onore che si deve al vero. Gli uomini invidiano sé stessi invece di approfondire ed approfittare di sentirsi, come in questo caso, un po’ Ligabue senza merito.

Tutto quello che abbiamo potuto fare e dire è nulla al cospetto della vita e del genio dell’artista. Abbiamo provato a parlarne nella maniera più spontanea possibile. Grazie

La spiegazione del perché Antonio Ligabue dipingesse animali nella loro aggressività la dà l’artista stesso, a parer mio, quando affermò “Io so come sono fatti dentro”.

C’è da credergli. Si riferiva alla indole insita in ciascun animale ritratto.

Si è detto che attraverso queste rappresentazioni egli abbia, inconsciamente, espresso i suoi disagi e la sua creatività. Personalmente, da profani, ci piace pensare invece ad una sensibilità inusitata la cui espressione segue tracciati impropri.

L’essere umano è portato a credere che la sensibilità sia una prerogativa che non graffi. Che questa appartenga a personalità semplici senza asprezze. Bisogna riconoscere che intesa in questo senso la sensibilità dell’essere umano viene svilita di significato.

Essa comprende tutta la gamma dei sentimenti nessuno escluso e ciascuno di noi la evidenzia nella maniera a lui più congeniale. Altro non è, a nostro modesto parere, che un mezzo attraverso il quale capire la natura umana interagendo con essa nella maniera migliore possibile.

Ligabue ha deciso di esporsi con gli animali dichiarando di conoscerli da dentro e ciò non toglie che conoscesse anche i suoi simili alla stessa  stregua. Solo una vita travagliata, dove in fin dei conti non ha trovato   altro che incomprensioni poteva convincerlo di non cimentarsi.

Nel mondo animale egli ha trovato la schiettezza dell’essere senza compromessi e bugie. Gli animali non si prestano, come gli esseri umani, né a compromessi e neanche a manipolazioni.(s.v.)

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