Presentazione romanzo “Sogni e altiforni – Piombino Trani senza ritorno”

Con la presentazione del romanzo “Sogni e altiforni – Piombino Trani senza ritorno” scritto da Gordiano Lupi e Cristina de Vita (Acar, Milano, 2018), venerdì 19 febbraio 2021, si concluderà l’iniziativa “Leggere … arma d’istruzione di massa”, un ciclo di incontri culturali online legati dal tema dell’inquinamento ambientale, della valorizzazione del territorio e del concetto “del bello” da custodire e da potenziare, a cura del Teatro delle Forche, della Cooperativa Sociale “Il Sole” e dell’associazione culturale “Spazio Teatro”, con il patrocinio del Comune di Statte e la collaborazione della Biblioteca Civica di Statte, per il progetto “PERIFERIE INFINITE. Dalle periferie locali alle periferie mondiali” (Avviso pubblico “Periferie al centro”,  intervento di inclusione culturale e sociale della Regione Puglia – Assessorato all’Industria Turistica e Culturale e Assessorato al  Bilancio e programmazione unitaria, Politiche Giovanili, Sport per tutti coordinato dal Teatro Pubblico Pugliese).

Inizio alle ore 19.00, sulla piattaforma digitale Zoom. La partecipazione è gratuita ma la prenotazione è obbligatoria, inviando una mail all’indirizzo info@teatrodelleforche.com.

Letture a cura di Leonida Spadaro e Matilde Cafiero.

Sinossi

Nel romanzo vengono narrate le vicende di un uomo e di una donna che vivono in due città diverse: Piombino e Trani. Il protagonista maschile, Giovanni, è un ex grande calciatore, partito da una piccola cittadina di provincia per poi sfondare altrove. Alla fine rientrerà a casa per gli ultimi spiccioli di carriera e poi per allenare e soprattutto vivere con il suo carico di noia e di rimpianti. Rimpianti mai del tutto confessati, neanche a se stesso, completamente incapace, come è, di amare come vorrebbe.

Debora vive a Trani e, a differenza di Giovanni, non si è mai mossa dalla sua cittadina sul mare. Trascorre la sua esistenza per un po’ nella sua attesa, tra mille speranze, ma una volta digerita l’amarezza dell’abbandono, sarà capace di trovare la dolcezza nella sua vita, nonostante il ricordo del perduto amore. Due esistenze normali in cui è facile immedesimarsi, delineate attraverso una doppia narrazione: due cuori e due penne precise. Anche la città pugliese diventa protagonista del romanzo: al lettore sembra di passeggiare accanto a Debora mentre quest’ultima percorre le strade pulsanti del porto e vive la sua quotidianità all’ombra della Cattedrale romanica.

Trani dunque una città marinara del sud, affacciata sul mar Adriatico fa da contraltare alla città post industriale del Tirreno, ad una vita fatta attraverso giri di denaro, auto lussuose e pin up, si contrappone la vita di una cittadina di provincia che, a dispetto di quello che si aspetterebbe Giovanni, tanto sonnecchiosa non è, tanto è vero che Debora, il giovane amore di Giovanni, nonostante il cuore spezzato dal dolore dimostra di essere donna forte, capace di rimboccarsi le maniche e costruire il proprio futuro.

Un libro che nasce con un ritmo lento e cadenzato, che si ravviva quando Giovanni decide di impegnarsi nuovamente nell’allenare una squadra di ragazzini del luogo e che lo porterà di nuovo sulle sponde del mar Adriatico che non lo ha mai dimenticato.

Presentazione al Premio STREGA 2019 a cura di Paolo Ruffilli

Un’epoca industriale tramontata fa da sfondo alle storie parallele del romanzo che Gordiano Lupi ha scritto a quattro mani con Cristina de Vita, Sogni e Altiforni (Acar Edizioni) e che porta un sottotitolo significativo: “Piombino-Trani senza ritorno”. Il romanzo in realtà si può considerare una storia unica che ha due punti di vista, per molti aspetti tali da combaciare. Il doppio racconto, intenso e coinvolgente nella sua dimensione elegiaca, è un recupero del tempo passato con i suoi ricordi, con le sue promesse e con i suoi sogni, con le sue attese e illusioni poi andate perdute ma con una carica che, nonostante il bilancio negativo del presente, continua ad alimentare le ragioni della vita. Nella consapevolezza che il passato siamo noi e che è per noi vitale il vivere con i ricordi, non di ricordi.

Gordiano Lupi (Piombino, 1960). Collabora con Futuro Europa, Inkroci, La Folla del XXI Secolo, La Linea dell’Occhio e altre riviste. Dirige le Edizioni Il Foglio, che ha fondato nel 1999. Traduce scrittori cubani: Alejandro Torreguitart Ruiz, Felix Luis Viera, Heberto Padilla, Guillermo Cabrera Infante…

Tra i suoi molti lavori ricordiamo: Nero Tropicale (2003), Cuba Magica – conversazioni con un santéro (2003), Un’isola a passo di son – viaggio nel mondo della musica cubana (2004), Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura (2004), Orrore, erotismo e pornografia secondo Joe D’Amato (2004), Tomas Milian, il trucido e lo sbirro (2004), Serial Killer italiani (2005), Nemicimiei (2005), Le dive nude – Il cinema di Gloria Guida e di Edwige Fenech (2006), Filmare la morte – Il cinema horror e thriller di Lucio Fulci (2006), Orrori tropicali – storie di vudu, santeria e palo mayombe (2006), Almeno il pane Fidel – Cuba quotidiana (2006), Avana killing (2008), Mi Cuba (2008), Fernando di Leo e il suo cinema nero e perverso (2009), Fellini – A cinema greatmaster (2009), Cozzi stellari – Il cinema di Lewis Coates (2009), Velina o calciatore, altro che scrittore! (2010), Tinto Brass – il poeta dell’erotismo (2010), Laura Gemser (2011), Fidel Castro– biografia non autorizzata (2011).

