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SUL VACCINO ITALIANO PARLI LA SCIENZA, SUI CONFLITTI D’INTERESSI DI ARCURI LA POLITICA

ARCURI, ASS.LUCA COSCIONI LANCIA UN APPELLO AL GOVERNO PERCHE’ SI RISOLVA IL CONFLITTO DI INTERESSI

 

Domenico Arcuri, Commissario per l’emergenza coronavirus con il mandato di dirigere il piano vaccinale è allo stesso tempo l’amministratore delegato di Invitalia che ha investito in un’azienda privata italiana – parte di un consorzio internazionale – al lavoro su un vaccino in fase di sperimentazione. L’Associazione Luca Coscioni, realtà attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla Scienza e alla Salute, chiede al Governo, e allo stesso Arcuri, di risolvere immediatamente il conflitto d’interessi, dimettendosi da uno dei due incarichi palesemente incompatibili, per non pregiudicare la credibilità del suo operato in un momento così difficile per il Paese e di spiegare il perché della sua scelta di investimento.

“Nel segnalare dubbi circa i dati sugli studi clinici in atto e i tempi di messa in produzione che alcune società scientifiche e ricercatori hanno manifestato in queste ore” si legge nella nota a firma Filomena Gallo e Marco Cappato, segretario e tesoriere dell’Associazione “riteniamo che la politica – anche in un momento di amministrazione degli affari correnti – non possa non farsi carico del grave conflitto d’interessi che investe il dottor Arcuri: commissario per l’emergenza sanitaria e amministratore delegato di Invitalia”.

“L’investimento di oltre 80 milioni di euro pubblici in una società privata italiana, parte di un consorzio internazionale per la produzione di un vaccino, è stata deliberata senza che vi fosse alcuna possibilità di approfondimento tecnico o pubblico circa quanto annunciato relativamente alla qualità, sicurezza ed efficacia del prodotto. Una decisione presa da qualcuno che agisce nel massimo dei privilegi e delle immunità assicurate dalla gestione commissariale che, e qui sta il vero problema, si garantisce i fondi necessari per far fronte all’emergenza al netto della valutazione di merito di quanto finanziato e nel momento in cui è pronto a intentare causa a potenziali concorrenti dell’azienda in cui ha investito”.

“Se starà alla scienza confermare, come tutti speriamo, che quanto annunciato circa il vaccino ReiThera corrisponda all’avanzamento degli studi e dei trial – concludono – , alla politica tocca esigere chiarezza circa l’amministrazione di soldi pubblici in un contesto che è emergenziale quanto delicato.

“E già che ci siamo” ha aggiunto Marco Perduca che per l’Associazione coordina le attività internazionali” non guasterebbe anche discutere della presenza alla conferenza stampa di annuncio dell’investimento di un dirigente dell’Agenzia Italiana per il farmaco, che ha detto senza mezzi termini quali siano stati i meccanismi per cui si è arrivati ad avere un vaccino italiano in così poco tempo. ” Invitalia entra nel capitale di ReiThera rilevandone un terzo che però diventa parte molto minore del consorzio internazionale impegnato nella produzione del vaccino anti-Covid, annacquando di fatto l’inutile quanto sbandierata “italianità” del prodotto finale.

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