Site icon archivio di politicamentecorretto.com

Bruxismo: lo stress da pandemia aumenta i disturbi dei denti nel sonno. Mancano le terapie specifiche, un aiuto arriva dallo “Yoga della bocca”

“In una situazione di ansia la circolazione sanguigna aumenta nelle aree del cervello che presiedono alle reazioni istintive e al sistema di attivazione del ritmo sonno-veglia. Il bruxismo può essere considerato come un sintomo di questo processo. Digrignare i denti causa notevoli danni al nostro organismo” spiega il Dott. Giuseppe Cicero, parodontologo di Roma e Docente di Odontoiatria all’Università Europea di Madrid

IL BRUXISMO COME CONSEGUENZA NEGATIVA DI ANSIA E STRESS – La pandemia ha portato ad un aumento di vari disagi di tipo psicologico, sociale ed economico: stress da lavoro a distanza, smart-working senza pause, ansia di perdere il lavoro, perdita dell’occupazione, ansia da distanziamento sociale che implica un distacco da famiglia e amici e tante altre condizioni critiche. Molte persone tendono a somatizzare il disagio e lo stress a livello del cavo orale con attività come bruxismo o serramento dei denti. “In una situazione di ansia la circolazione sanguigna aumenta nelle aree del cervello che presiedono alle reazioni istintive e al sistema di attivazione del ritmo sonno-veglia – spiega il Dott. Giuseppe Cicero, parodontologo di Roma e Docente di Odontoiatria all’Università Europea di Madrid – Questo serve per portarci in una condizione di lotta e difesa fisica e mentale. Il bruxismo può essere considerato come un sintomo di questo processo”.

In questo periodo di pandemia si denota ancora di più questa associazione tra ansia e bruxismo, che ci dimostra come i fattori psico-socio-economici possano impattare sulla salute orale. Non a caso, puntualizza Cicero, nel 2020 c’è stato un boom di click nelle ricerche su Google di termini chiave quali “bruxismo” e “digrignare i denti”, con aumenti notevoli rispetto al 2019. Questo problema, legato a stress e pandemia, si rivela dunque molto attuale. In particolare, l’incremento in alcune aree geografiche risulta notevolmente vistoso. Negli ultimi 5 mesi del 2020, la parola “bruxismo” ha avuto un’impennata delle ricerche su Google del 62% in Calabria, del 48% nelle Marche, del 34% in Sicilia e Sardegna. La ricerca dell’espressione “digrignare i denti”, sempre negli ultimi 5 mesi dello scorso anno, è aumentata del 68% nel Lazio e del 60% in Sicilia. Dati eloquenti che dimostrano la realtà del fenomeno.

IL BRUXISMO: CAUSE E CARATTERISTICHE – Il bruxismo è l’atto involontario di stringere e digrignare i denti durante il sonno. È un disturbo molto diffuso e si può manifestare in varie forme, più o meno lievi, e dipende dall’involontaria contrazione dei muscoli della masticazione. La principale causa del bruxismo si può ricollegare ad un particolare momento di stress o ad uno stato di ansia, ma lo stesso problema può essere causato anche da una malocclusione ovvero un cattivo posizionamento delle arcate dentali.

“È importante riconoscerne i sintomi per una rapida diagnosi – sottolinea Cicero – solitamente, ci si sveglia al mattino con una forte sensazione di fastidio in bocca: le mascelle sono indolenzite, i denti fanno male. Se a un primo impatto si può ipotizzare una carie, spesso questi sono proprio i sintomi di un incipiente bruxismo. Bisogna tenere conto che in condizioni normali i denti si dovrebbero toccare solo quando si mastica o si deglutisce; questo significherebbe quindi che i denti vengono in contatto tra di loro non più di una mezz’ora al giorno. Nei casi più gravi di bruxismo, invece, i denti arrivano a stare in contatto fino a 8-10 ore su 24. In termini di consumo di denti, un mese con forma avanzata di bruxismo equivale a più di un anno di un individuo senza disturbo”.