Tra i suoi ultimi progetti c’è una Storia del cinema horror italiano in cinque volumi, Soprassediamo! – Franco & Ciccio Story e Tutto Avati (con Michele Bergantin). Ha tradotto – per Minimum Fax – La ninfa incostante di Guillermo Cabrera Infante (Sur, 2012). I suoi noir più recenti sono Sangue Habanero (2009) e Una terribile eredità (2009).

Il suo romanzo più premiato è Calcio e acciaio – Dimenticare Piombino (2014), presentato al Premio Strega. Nel 2016, come narrativa, ha pubblicato Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano, presentato al Premio Strega. Sta lavorando ad alcuni libri di cinema: Daniela Giordano, il fenomeno Lacrima movie e Laura Antonelli.

Cristina de Vita (1970) nata e cresciuta a Statte (Taranto) sotto i fumi dell’Italsider, vive a Bari con la figlia Annalaura con cui ama viaggiare.

Laureata in Antropologia Sociale, amante dei libri e delle buone maniere, lavora presso InnovaPuglia dove si occupa di assistenza tecnica. Impegnata in diversi progetti letterari/musicali come coautrice di progetti sperimentali. Ha partecipato e vinto in diversi concorsi di poesia nazionali ed esteri. Annovera diverse collaborazioni in ambito turistico/culturale per la promozione della Puglia: sostenitrice di SIPUGLIA testata giornalistica che si occupa della Puglia segreta; con Lonely Planet; per la ricerca documentale della guida in tedesco e ceco della Puglia “APULIEN”; per la trasmissione di Michele Dalla Palma “Sentieri d’Italia” su Marcopolo canale dedicato ai viaggi e all’avventura; per la tv tedesca per un pluripremiato documentario sulle Isole Tremiti.

Ha collaborato con Lucio Dalla per la realizzazione del Festival “Il mare e le stelle” alle isole Tremiti.

Nell’ambito del Festival Itinerante della Letteratura “Spiagge d’autore” ha curato gli incontri con Carlos Albert Montaner, Gordiano Lupi e Abbas Kiarostami alle Isole Tremiti.

Nell’ultimo anno ha avviato un progetto di incontri sulla poesia di Fernando Pessoa e diversi autori e autrici dell’America Latina, tra cui Silvina Ocampo e Jorge Enrique Adoum, partecipando anche al Festival NAMASTENN organizzato da Emar Orante per FerulaFerita nella Masseria Jesce di Altamura. Ha portato in Puglia, grazie all’amicizia con Elettra Rinaldi, Juan Martin Guevana, fratello del CHE in un tour di presentazione del suo libro “Il Che, mio fratello” (Giunti Editore). Ad Irsina (Matera), nella sede della Mediateca comunale “Fedro”, ha presentato una sua mostra di fotografie dal titolo “Knockin’ On Heaven’s Door (Bussando alle porte del cielo) Piccolo viaggio in Lucania”, 24 scatti fotografici, corredati da testi scritti appositamente dalla poetessa Silvana Pasanisi e realizzati durante un viaggio compiuto con il giornalista Pasquale Dibenedetto. Una testimonianza di quanto la fotografia sia così potente e capace di trasportare in una dimensione “perduta e nostalgica”, mostra riproposta nel 2019 ad Altamura presso Masseria Jesce Teatro della Memoria

Da sempre attenta ai fenomeni sociologici e antropologici e alle questioni di genere, collabora attivamente con testate giornalistiche, associazioni del territorio e le Libreria Prinz Zaum e Libreria 101 di Bari.

“PERIFERIE INFINITE. Dalle periferie locali alle periferie mondiali”

Progetto a cura del Teatro delle Forche – società cooperativa capofila della rete costituita con l’associazione culturale “Il Serraglio” di Massafra, il Circolo Arci “SvegliArci” di Palagiano e la Cooperativa Sociale “Il Sole” di Statte – vincitrice dell’Avviso pubblico “Periferie al centro”,  intervento di inclusione culturale e sociale della Regione Puglia – Assessorato all’Industria Turistica e Culturale e Assessorato al  Bilancio e programmazione unitaria, Politiche Giovanili, Sport per tutti coordinato dal Teatro Pubblico Pugliese.

Prendendo il nome da un verso del poeta Vittorio Bodini, parte da una periferia nel sud dell’Italia per guardare alle periferie del mondo e integrare le persone sia native che immigrate nel cuore dello sviluppo culturale, sociale ed economico delle comunità, e coinvolge i territori di Massafra, Palagiano e Statte.

Nella foto la locandina del ciclo d’incontri culturali.

 (Nino Bellinvia)

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