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Somalia: Save the Children, 840 mila bambini sotto i 5 anni a rischio malnutrizione acuta a causa di una nuova invasione di locuste, dell’aumento delle violenze e dell’impatto del Covid

Nel Paese dichiarato lo stato d’emergenza
L’appello dell’Organizzazione: “Intervenire subito per evitare una catastrofe umanitaria”

 Una seconda invasione di locuste del deserto, potenzialmente più letale della prima, l’aumento delle violenze e l’impatto della pandemia di Covid-19 rischiano di peggiorare la situazione umanitaria di centinaia di migliaia di bambini sotto i cinque anni in Somalia.

È l’allarme lanciato da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – all’indomani della dichiarazione dello stato d’emergenza da parte del Ministero dell’Agricoltura somalo.

Secondo i nuovi dati diffusi oggi, fino a 2,7 milioni di persone in Somalia si troveranno ad affrontare una grave carenza di cibo fino alla metà del 2021, tra i quali circa 839 mila bambini sotto i cinque anni che rischiano così di essere colpiti da malnutrizione acuta. Di questi, 143 mila bambini rischiano di soffrire di gravi forme di malnutrizione e hanno bisogno di cure mediche urgenti per sopravvivere. Numeri inquietanti che potrebbero essere il risultato di un mix letale di fattori, quali il ritorno di sciami di locuste del deserto, la pandemia, il conflitto in corso e gli shock climatici tra cui siccità e inondazioni.

Senza lo stanziamento urgente di fondi nei programmi umanitari, le vite di migliaia di bambini saranno a rischio, avverte Save the Children.

La Somalia, che occupa l’’ultimo posto in classifica nel Global Health Security Index 2019 per la sua vulnerabilità alle minacce biologiche, era già uno dei Paesi meno preparati al mondo a reagire all’impatto di una pandemia. I dati ufficiali nel Paese dicono che le vittime di Covid-19 sono 132, ma data l’inesistenza pressoché totale di test è molto difficile conoscere il vero impatto della pandemia. L’emergenza sanitaria, inoltre, ha messo in ginocchio l’economia, azzerando l’ingresso delle rimesse della diaspora all’estero, oltre ad avere un grave impatto sulla vendita di bestiame, altro aspetto fondamentale per l’economia locale.

Le previsioni meteorologiche indicano una seconda stagione consecutiva di precipitazioni al di sotto della media, da marzo a maggio, a causa dell’effetto La Niña, che potrebbe quindi spingere sull’orlo della fame intere famiglie già disperate.

A questo si aggiunge l’aumento delle violenze nel Paese che sta avendo conseguenze devastanti per i bambini. In un attacco avvenuto la scorsa settimana, almeno otto bambini hanno perso la vita e molti altri sono rimasti feriti quando una bomba è esplosa nella zona di Golweyn, a sud di Mogadiscio.

“Le cifre diffuse oggi confermano ciò che i nostri operatori vedono ogni giorno sul terreno. A Dinsoor, nel sud della Somalia, i nostri team stanno assistendo a un aumento sostanziale della malnutrizione e delle malattie infantili, come il colera e la malaria, alle quali i bambini malnutriti sono ancora più vulnerabili. Se la situazione continua a deteriorarsi a questi ritmi e le piogge subiranno l’effetto La Niña previsto per marzo, nei prossimi mesi ci troveremo di fronte a una catastrofe umanitaria”, ha dichiarato Mohamud Mohamed Hassan, Direttore di Save the Children in Somalia, che chiede alla comunità internazionale di stanziare urgentemente fondi per evitare una crisi umanitaria.

“La scorsa settimana siamo rimasti inorriditi nell’apprendere della morte di almeno otto bambini somali in un attacco senza senso. Questi attacchi vanificano ogni sforzo fatto finora per consolidare la pace e la sicurezza e costituiscono una grave minaccia per i bambini, che non meritano di affrontare tutto questo. Chiediamo urgentemente a tutte le parti in conflitto di rispettare i diritti dei minori. Il 2020 è già stato un anno difficilissimo per i bambini somali ed occorre fare di tutto perché nell’anno in corso siano risparmiati loro altre sofferenze”, ha proseguito, Mohamud Mohamed Hassan.

 

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