“È molto importante riconoscere precocemente questi sintomi e porvi rimedio il prima possibile – spiega il prof. Piero Cascone, primario di chirurgia maxillofacciale del Policlinico Umberto I – Si deve tenere in considerazione che il bruxismo può manifestarsi anche in giovanissima età. L’obiettivo delle terapie è quello di evitare che il sovraccarico funzionale delle strutture che permettono i movimenti mandibolari crei danni irreversibili. Troppo spesso mi trovo a dover fare diagnosi tardive e dover ricostruire articolazioni temporo-mandibolari ormai gravemente compromesse da lunghi periodi di stress funzionali. I sintomi per riconoscerli precocemente  sono semplici; le terapie non sono invasive e, se correttamente impostate, possono essere anche autogestite. Quando  invece compaiono limitazioni dell’apertura della bocca, rumori di crepito articolari e dolori di testa e cervicali allora è necessario rivolgersi ad uno specialista e se necessario ad un chirurgo maxillofacciale”.

LE CONSEGUENZE DEL BRUXISMO – Il bruxismo non solo accelera il processo di deterioramento dentale, ma riflette le sue conseguenze negative anche sull’apparato muscolo-scheletrico, causando cefalee e numerose altre patologie. A lungo andare, può provocare anche serie conseguenze, come il deterioramento della superficie dentale fino a fratture, dolore alla mascella, sensibilità dentale, emicrania, e, nei pazienti con parodontite più grave, aumento della mobilità dei denti.

“Serrare le mandibole o digrignare i denti causa danni al nostro organismo – evidenzia Cicero – Anzitutto, i denti si consumano. Se poi il problema dura a lungo perché trascurato o non identificato, i denti e le articolazioni temporo-mandibolari si danneggiano; ne risentono anche i muscoli collegati, sottoposti a un sovraffaticamento pericoloso. Ciò che ne consegue si riversa su tutto l’organismo: mal di testa ingiustificato; dolore alle orecchie; sensazione di avere uno solo o entrambe le orecchie tappate; vertigini; difficoltà di deglutizione; difficoltà ad aprire del tutto la bocca; denti più sensibili del solito al caldo e al freddo; dolore alla colonna cervicale. Nei pazienti parodontali che sono più suscettibili allo stress e al carico occlusale causato dal bruxismo, anche la mobilità dei denti deve essere tenuta sotto controllo, poiché questa può aumentare drasticamente fino alla perdita denti stessi. Per i pazienti che hanno perso più del 30% del supporto parodontale e che soffrono anche di bruxismo non è sufficiente andare dall’igienista ogni 4-6 mesi: è invece necessario un trattamento multidisciplinare e un consulto specifico con un parodontologo per rallentare la progressione della malattia parodontale e per individuare le cause del bruxismo, con il fine ultimo di intervenire su entrambi i fronti”.

 

I RIMEDI AL BRUXISMO: LO “YOGA DELLA BOCCA” – Per il bruxismo non esiste una terapia farmacologica specifica. Un rimedio è il classico bite: una mascherina che, posta fra le due arcate dentali, protegge i denti. Tuttavia, uno degli approcci più moderni, basato proprio sulla correlazione tra ansia e bruxismo, consiglia di dedicarsi a tecniche di rilassamento come la meditazione. Nasce così lo “yoga della bocca” per scaricare lo stress e combattere eventuali primi sintomi di bruxismo.

“Gli esercizi che si possono fare per attenuare i sovraccarichi della dentatura hanno lo scopo di inibire l’automatismo che induce al digrignamento e di rilassare la muscolatura – spiega Cicero – Anzitutto, è necessario creare un “segnale” che nei momenti in cui siamo concentrati nelle nostre attività quotidiane ci porti consciamente a controllare cosa stiamo facendo con la bocca: un semplice promemoria vicino al computer per ricordarci di non tenere i denti a contatto potrebbe essere un punto di partenza. Gli esercizi, invece, possono essere i seguenti.

1.       Tenere dolcemente tra i denti una guarnizione di silicone, come una piccola caramella che non si consuma e che dobbiamo cercare di non mordere. Questo sarà molto utile, in quanto se stiamo stringendo i denti ci ricorda di non farlo.

2.       Rilassare la muscolatura. Posizionare la lingua sul palato e mantenere le labbra socchiuse ed i denti separati per una distanza di centimetro fare piccoli movimenti di apertura chiusura nell’ambito del centimetro per 20 volte.

3.       Posizionare la lingua tra i denti dolcemente; riempiendo tutto lo spazio tra le due arcate (anche la zona dei molari), mordicchiare dolcemente la lingua senza farsi del male (10 morsetti, 15 secondi di riposo)”.

 

Salvo Cagnazzo

 

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Exit mobile version