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Il 22 gennaio esce il nuovo album “Brigatabianca” di Samuel dei Subsonica

Torino. «Noi siamo alla ricerca della felicità che sarebbe difficile da raggiungere con la mia libertà, come la intendo io».

Lo ha sostenuto Samuel dei Subsonica, ma anche dei Motel Connection, alla presentazione in streaming del suo secondo album solista “Brigatabianca”, in uscita venerdì 22 gennaio e che arriva a distanza di quattro anni da “Il codice della bellezza”.

«Con il mio primo album da solista “Il codice della bellezza” ho voluto staccare dal mio mondo sonoro – ha osservato – Con “Brigatabianca” invece ho sentito la necessità di tornare all’elettronica, alla musica tribale e all’hip hop, che ascoltavo già tantissimi anni fa. La musica è il mio cibo, e questi sono i generi dei quali mi sono sempre nutrito».

Il singolo “Cocoricò”, insieme a “Tra un anno”, ha anticipato questo album.

«È una delle ultime canzoni scritte per il disco – ha confessato – È la voglia di portarmi ad altra parte, e nasce in un momento in cui ho sentito la necessità di ampliare la visione del mio album; parla di una nottata che i Subsonica e i Bluvertigo hanno trascorso anni fa sulla riviera romagnola e racconto del compianto Velvet di Rimini dove si facevano concerti memorabili per poi andare in pullmino al Cocoricò e rientrare al nostro albergo a Rimini intorno alle 8:00 di mattina: chi mi bussa alla finestra? era Morgan».

La canzone “Felicità” si distacca dalle altre 14 dell’album.

«Stilisticamente è il brano più cantautorale del disco perché negli anni sono rimasto fulminato da Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori, Paolo Conte – ha riflettuto – Per questo ho pensato di ospitare Fulminacci che sta riproponendo in modo originale e fresco un certo modo di scrivere canzoni. Questa parla della felicità e lo fa a partire da uno di quei momenti in cui sembra lontanissima perché spesso ci accorgiamo di essere stati felici quando ormai non lo siamo più. Invece la felicità non è mai un punto di arrivo ma la strada che scegliamo per raggiungerlo».

Molto particolare è la copertina dell’album.

«Quando scrivo le canzoni mi lascio andare e anche per la copertina sono arrivato alle bandiere – ha spiegato – Ogni bandiera è accoppiata a una canzone ed è per me un linguaggio, simbologia di unità, modo arcaico di raccontare qualcosa che hai visto: l’ho scritta sotto la Mole Antonelliana a Torino. Sono ritratto con una giubba di ispirazione militare da “ussaro contemporaneo” su cui sono ricamati, invece di decori e medaglie, una serie di simboli geometrici ad alto potere evocativo. ognuno dei quali è associato a uno specifico brano del disco».

Questi ricami, che nell’insieme costituiscono un alfabeto di emblemi, assumono il valore di un codice visivo con il quale rappresentare le emozioni e i pensieri cantati da Samuel, elementi di un racconto per segni che si accompagna a quello musicale; riportati anche sulla bandiera che il cantante stringe sulla copertina, i simboli diventano i talismani di un nuovo viaggio artistico, i segni espressivi con i quali significare un racconto, anche, biografico di grande intensità.

“Bum bum bum bum” è un’altra gemma di questo lavoro.

«Con questa canzone ho voluto raccontare la nostra parte più oscura, quella che talvolta ci costringe a una vita al contrario – ha rivelato – “Bum bum bum bum” è quel rumore indistinto che ti esplode nella testa e ti allontana dalle persone, un suono che avverti solo tu e che ti fa sentire diverso dal resto del mondo: ed è proprio allora che decidi di stare sveglio quando gli altri dormono e di dormire mentre tutti sono svegli. Ho invitato Ensi a rappare sulla base: con le sue rime taglienti mi è sembrato l’artista più adatto a descrivere questo “vivere di notte” e la notte interiore che ciascuno di noi ogni tanto vive».

“Giochi pericolosi” ha una storia particolare.

«Ho scelto di coinvolgere Willie Peyote in questo brano perché la sua sensibilità nichilista mi sembrava perfetta per raccontare una storia d’amore come questa – ha affermato – Una storia travolgente che ricorda quelle serie a puntate, in cui il finale dell’ultima sembra già scritto, ma è proprio il suo inevitabile epilogo ciò che rende appassionanti tutti gli altri episodi. Questo rapporto assomiglia a una partita scacchi dove entrambi i giocatori sono destinati a perdere, ed è tuttavia questa consapevolezza che li spinge ancora a giocare».

Nell’album si sentono una grande varietà di suggestioni e idee, collegate fra loro dalla truppa allegra e multiforme che ha lavorato insieme a lui, cui si uniscono le collaborazioni con Colapesce, Ensi, Fulminacci, Willie Peyote e Johnny Marsiglia, i produttori Ale Bavo, Dade, MACE & Venerus, Machweo, Michele Canova, Federico Nardelli e Strage, e musicisti come Roy Paci all’arrangiamento, direzione dei fiati, alla tromba e flicorno soprano in due tracce.

Toccato anche il tema festival di Sanremo.

«Ero appassionato di Sanremo e quest’anno è un festival speciale, cantautorale – ha accennato – Ci sono tre miei amici e sono felice per loro: Colapesce e Willie Peyote sono presenti in questo mio disco. Ho partecipato a Sanremo con “Vedrai” a febbraio 2017».

Di concerti non se ne parla per il momento.

«Ci sono da fare i concerti con i Subsonica in primavera o quando si potrà ripartire, musica di assembramento, ma aspettiamo cosa succederà – ha puntualizzato – Parallelamente abbiamo deciso di provare la scaletta con i brani di questo disco e saremo pronti per la prossima estate, se sarà possibile».

Da marzo 2020, Samuel ha dato vita a “Golfo Mistico” suo studio musicale, diventato un hub multicreativo, dove si incontrano varie figure legate al mondo della musica, ma non solo.

Le frequenti collaborazioni musicali annoverano, tra gli altri, Patty Pravo e Jovanotti.

Franco Gigante

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